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#Dio di Illusioni
mintish0 · 1 year
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"In parole povere: volevo cullarmi nell'illusione che fossero del tutto sinceri nei miei confronti, che eravamo amici, senza segreti."
Dio di illusioni — Donna Tartt
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el-elux · 6 months
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"It's a very Greek idea, and a very profound one. Beauty is terror. Whatever we call beautiful, we quiver before it. And what could be more terrifying and beautiful, to souls like Greeks or our own, than to lose control completely? To throw off the chains of being for an instant, to shatter the accident of our mortal selves? Euripides speaks of the Maenads: head thrown back, throat to the stars, 'more like deer than human being'. To be absolutely free! One is quite capable, of course, of working out these destructive passions in more vulgar and less efficient ways. But how glorious to release them in a single burst! To sing, to scream, to dance barefoot in the woods in the dead of night, with no more awareness of mortality than an animal! These are powerful mysteries. The bellowing of bulls. Springs of honey bubbling from the ground. If we are strong enough in our souls we can rip away the veil and look that naked, terrible beauty right in the face; let God consume us, devour us, unstring our bones. Then spit us reborn."
Donna Tartt, The Secret History
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gelatinatremolante · 1 year
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Tra una cosa e l'altra mi sono dimenticato di dire che ho finito Dio di illusioni e da quando ho letto quell'ultima pagina una parte di me sta fissando il vuoto in attesa di un altro romanzo su cui basare la mia personalità.
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gl4ukopis · 6 months
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'One of your girls' by Troye Sivan is so Francis Abernathy. I'm screaming.
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I have a question: what would be tsh characters' favourite books?
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comeinizia · 2 years
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118. Dio di illusioni
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hermione9891 · 2 years
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"Bellezza è terrore. Ciò che chiamiamo bello ci fa tremare."
-Dio di illusioni; Donna Tartt
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20.11.22
I've finished The Secret History (this is the italian edition), I can see why is so popular. 4 big stars ⭐
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"I morti ci appaiono in sogno perché è l'unico modo in cui possono farsi vedere da noi."
Dio di illusioni — Donna Tartt
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lettrici · 1 year
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Avete letto dio di illusioni?, cosa ne pensate ?, vi è piaciuto ?.
A breve la recensione
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gelatinatremolante · 1 year
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Contrariato da questa rappresentazione negativa del personaggio di Bunny in Dio di illusioni solo perché sceglierebbe di morire piuttosto che lavorare e chiede continuamente soldi ai suoi amici ricchi come se fossero dei diffetti quando invece è da apprezzare e lo invidio perché vorrei avere la faccia tosta di fare lo stesso. La parte in cui viene ammazzato da quegli stessi amici però preferirei evitarla.
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A un’osservazione ravvicinata, infatti, egli appariva come tutto gesti e luce, avresti potuto allungare una mano e passargli attraverso; ma a ritornare di nuovo indietro, ecco ricrearsi l’illusione, e lui, più reale della realtà, ti sbirciava da dietro i piccoli occhiali, si scostava con una mano dalla fronte una ciocca di capelli umidi.
Un carattere come il suo non non reggeva a un’analisi. Era definibile solo attraverso l’aneddoto, l’incontro casuale o la frase udita per caso. La gente che non gli aveva mai parlato si ricordava d’improvviso, con una fitta la cuore, di averlo visto gettare legnetti a un cane, o rubare tulipani dal giardino di un professore. “Toccava le vite delle persone” disse il presidente del college, (…) e ciò era, nel caso di Bunny almeno, stranamente vero.
Toccava le vite delle persone, le vite degli sconosciuti, in un modo imperscrutabile; ed erano essi, ora, che lo piangevano -o piangevano la loro personale immagine di lui-, con un dolore non meno acuto per la poca intimità con il soggetto. (…)
Come un grande commediante, animava e colorava l’ambiente in cui capitava; per meravigliarti della sua costanza, avresti dovuto vederlo in ogni genere di situazioni strane: Bunny che cavalcava un cammello, Bunny che fa il baby sitter, Bunny nello spazio. Ora, nella morte, tale costanza si cristallizzò, divenendo qualcosa di interamente diverso: un vecchio comico familiare messo -con effetto sorpresa- in un ruolo tragico.
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scogito · 1 year
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Quando la vita ci ferisce" Don Luigi Maria Epicoco"
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Questo video lo chiamerei La Casa Dio. È come se fosse una spiegazione dell'Arcano 16, di cosa porta e della sfida che comporta.
