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#cose personali che non interessano a nessuno
noth94 · 2 years
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Diritti? Non è la marca dei cioccolatini?
Diritti? Non è la marca dei cioccolatini?
Ahhh… che bello vivere in questo millennio, sono passati solo 22 anni dall’inizio è già si sente in lontananza l’eco del 1400, dove guerre, pestilenze, miseria, negazione dei diritti fondamentali dell’uomo e tanto altro, vengono meno per dare spazio al credo degli stessi che davano la caccia alle streghe… quale miglior tempo in cui vivere? Ancora nel 2022 dobbiamo constatare che nessun diritto è…
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staipa · 5 months
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/limportanza-di-lottare-per-i-diritti-degli-altri/?feed_id=1133&_unique_id=656878954f05c %TITLE% L'impegno per il bene comune è qualcosa tutti vorremmo in una società civile e democratica, ma spesso le persone tendono a lottare solo per le cause personali, dimenticando l'importanza dell'impegno collettivo. Ci sono miriadi di temi che stanno a cuore a ognuno di noi, il tema dei femminicidi, il tema delle grandi migrazioni, il tema delle discriminazioni etniche o di genere, il tema del lavoro precario, il tema delle morti sul lavoro, il tema del tombino intasato davanti a casa, il tema di non c'è sufficiente crema pasticcera nei cornetti del bar che frequento. Non importa quale sia il tema di fondo, ognuno ne ha uno o più che ritiene fondamentali, necessari, importanti sopra ad ogni altro. Il problema è che la gran parte delle volte quello che manca per risolvere la problematica è l'impegno collettivo. Si organizza una manifestazione, un incontro, una raccolta di firme e quasi invariabilmente il risultato è poco più che nullo. Molte manifestazioni sono fatte in maniera che fa quasi imbarazzo, dieci persone con un cartello, impianti voce da cui non si sente nulla se non si è a un metro dal'oratore, scelte di orario che impediscono a chiunque abbia un lavoro di partecipare. Perché è così difficile trovare la motivazione per l'impegno collettivo? Esiste un individualismo dilagante nella società o ci sono altre cause ancora più profonde? Senza un impegno comune è davvero difficile cambiare le cose, spesso impossibile. Ci si trova a sentirsi la classica goccia ma senza qualcuno che ci aiuti a diventare oceano e mi ricorda l'eterno dilemma del musicista dilettante: -"Nessuno viene a vedere i nostri concerti" -"Tu sei andando a vedere quelli degli altri?" Promuovere l'impegno collettivo non è solo un dovere morale, ma anche una scelta strategica per costruire una società più inclusiva, più felice per tutti. Sia quelli che la pensano come te, sia quelli che la pensano diversamente da te. La tendenza a lottare solo per le cause personali, probabilmente, è il risultato di una società che incentiva l'individualismo e la competizione. Le pubblicità, gli sport, la cultura tendono a spingere per farci sentire unici, per farci acquistare qualcosa che ci farà sentire migliori degli altri. L'uso strumentale dei social, la propaganda politica, la visione distorta dello sport ci hanno portati sempre più a una polarizzazione, a una logica del tipo o sono il migliore o faccio schifo, e se io sono il migliore a fare schifo sei tu. Ma non è tutto qui, sono la burocrazia, le difficoltà a comunicare con le istituzioni a far si che i problemi sociali sembrino troppo grandi e complessi, a scoraggiare, a far pensare che tutto sommato sia meglio starsene sul divano a guardare una serie tv piuttosto che metterci la faccia e provarci con il rischio di aver solo speso energie inutilmente. Meglio occuparsi di problemi più concreti e diretti, altro che povertà, riscaldamento climatico, pace nel mondo. Eppure proprio maggiore impegno porterebbe diversi vantaggi, non solo quelli legati alle dirette istanze ma anche a livello individuale e collettivo. Si tornerebbe a sviluppare un senso di appartenenza e di identità condivisa, aiuterebbe a creare una comunità coesa e solidale, permetterebbe di condividere risorse e competenze, rendendo più efficace la soluzione dei problemi sociali. Quelli che ci interessano direttamente oltre che quelli che non ci toccano nel profondo. Ogni battaglia potrebbe essere resa più forte dalle persone, dai mezzi che le persone possono mettere a disposizione per le altre cause, anche solo materialmente, le casse audio, la capacità di organizzare, la voce. La gran parte delle altre battaglie finiranno per avere una ricaduta anche su chi ora non è interessato, basti pensare all'eterno disinteresse dei giovani per i problemi legati alle pensioni che prima o poi finiranno per
dover affrontare, quello sui problemi del lavoro in cui chi non è direttamente toccato non si impegna ma che si stanno allargando a macchia d'olio, quello sulle discriminazioni di genere che potrebberi ricadere su sè o sulla propria prole o i propri cari, quello della gestione delle grandi migrazioni che ci coinvolge tutti anche se non siamo noi a spostarci, quello della sanità di cui poco ci interessa finché stiamo bene ma di cui ci lamentiamo ogni volta che abbiamo bisogno di cure, si potrebbe andare avanti ore ad elencarne. L'assenza di impegno in tutte queste istanze ha essenzialmente una forte e semplice causa comune: l'affermazione che ci sono cose più importanti. Ci sono sempre cose più importanti. Siamo bravissimi a lamentarci quando un problema passa vicino e ci sfiora, siamo ancora più bravi a dimenticarcene e ignorarlo appena esce dal contatto ravvicinato. Soprattutto di fronte a un aperitivo, o un fine settimana in montagna, o una bella partita di pallone. Perchè mai perdere tempo con un'istanza poco interessante o lontana nel futuro quando posso portare avanti un'attività che crei piacere nell'immediato? Meglio un uovo oggi, che una gallina domani. Si riduce a questo. Solo se l'uovo si rompe alziamo la testa, controlliamo attorno e iniziamo a lamentarci che nessuno si impegna. -"Nessuno viene a vedere i nostri concerti" -"Tu sei andando a vedere quelli degli altri?"
