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(As an Italian myself, I couldn't refrain from drawing an Anguana. I grew up watching dancers imitating them in folklorist festivals, I absolutely love them since I was a damn toddler. So here we go-)
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She was beautiful.
"Bela da capotarse*" people said.
A witch, or maybe some sort of mermaid, a woman who protected the rivers and who came out of her hiding spot only after the sun settles behind the mountains.
Her and her sisters voices were enchanting, you knew you shouldn't have follow them, but it was oh, so worth it... they truly were beautiful.
Even in that moment, knelt on the river, goat hooves instead of feet illuminated by the moon, their hands washing their clothes.
Beautiful.
One of them looked at you, and you felt like falling.
Falling in love, or on your knees, or towards your own end, who knew...
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(*So beautiful you could literally fall)
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After many failed Inktobers, I decided to stop trying to follow prompt lists that always end up boring me, so I'm challenging myself to draw a cryptid per day for all the month of October!
No lists, no prompts, just me drawing random creatures I like!
Ricomincio da “YU”.
No, non è un geroglifico di una lingua orientale! E’ la mia firma, il mio nome e la mia arte.
Guarda il video e scopri di che cosa si tratta.
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The evolution of the bicycle. GIGadgets – 29 de dezembro de 2022. A.I. Carr – 29 de outubro de 2023
1817-1819: The Velocipede or Draisine
1860s: Boneshaker
1870s: Penny-farthing (or the high-wheel bicycle)
1880s: Safety bicycle (or the Rover)
1950s-1960s: Road bicycle
Além desses artefatos mencionados no início do texto, pouco se sabe sobre o surgimento da bicicleta. Por algum tempo,…
Sobre Ariel Martínez, clarinetista argentino fallecido en 1989 en un accidente de tránsito.
por Juan María Solare
Les voy a contar sobre un amigo clarinetista que fue compañero mío en varias asignaturas del Conservatorio Nacional de Música en Buenos Aires. Ariel Martínez. Tocaba además clarinete bajo en la Banda Sinfónica Municipal. Pero murió en 1989 en un accidente de auto. Tendría unos 26 años, no es edad para morirse. Después conocí a los padres. Vivían en la calle Bucarelli en…
Purtroppo ho visto il comunicato rai di qualche ora fa in cui i vertici si dissociano da quanto detto da “un artista” ieri sera ed esprimono piena solidarietà all’ambasciatore, alla comunità ebraica e al popolo di isra*le. Tra l’altro letteralmente subito dopo le parole di Ghali a domenica in, dove ha risposto alle dichiarazioni dell’ambasciatore e fatto tremare tutta l’azienda praticamente.
Non è che mi stupisce, chiaramente, ma c’ho sperato nel loro silenzio, sarò onesta. C’ho sperato che non prendessero parola, che facessero finta di niente, ma chiaramente sono stata ingenua.
Purtroppo Sanremo non deve farci dimenticare che la rai questo è. E questo sarà sempre. Di Palestina tocca parlare noi, dobbiamo farlo noi. E magari cercare di supportare anche un artista su cui chiaramente si accaniranno tutti, che probabilmente non vedremo più sulla rai e che ha alzato la voce lo stesso in piena consapevolezza e sapendo anche che le sue parole hanno un peso diverso da quelle di una persona bianca e italiana (infatti di dargen non sta lamentando nessuno). Lui ha cantato che è un italiano vero ma non è certamente da italiano che lo stanno trattando.
Sono amareggiata wallah, quanta strada c’è da fare.
"antimeridionalismo" infatti hanno votato in massa Angelina Mango che si sa, è nata a Bolzano.
Vittimismo ne abbiamo?
Queste cose sia mai che le scrivete senza anonimo ❤️ le persone a cui mi riferisco sono quei giornalisti che hanno CHIARAMENTE e ampiamente dimostrato di essere contro (passami il termine) Geolier in quanto canta in napoletano e soprattutto perché fortissimo al televoto. Ti devo citare le cose dette ieri? “Vorrei sapere la provenienza di questi voti perché chiaramente non vengono da qui” oppure “Non ti vergogni ad aver rubato il posto a..” tutte frasi con retrogusto stereotipante. Su Angelina e su qualsiasi altro artista del sud non si è fatto un discorso uguale perché non erano al primo posto e non erano i “più forti” del festival e soprattutto hanno tutti portato una canzone in italiano e non in dialetto.
Non è vittimismo, è aver visto e sentito per anni battutine pungenti sul napoletano/su Napoli in generale.
Ci sono cose che possono essere classificate come battute.
Cose che possono essere classificate come critiche.
E poi ci sono cose che sono semplicemente odio nei confronti di Napoli. Pregiudizi. Stereotipi.
"Non è questo il posto dove parlare di ciò"
Questa è la frase che è stata detta contro gli artisti che hanno parlato di genocidio, richiesto un cessate il fuoco. Detto semplicemente che dei bambini stanno morendo, che la pace è l'unica via.
Quale miglior posto di lanciare un messaggio se non a Sanremo? Dove per una settimana l'Italia intera si ferma e non si parla di altro.
Ho visto un Sanremo pieno di richieste d'aiuto.
Dal mondo lgbtq+r, dal messaggio passato sottofondo di Mengoni quando con il Preserbacino ha detto "ogni bacio è uguale".
Dalla dedica di BigMama al mondo queer.
Da Dargen, Diodato e Ghali. Dal cessate il fuoco.
Dalla frecciatina di Ghali all'intera politica, perché lui è italiano.
Perché tutti noi siamo italiani, ma siamo anche parte dello stesso mondo.
Dagli agricoltori in difficoltà, da tutti noi, in difficoltà.
Ho visto un artista insultato solo perché ha deciso di esprimere la propria arte nella propria lingua.
Abbiamo visto un'Italia antimeridionalista, razzista, omofoba, misogina e sessista scandalizzarsi di fronte a una richiesta di pace.
Abbiamo visto ancora una volta quell'assurda retorica del "se sei antifascista, sei comunista"
La verità è che tutto gira nelle schifose etichette che ci diamo, che tutto gira dentro questo mondo saturo di opinioni e che ciò comporta l'assenza di esse.
Se sei contro il Genocidio di Gaza, non sei antisemita, sei solo una persona che ha rispetto per i pari diritti. Ed è assurdo
dire che qui è tutto normale
Per tracciare un confine
Con linee immaginarie bombardate un ospedale
Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane
Non c’è mai pace