(insisto molto su questo archetipo perché in questa epoca lo stiamo vivendo a livello di società)
Non seguo parroci dall'età di 15 anni per cui non ho idea se il tizio sia un altro satanista, questo estratto però è una bella lezione di annullamento di falsa fede e di falsi credi.
Perché ritengo che il Creatore non agisca mai come noi lo idealizziamo e non desideri da noi niente di quello che pensiamo.
Il piccolo cervello umano costruisce miti e immagini per paura...e puntualmente crollano e crolleranno tutti.
Se vuoi ascoltare le sue parole è preferibile che tu non veda un prete e che ti stacchi da qualsiasi concetto religioso.
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angelap3 · 13 days
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Non so perdonare. Né dimenticare.
Lettera scritta in risposta ad Alberto Jacoviello, inviato di «la Repubblica» e «L'Unità», che si scusava per averla offesa in passato.
Caro Jacoviello,
....chiedere scusa, come tu hai fatto, quando si ha torto, è sempre nobile. E non molti ne sono capaci, non molti ne hanno il coraggio. Però devo dirti ciò che dirò e, se non lo facessi, mentirei non solo a te ma a me stessa.
....Io non so perdonare. Né perdonare né dimenticare. È uno dei miei più grandi limiti forse, e il più lugubre. E meno che mai so perdonare quando una ferita mi è stata inferta da persone dalle quali mi aspettavo affetto, tenerezza, o sulle quali mi facevo illusioni positive. Ciò non significa, naturalmente, ch'io dichiari guerra o resti in guerra con coloro che mi hanno ferito, offeso. Significa che quelle persone le liquido. Le cancello dai miei pensieri, dalla mia vita. Se le incontro per strada le saluto, in alcuni casi ci scambio una parola, ma dentro di me è come se mi rivolgessi a un'ombra. Esse non esistono più.
.....In questi ultimi due anni, cioè da quando la morte e il dolore si sono abbattuti su di me indurendomi, ho liquidato più persone che in tutta la mia vita. Non v'è uomo o donna colpevole verso di me che non sia finito nella Siberia dei miei sentimenti.
Hai perfettamente ragione a chiudere la tua lettera dicendo che chi non sa perdonare condanna sé stesso alla solitudine. Però hai torto a ritenere che tale «condanna» sia per tutti insopportabile. E dimentichi il proverbio che dice: «Meglio soli che male accompagnati». Non sempre la solitudine è una prigione. A volte, per alcuni, è una conquista che difende da ulteriori ferite ed offese. Solo i deboli e i poveri di spirito hanno paura della solitudine e si annoiano a stare soli. Io non sono debole. Sono molto forte, e durissima ormai. Non sono neanche povera di spirito. Quindi non ho paura della solitudine.
Tutte le volte che ti ho visto mi hai raccontato antichi insulti scritti i pensati. E tutte le volte che ti ho visto è stato come ricevere una coltellata nel cuore. Mi ha colto una nausea che solo la mia capacità di controllo è riuscita a nascondere o a vestire con gli abiti dell'indignazione. È probabile che la tua coscienza si senta lavata dal fatto di avermi confessato quegli antichi insulti scritti o pensati. Ma io non credo che confessare un peccato equivalga a cancellare il peccato. Quel concetto cattolico, anzi cristiano, mi ha sempre inorridito. I peccati commessi restano peccati commessi e niente può cancellarli: né Dio, né il diavolo, né gli uomini, né una sfilata di pater e di ave-maria detti per penitenza. Ciò vale per me, per te, per l'umanità intera presente e passata. Ecco perché non riesco a perdonare. Non voglio.
Ciò è spietato? Sono tanto spietata con me stessa che non vedo perché dovrei essere dolce con gli altri. Il massimo ch'io possa consentirmi è rispondere in modo esteso a chi mi ha scritto in modo esteso. Spiegarmi a chi mi ha spiegato. Ed è molto. Tu sei l'unica persona fra le decine che ho liquidato, esiliato nella Siberia dei sentimenti, cui abbia detto no con una lettera e non col silenzio. Di solito oppongo un silenzio di pietra. Quello che seguirà a questa lettera.
E così farò, sempre, in tutte le circostanze della vita, con tutti coloro che tentano di impormi una prepotenza. E non cederò, mai. Mai. E guai a chi si permette o si è permesso o si permetterà di mettere in dubbio la mia onestà professionale e personale: che poi sono, ovvio, la medesima cosa.
Ora mi è più facile dirti addio.
Peccato. Ma addio.
Oriana Fallaci
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