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sorrisicollaterali · 2 years
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Avete scopato fino al giorno prima ? Ti veniva dentro ?
Direi che queste sono cose personali che qui non interessano a nessuno
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Cose che dovresti sapere su @basically-im-a-clown:
1) Il blog nasceva come parodia di altri blog.
2) Doveva chiamarsi "non sapevo di essere un clown."
3) Il nome è stato scelto con la consapevolezza che anche i blog stranieri potessero comprenderlo.
4) Alcune frasi sono estratte da canzoni che scrivo.
5) La maggior parte delle frasi sono citazioni mie.
6) Non contiene alcun materiale pornografico.
7) Non vi sono informazioni personali come l'età, il luogo di nascita e l'orientamento sessuale, in quanto le ritengo informazioni di poco conto.
8) Queste cose non interessano a nessuno.
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Sarah Felberbaum: «Ho scelto per amore»
Figlia di padre americano e di madre inglese, avrebbe potuto lavorare all’estero. Ha invece deciso di rimanere in Italia per realizzare il suo sogno accanto a Daniele De Rossi. In quest’intervista parla di lui, del ruolo delle donne, dell’occasione «mancata» di Dissenso comune, del caso Brizzi, e del desiderio di un progetto «che mi appassioni»
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Lei non si sente italiana: «E purtroppo o per fortuna, sperando che nessuno si offenda, non lo sono. Mio padre è un ebreo americano di origini russe-ungheresi cresciuto nel Bronx. Mia madre una londinese abituata all’indipendenza e al viaggio che lui corteggiò a lungo e conquistò a fatica dopo che lei, al culmine di un litigio, era fuggita per mesi con un’amica in Africa. Io sono nata in Inghilterra, vivo a Roma e credo di essere pronta ad abitare ovunque.
Sono figlia di influenze diverse e in fondo, avere radici in molti luoghi e da nessuna parte, non mi dispiace». Ogni tanto, quindi, Sarah Felberbaum confonde i termini, dice «omertoso» al posto di «discreto», «cadenzare» invece di «programmare» e alterna i linguaggi pur avendo chiari i termini della questione: «Ho scelto un lavoro che mi ha esposto in pubblico fin da giovanissima. Quindi ho sempre dovuto cercarmi, trovarmi e capirmi davanti a tutti. Ho attraversato i normali processi della vita, i dolori e le gioie, superando turbamenti che sarebbero dovuti rimanere intimi e che invece intimi non sono mai stati». Dopo decine di film, serie e programmi tv (l’ultimo, Cinepop, un quotidiano di 8 minuti per raccontare il cinema su Sky per cui condurrà anche la serata degli Oscar) ripensare a quando pubblicizzava telefonini con Sergio Castellitto nei ristoranti e il conto si pagava ancora in lire, fa scoprire a Sarah Felberbaum di aver estinto quasi tutti i debiti. «Avevo meno di vent’anni e oggi ne ho 37. Rispetto a ieri sono più consapevole, forte e centrata, forse ancora timida e un po’ insicura, ma finalmente pacificata. Che non tutto si potesse controllare già lo sapevo, ora ho imparato anche ad accettarlo».
Da ragazza era più difficile? «Non ho avuto un’adolescenza infernale e ho sempre avuto una bella famiglia alle spalle, ma il problema, o se preferisce la parte difficile da gestire, ero proprio io. Cercavo di capire chi ero, cosa volevo e dove stavo andando. Avevo alti e bassi, euforie e tristezze. Ci ho dovuto lavorare tanto».
A che scopo? «Per non perdermi, per essere concreta, per gestirmi, per evitare di fare delle cazzate e quando parlo di cazzate, parlo di cose serie. Ho iniziato a lavorare molto presto e presto sono diventata economicamente indipendente. Non possedevo gli strumenti, ma avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a orientarmi, che mi desse una mano a non farmi male e a non pensare di risolvere tutto semplicemente uscendo la sera».
Chi le ha dato questa mano? «Nonostante l’amore che i miei genitori non mi hanno mai negato, l’analista. Il dispiacere di mia madre me lo ricordo ancora. “Dove ho sbagliato?”, diceva. Oggi siamo quasi all’abuso, ma un tempo l’analisi sembrava una cosa da stregoni».
Per un periodo fece la modella. «Senza traumi. Era tutto molto divertente e io sono sempre stata un soldatino. La vita mi ha offerto tante occasioni, le ho cavalcate tutte e poi ho scelto quello che mi piaceva di più. Cambiare spesso abito mi sembrava normale, naturale. Mi era capitato anche a scuola. Avevo studiato per anni in quella americana, poi, quasi fosse un esperimento, passai a quella italiana. Mi iscrissi follemente in un istituto gestito dalle suore. Mio padre come le ho detto è ebreo, mia madre protestante, io non sono stata neanche battezzata. Non avevo il permesso di fare l’ora di religione e quando andavamo giù in chiesa occupavo regolarmente l’ultima fila».
Prima di fare l’attrice a tempo pieno condusse Unomattina. «Ero ancora nella fase in cui non sapevo cosa volessi fare da grande e non ero felice. A forza di svegliarmi tutti i giorni alle 4 di mattina avevo perso la cognizione del tempo. Finita la stagione iniziai a studiare da attrice. Conoscevo Piergiorgio Bellocchio, il figlio di Marco e gli chiesi consiglio. Mi mandò da sua madre, Gisella Burinato, un personaggio meraviglioso, una donna forte, particolare, severa e determinata. Quando non facevi quello che ti chiedeva, ti lanciava una scarpa sul palco. A me piaceva».
Le piaceva essere presa a scarpate? «Mi piaceva e mi piace ancora la verità nei rapporti personali. La verità non deve essere per forza violenta. Può essere anche delicata. A un sorriso falso comunque, anche se può ferire, ho sempre preferito la sincerità. La battuta di Troisi in Pensavo fosse amore invece era un calesse è formidabile».
Quale battuta? «La fidanzata lo tradisce e gli amici, malevoli, glielo vanno di corsa a riferire. Lui è dispiaciuto più con loro che con lei: “Ma queste sono cose che non si dicono – si lamenta – perché siete tutti così sinceri con me?”».
Con Il gioiellino, il film sul crac Parmalat, venne candidata al David di Donatello. «Per il mio ruolo avrei dovuto recitare al fianco di Toni Servillo. Non l’avevo mai incontrato e all’appuntamento stabilito per il provino mi presentai tesissima. “Come va?”, provai a dire per rompere il ghiaccio e lui, masticando un sigaro tra i denti, sibilò: “Oggi mi rode il culo”. “Non ce la faremo mai”, pensai».
Ce la faceste. «Lavorare con Toni è stato un dono, ma all’inizio avevo il terrore di deluderlo, di disgustarlo, di non essere all’altezza. Pensi sempre che attori così grandi non respirino, non ridano e non si lascino mai andare. Toni invece è speciale e molto spiritoso. Una sera, su un divanetto dell’albergo, ci raccontammo le nostre vite bevendo vodka».
Quanto è difficile oggi per un attore italiano avere i ruoli che desidera? «È una corsa a ostacoli che ogni tanto si rivela straziante. A volte ti domandi perché hai scelto un mestiere così incerto e altre invece godi e hai le risposte a tutti i tuoi dubbi. Vivi di piccoli attimi, di fiammate, di ricerca. Insegui un bel progetto o un ruolo in cui pensi di poter dare qualcosa e spesso non arriva né l’uno né l’altro. Il resto è un galleggiare tra accettare o rifiutare, cercando di capire quanto ti possa fare bene dire troppi no».
Le capita? «Io ne dico tanti. Mi propongono delle lunghe serialità che non mi interessano più, oppure ruoli che non sento miei. Se mi offrono una parte che capisco non potrà mai essere mia preferisco rifiutare. È una prospettiva comunque migliore che ritrovarsi ingabbiati in una situazione che ti rende infelice».
Lei è inglese, non ha mai pensato di andare a lavorare all’estero? «Quando recito in inglese provo qualcosa che non riesco a sentire quando lo faccio in italiano. Così, dopo aver interpretato Il gioiellino avevo preso contatti per rimanere in America con un’importante agenzia. Prima ottenni in modo non facilissimo un incontro e poi, quando sembrava tutto avviato, tornando in una delle pause a Roma, venni travolta da una storia d’amore».
Parla di Daniele De Rossi, calciatore della Roma, il padre dei suoi figli Olivia e Noah? «Lo avevo già incontrato, tornai a frequentarlo allora ed ebbi l’intuizione di fermarmi perché stavo vivendo finalmente qualcosa di vero e diverso da quel che c’era stato fino a quel momento. Non me la sono mai più sentita di andarmene. Se fossi partita, avrei rinunciato a lui per la mia carriera. Sapevo che sarebbe stato impossibile conciliare le due cose, ma Daniele è l’amore della mia vita e non mi pentirò mai di quella scelta. Sono stata sempre molto individualista, ho sempre pensato prima a me e poi agli altri. Con Daniele è cambiato tutto. Di lui ti puoi fidare. È intelligente, dissacrante, spiritoso. Ha un enorme senso dell’umorismo, proprio come mio padre. Papà ha 88 anni. Inizia ad avere i suoi acciacchi. “Come stai?”, gli chiedo e lui: “Benissimo, oggi ho preso il Toradol, non sento più nulla».
Sua madre? «La loro storia è stata tumultuosa. Si sono lasciati, ripresi, inseguiti. Lui aveva un’altra famiglia e all’epoca il divorzio era un tabù. Quando lei si stancò dell’impasse, si allontanò e finì in Africa da un’amica infermiera. Lui la cercò ovunque. Le mandò un biglietto di prima classe per poter tornare in Italia e lei lo rivendette per prolungare la permanenza e poter continuare a viaggiare. Sono diversissimi, ma nutro grande ammirazione per entrambi».
Ha ammirazione anche per Asia Argento? Quando il caso Weinstein era agli albori, nello scorso ottobre, lei ritwittò un suo post. Da allora sono accadute tante cose e nel documento delle artiste italiane, Dissenso comune, documento che ad Argento non è piaciuto, c’è anche la sua firma. «Veder litigare le donne tra loro mi fa molta impressione. C’è una cattiveria, una rabbia quasi, che mi spaventa e mi mette a disagio. La lettera l’ho firmata, ma è ovvio che mi auguro non si rivelino solo parole messe in fila. Mi aspetto che accada qualcosa, ma non so se in Italia ci sarà mai il coraggio di fare la rivoluzione in atto negli Stati Uniti».
La lettera le sembra debole? «L’ho firmata e non posso rinnegarla solo perché intorno al testo si è scatenata una polemica. Può essere più o meno debole, ma è importante che ci sia. Non capisco perché ci si debba subito urlare in faccia e non si possa semplicemente iniziare un percorso. È fondamentale parlarne, prima in Italia lo facevano in pochissimi».
Asia Argento e Miriana Trevisan hanno parlato. «Posso non essere come Asia, posso non avere la sua veemenza, ma la ammiro. Ha avuto le palle. Ha aperto una porta. Adesso è ora di andare avanti. E tanto per essere chiari, penso sia importante la sua verità esattamente come quella di Miriana Trevisan. Non mi permetterei mai di giudicare o di metterla in dubbio. Quando ho letto le loro parole, qualche tempo dopo le loro reazioni alla lettera, avrei voluto parlare con Asia, ascoltarla, sapere perché si era scagliata contro Dissenso comune. Mi interessa e forse lo farò. Le chiederei: “Questo documento secondo te è sbagliato? Come si può fare a migliorarlo?”. Non so cosa sia accaduto per farla allontanare, non so se ci siano ragioni valide o ragioni deboli. Però mi resta la sensazione amara dell’occasione mancata».
Anche le ragazze che hanno denunciato in tv le molestie di Fausto Brizzi hanno diritto di essere credute? Lei con Brizzi ha lavorato. «Ma sì, perché no? Anche se credo che le denunce andrebbero fatte nelle sedi appropriate e non in tv, in Italia nessuno, escluse Asia, Miriana Trevisan e le ragazze che si sono esposte alle Iene, ha mai affrontato il tema. Posso dirle un’altra cosa?».
Prego. «Parlare pubblicamente di Brizzi mi mette in grande difficoltà. Conosco lui. Ma conosco anche sua moglie Claudia e la figlia che hanno avuto. Non oso pensare cosa stiano passando e se immagino che tra dieci anni, Penelope, cresciuta, leggerà le cose che dicono su suo padre sto male».
Lei è l’unica attrice nota che si sia espressa sul tema senza difendere aprioristicamente Brizzi. «Non posso difenderlo a priori e non posso neanche sostenere che sia colpevole. Non so cosa sia accaduto davvero tra lui e quelle ragazze, ma so che è importante parlare della questione senza voltarsi dall’altra parte e senza trattarla come un tabù. Spero di non ascoltare più un Weinstein scusarsi e giustificarsi sostenendo che essendo cresciuto in un’epoca in cui le donne venivano trattate come oggetti, si era adeguato all’andazzo. Nessuno deve dare più per scontato che la donna sia debole. Sa perché?».
Perché? «Perché se siamo unite, deboli non siamo».
(Vanity Fair  22/02/2018)
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d-a-r-e-d-a-r-e · 6 years
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Can you see into her eyes?
Gli occhi urlano questo, da una parte, ma dall`altra eterna gratitudine per essere rimasto nonostante lei non l`abbia ascoltato in quel dettaglio atipico che è la sua vita. « mi riporti in vita ogni volta » rispetto al suo perdersi costante in mondi che non sono questo qui, in vite altrui, in mariti scomparsi nel lontano medioevo.
Leading you down, into her core
« e smettila con l`insolenza ed il sarcasmo, perché io non sono » Zara. Una pausa notevole, sbiancando - per modo di dire - alla minaccia dei suoi stessi pensieri intrusivi « una stupida. »
Where she’s become so numb, without a soul
« Dimostramelo » in ultimo. Una richiesta di dimostrarle che Zara non è importante, probabilmente, racchiusa negli occhi convinti e decisi che osservano i suoi. Una sorta di pretesa ultimata, mentre gli si avvicinerebbe semplicemente per farsi spazio tra le sue braccia, con il corpo a scontrarsi contro il suo, ancora stringendogli la mano. Lo guarda negli occhi con coraggio e vanità, ma ha labbra troppo serrate per permettere alle sue, di labbra, di prevaricarle. E' semplicemente lì a sfidarlo silenziosamente e tentare di stringere il suo cuore tra le piccole mani bronzee che si ritrova, per sperimentare che batta, quanto batta, e se vale la pena essere importanti.  
Her spirit's sleeping somewhere cold 
Il discorso dei libri dell`altro fa parte di quelle ombre che preferisce mettere da parte, concentrandosi soltanto sulle briciole di aura che un po` tutti i maghi hanno lasciato al di sopra, con le loro storie e passioni. Magari due giovani sposi che urlano tra di loro e litigano per chissà cosa. Piccolezze che non le interessano assolutamente, ritrovandosi a non Vederlo e a non considerarlo, preferendo semplicemente camminare nel più strano dei silenzi. Scosta il capo distratta, cercando David, poiché non ha ascoltato una sola parola pronunciata dall`altro. 
Until you find it there, and lead it, back, home
Resta sospeso lui in quell`istante ch`è lo scattante flettersi del braccio, agile a ricondurla a sé invece che a sbattere contro la parete, fermo e troppo vicino a confrontarsi con quel suo disperdersi in se stessa. Cosa, cosa importa? Un ampio respiro gli gonfia il torace prima che, tra pause infinite e silenzi irreali, lui finisca per sollevare il braccio destro per cirgerle il capo e chiuderle la sua fronte contro di sé mentre il braccio sinistro permane semplicemente rigido lungo il fianco maschile a concederle comunque spazio di fuga e il mento sporge alla vista nuovamente il pomo d`adamo largo sul collo. Che non gli importi nulla è su questa facciata da schiaffi impregnata di tutto il disinteresse che può rivolgere al mondo mentre fissa le nubi sfumate di rosso dal tramonto calante. « Questo va bene? »
Wake her up inside Wake her up inside Call her  name and save her from the dark
« Jacquelyn »
Bid her blood to run
Un sospiro soffocato a quel movimento di lui, lasciandosi baciare il collo ed arricciando le labbra, portando leggermente il mento verso l`alto e serrando gli occhi con l`ennesimo progressivo movimento automatizzato. Labbra dischiuse e il piacere che si cela dietro il gesto altrui. Le gambe sono improvvisamente liquide, il corpo fluido come quando Vede cose, la testa in panne ed il mondo che le gira piacevolmente attorno, tanto da doversi poggiare al banco dietro di lei e a lui, con l`altra mano libera. 
Before she comes undone
Riapre gli occhi piano, scossa da un brivido di freddo che ha fatto rabbrividire la sua pelle a tradimento. Le palpebre pesano di atroce consapevolezza, mentre riapre gli occhi sul soffitto arzigogolato ed antico dell`infermeria. Il corpo totalmente indolenzito per la caduta dovuta allo svenimento. 
Save her from the nothing she's becoming.
Flette le sopracciglia, mentre corre e piega le braccia per favorirsi maggior movimento, tenendo d`occhio la palla, senza ricordare, ora, dove sia. O meglio: fissa IRIS che sta per lanciare la pluffa verso DAVID, tant`è che guarda lui. Si ritrova colpita in pieno, però, beccandosela in pieno petto e senza averla vista. Tant`è che, senza capire, rimane impalata, a labbra dischiuse e con troppi interrogativi nella testa. Ed il gioco di fuga da Azkaban continua attorno a lei.
You can't just leave her
« CAZ- FAI » a Jacquelyn, aggressivo quanto nella forza impressa contro il bolide. Scatta rabbioso lui, adirato.  E' un ringhio tra denti stretti digrignati quello che accompagna il suo colpo e che non scompare ma anzi sembra alimentarsi, ferino, della visione di J che ancora pare distratta a mezz'aria, abbastanza quanto meno da farla restare ferma e quindi facile da evitare. Forse ha sbagliato un po` apposta la manovra del polso per mancarla, forse ha forzato troppo le braccia per diminuirne la forza di rilancio... ma lui ha voluto bersagliare lei.  
Breathe into her and make her real
Inevitabile che esistano altri modi per farla sentire viva con lui, tant`è che lo fissa a sua volta, arricciando le labbra e sospirando altrettanto piano. Flette le sopracciglia con calma alquanto inevitabile, così come si accorge di risultare retorica in una maniera quasi fastidiosa, mentre parla con lui. Socchiude gli occhi, perdendosi in paure tutte personali che non esterna, mentre lascia scivolare i capelli in avanti in onde voluminose e profumate d`Utopia che le coprono parte del viso che lui si riserva di guardarle, accanto a lei. « E poi quando tu non ci sei come faccio a sentirmi viva? » 
Bring her to life
Sbatte le palpebre, tradendo il suo essere sveglia con un sospiro più rumoroso degli altri precedenti. Il corpo totalmente indolenzito per la caduta dovuta allo svenimento. Veggente ma non abbastanza da aspettarsi David seduto accanto a lei, tanto da spostare il capo e probabilmente incrociare il suo sguardo in quei momenti in cui lui, amaramente, veglia su di lei. Allungherebbe un braccino unicamente per toccarlo e stringere il tessuto di qualsiasi lembo di maglia o pantalone toccato. Per sapere se sia reale o frutto della sua immaginazione, dato che sta cominciando a dubitare di ciò che vede.
Frozen inside, without your touch
« No » una pretesa, una convinzione, mentre le labbra vengono dischiuse altrettanto rapidamente unicamente per pronunciare quella sillaba tanto convinta e tanto infrangibile che lascia emergere un muro, tra di loro. Un passetto indietro dato da quelle ballerine in vernice. L'aria sfiora gli arti, accarezzandola nella stanchezza inevitabile che si porta addosso. « Non posso darti questo privilegio, così come non posso darlo a mia madre o a me stessa. » Perché lei si perde e non esiste pozione curativa che tenga. « Suppongo non avrò niente. » La verità è che sulle note delle ultime parole di lui che sta già andandosene via da quel vicolo, intenzionata a non voltarsi indietro. La sua fronte non avrà toccato la sua, poiché si sarà già incamminata via, desiderosa di gettarsi quei "brutti" sentimenti alle spalle. 
 Without your love 
.« L'ho già trovato, spazio per te. Ti ho dato tutto lo spazio di cui avevi bisogno, quando stavi con Zara. E non ti sto ignorando. Non ti ignoro mai, non so cosa tu voglia, da me. Ti do già troppo di quanto non dia ad ogni essere in questo castello.  Io non sono come le altre di cui ti circondi  »
« Ma chi? » E' improvvisamente duro a chiederle, con tanto di rotazione irritata del capo, teatrale abbastanza da reclinargli del tutto la testa all'indietro. « Ma di chi stai parlando e cosa vedi, perché se solo osi mettere parola su Evanna o Zara- » 
Only you 
Tutta la tensione è sul torace, a risalirgi sulla nuca e tenere serrata la mandibola scura. Si inoltra nello spazio della rete elastica che affonda sotto il suo notevole peso muscolare così da recuperare, una volta inginocchio, il corpo più sottile di Jacquelyn. Esala un respiro in quel momento, rivelandosi molto più cauto di quanto la scocciatura possa lasciar intendere, per la maniera in cui ha cura di accoglierla tra le braccia in una posizione che carichi il capino di lei sulla propria spalla ed eviti alle braccia di penzolare nel vuoto, raccolte piuttosto nel ventre femminile. « Ben ti sta. » le mormora sulla tempia, severo, con un altro profondo respiro, mentre si muove per allontanarsi dal centro del campo e quindi intraprendere il percorso verso l'infermeria, lei svenuta tra le braccia.
Among the dead
Cosa le dona? Se lo chiede, tra battiti di ciglia e sorrisi inevitabili. Nessuno che si ferma, in quel cataclisma d`emozioni, dove lei persiste ancorata al suo busto ed agita i piedini di tanto in tanto, per scosse d`adrenalina frequenti. Adrenalina che lui non permette di perdere, per la strada, dato che la sola sua presenza scatena sentimenti solitamente tenuti repressi. Quel sorriso inevitabile sul volto, occhi ben aperti e la ricerca, costante, dello sguardo o del sorriso altrui. « Anche a te. » Probabilmente il pronunciare il suo nome o semplicemente guardarla, non lo sapremo mai, probabilmente. Le labbra ancora curvate verso l`alto in un sorriso caldo, il mento sollevato verso di lui, per poterlo osservare al meglio. E se lo prende con tutta la prepotenza del caso, in movimenti che non le competono per davvero, avvinghiando al meglio le gambe contro il suo busto ed osservandolo con insistenza impalpabile. Le labbra sfiorano le sue, gli occhi ancora socchiusi e quelle dita, che, ancora prepotenti, s`appropriano dei suoi abiti per indirizzarlo in sua direzione.
She's been sleeping a thousand years it seems
Non può far altro che impugnare la mazza per Vedere strafalcioni di gioco in cielo che non stanno avvenendo per davvero. Perché lei, dopotutto, non riesce a capire che la vita di squadra si sta volgendo al di sotto. Ed è quando che quegli attimi finiscono e la vista torna quasi lucida, che il fatidico David sparisce dai suoi occhi, per scoprirlo spiacevolmente al di sotto, tra urla ed esclamazioni poco commestibili per la sua lingua perfettamente british ed educata. Dischiude le labbra infinitamente preoccupata, però, nel notare la netta differenza tra ciò che Vedeva nel cielo e ciò che avviene al di sotto. Distratta abbastanza, persino, da non vedere il bolide arrivarle addosso, per quanto concentrata a tentare di capire cosa sia appena successo, di nuovo. 
Got to open her eyes to everything
« Mi riferivo a questo » Lo sguardo s`abbassa a inquadrare di nuovo Jacquelyn e così seguire la direzione del bacio con cui è lui a chiederle di alzarle un po` il viso - trascinandosi in sua direzione con un passo al lato delle sue gambe e la destra alzatasi sul mento femminile a guidarla e insegnarle ancora. A baciare, a dischiuderle le labbra con le proprie e saggiare piano quel calore umido della bocca.  « Resta con me. » Mormorato più rocamente contro la sua tempia. « Devi restare con me. »
Don't let her die here
Ed è vuoto tutt'intorno. O forse soltanto buio, un irrefrenabile ed inarrestabile buio. Perché se per lui, lei è un Santuario, per lei, lui, è tutto ciò che possa avvicinarsi all'idea di una Casa. « Resto » la presa, salda, sul polso di lui. « Ma solo se anche tu resterai con me » dolci ricatti d'attenzione. « E se mi dovessi perdere ... ti lascerò pretendere le tue attenzioni. » Quelle manine, ancora selvagge, che cercherebbero il suo viso da sfiorare ed accarezzare. Occhi che vorrebbero intravedere nell'oscurità che sta cominciando a piombare attorno a loro, data la vittoria delle Tenebre. « Stai con me »
Bring her to life 
« Ripensa a questo, prima di dormire. »
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stefanopisoni · 4 years
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LINKEDIN CONTENT STRATEGY: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE
Stai pensando a come creare una content strategy su LinkedIn? LinkedIn è sicuramente uno dei social migliori per creare il tuo Personal Brand e ottenere tanta visibilità.
Purtroppo non è sufficiente condividere contenuti di altri utenti e pubblicare un post ogni tanto. Non voglio dirti bugie, creare o affermare il tuo personal brand sarà un processo lungo ma che ti assicuro ti darà tantissime soddisfazioni a livello personale e professionale. Tutto si basa sul creare valore e condividerlo con le persone giuste.
Contenuti, opinioni, idee e ragionamenti che ti permetteranno di emergere nella tua nicchia o nel tuo settore.
“Eh ma io non ho tempo di creare contenuti” “Non so cosa scrivere e di cosa parlare” Se stai pensando a questo, chiudi questa guida e non perdere tempo. La “via breve” non esiste e chiunque ti promette di farti diventare riconosciuto come un esperto e riempirti di Clienti sta mentendo.
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Nel momento in cui sto scrivendo, Settembre 2020, LinkedIn solo in Italia ha più di 13 milioni di iscritti, è la terza community europea per grandezza e il 79% dei manager è presente su questo social network, per il 70% è infatti una delle fonti di informazione più credibili, al pari del Wall Street Journal e di Forbes online (The Digital Trust Report, Business Insider Intelligence, 2017)
Per quanto riguarda i contenuti sulla piattaforma, gli aggiornamenti dei feed vengono visualizzati oltre 280 miliardi di volte all’anno. Devo aggiungere altro? COME PUBBLICARE ARTICOLI SU LINKEDIN? Questa è una delle domande più frequenti.
Ma pubblicare articoli su LinkedIn è solo una piccolissima parte di quello che dovrai fare (anzi, forse una delle meno importanti, visto che i post ottengono molta più reach). Per capire come e cosa pubblicare, dobbiamo prima parlare dell’algoritmo di LinkedIn. COME FUNZIONA L’ALGORITMO DI LINKEDIN?
Come probabilmente saprai, ogni piattaforma social ha un algoritmo che dovrebbe determinare cosa deve visualizzare ogni utente. Questo è importante per due motivi (in realtà i motivi sono diversi ma questi due sono quelli che ci interessano di più): 1) l’utente per avere una piacevole esperienza in piattaforma deve visualizzare contenuti che sono più affini ai suoi interessi e simili ai contenuti con cui interagisce di solito.
2) l’utente deve poter scoprire nuovi contenuti e l’algoritmo deve decidere quali contenuti di terze parti mostrare al nostro utente, basandosi sui post con più interazione in quel momento e che si ritiene siano di maggior valore per lui
Sia chiaro, non conosco l’algoritmo di LinkedIn (nessuno lo conosce tranne LinkedIn stesso) ma dopo aver pubblicato decine e decine di post e averne analizzati centinaia, possiamo dedurre come funziona per sfruttarlo a nostro favore. Ma l’aspetto tecnico non ci interessa, ti sto raccontando questo solo per porre le basi di questo articolo, il nostro obiettivo è quello di capire come creare una content strategy per LinkedIn.
I contenuti che pubblichi su LinkedIn vengono classificati e visualizzati dagli altri utenti  in base alla reputazione del tuo account, al modo in cui gli utenti hanno interagito con i tuoi contenuti in passato e a ciò che tutti gli altri hanno pubblicato durante la giornata e nei giorni subito precedenti.
OGNI POST È UNA SFIDA In poche parole, se uniamo i concetti dei due punti precedenti, giungiamo facilmente ad una conclusione.
Ogni contenuto che vedi su LinkedIn è in competizione con gli altri post pubblicati nella stessa giornata, perché LinkedIn può mostrare solo un determinato numero di contenuti a un singolo utente in un dato momento. Ci tengo a spiegarti queste cose per motivare il perché andremo a prendere delle decisioni nella creazione della tua content strategy.
Queste informazioni dovrebbero esserti sufficienti e possiamo passare alla parte successiva, dove vedremo cosa fare per creare una content strategy su LinkedIn, ma se ti interessa approfondire, ti consiglio di leggere questo articolo “People You Know, Talking About Things You Care About”
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PROFILO PERSONALE O PAGINA AZIENDALE?
Un altro aspetto fondamentale da considerare. “Stefano, dici che è meglio che pubblico sulla mia pagina aziendale o sul mio profilo personale?” Premesso che una cosa non deve escludere l’altra, è risaputo che i post dei profili personali tendono ad avere prestazioni migliori di quelli pubblicati con le pagine aziendali. 
Questo perché le persone sono su LinkedIn per connettersi con altre persone e altri professionisti e non sempre hanno molto interesse nel seguire una pagina aziendale o un brand. Il motivo è presto spiegato. Quando mi collego con un professionista su LinkedIn mi aspetto di leggere informazioni interessanti sul suo business o la sua area di specializzazione, ricevere indirettamente del valore e avere magari la possibilità di scambiarci due parole o di far nascere un confronto o una collaborazione. Quando seguo una pagina aziendale, so che probabilmente troverò contenuti pubblicitari e aziendali, finalizzati a vendermi qualcosa. Non approfondisco ora il discorso pagina aziendale LinkedIn perchè ne ho parlato ampiamente qui, ti basti sapere che pubblicare contenuti sul tuo profilo personale è imprescindibile. FOTO, VIDEO, PDF O SOLO TESTO?
Rispondere a questa domanda è piuttosto semplice. Inserisci un elemento visivo (foto o video) solo se ha strategicamente senso nel contribuire al tuo post. Prima di tutto, dimenticati le immagini stock. Se è vero che un elemento visivo può rendere il tuo post più piacevole alla vista, deve servire ad uno scopo e non essere semplicemente un’aggiunta senza senso per prendere 2 like in più.
Qui non c’è una regola generale. I documenti PDF ora funzionano molto bene in termini di reach, ma non vuol dire che devi pubblicare solo quelli.
Video, foto, documenti PDF e post di puro testo funzionano bene su LinkedIn purchè il contenuto sia di valore. La cosa bella di LinkedIn è che è molto meritocratico, se il tuo post funziona (indipendentemente da quale tipo di contenuto visivo tu abbia utilizzato) allora l’algoritmo lo farà vedere ad altri utenti. E anche a questa domanda abbiamo risposto.
GENERA INTERAZIONE E USA GLI HASHTAGS
Tutti consigliano di inserire una domanda alla fine dei tuoi post per generare interazione giusto? Non si può dire che sia un consiglio sbagliato, ma questo non vuol dire che tu debba abusarne.
I post su LinkedIn si sono uniformati tantissimo e questo è un peccato, penso che nessuno debba perdere la propria identità e il proprio stile. Sicuramente però ci sono dei modi per creare un post correttamente: – Headline – Breve intro/storytelling
– Corpo del post
– CTA
– Hashtags Ma questo non vuol dire che tutti i post, per avere successo, debbano essere così. Vuoi un esempio? Eccolo
No headline, no hashtags, 53k views e 56 ricondivisioni. Perchè? Perché queste infografiche piacciono agli utenti di LinkedIn, generano curiosità e conversazioni (vedere i commenti) e il contenuto viene visto come un contenuto informativo di valore. Mi piace iniziare molti dei miei post con una domanda o una frase ad effetto per attirare il lettore e invogliarlo a continuare a leggere.
Quindi, se da una parte è vero che i contenuti possono avere una struttura vincente (soprattutto se sei all’inizio e non sai da dove cominciare), dall’altra parte quando avrai preso un pò di fiducia puoi fare dei test e concentrarti sulla tipologia di contenuto e sul valore più che sulla forma.
(senza però dimenticarti che i tuoi contenuti devono fare parte di una strategia per trasformare il lettore in una lead, ma di questo ne parliamo più avanti) Per quanto riguarda invece gli hashtags, usano 2-3, inseriscili alla fine del testo o nella headline per far risaltare la parola chiave (COVID, nel caso del mio post) ma ti consiglio di non farcire il testo del tuo post di hashtags per cercare di strappare 5 views in più.
CERCA DI ESSERE COSTANTE
Cosa intendo con essere costanti? Intendo che creare una content strategy su LinkedIn è relativamente semplice (anche se, più alzi il valore, più diventa time consuming) Ma creare contenuti non è sufficiente, dovrai poi pubblicarli con costanza, rispondere alle interazioni ed essere attivo costantemente su LinkedIn. Se vuoi scoprire come ottenere il massimo dal tuo profilo LinkedIn (senza Sales Navigator) clicca qui, lo spiego nel dettaglio in questa guida. Come regola generale, ti consiglio di ragionare su 8 contenuti al mese, due a settimana. Concentrati sul valore e non sulla quantità. Quando dico valore, intendo che il post deve essere immediatamente utile a chi lo legge, non semplicemente una lista di consigli poco pratici finalizzati a farti fare visualizzazioni. Parlando di valore, essere costanti non è facile, però mi rendo conto che tanti professionisti sottovalutano la loro conoscenza e danno troppe cose per scontate (è successo anche a me..) Quindi? Pubblica con costanza, pubblica contenuti di valore, interagisci con i commenti e con gli utenti su LinkedIn e non abbandonare il tuo progetto di Personal Branding dopo pochi contenuti pubblicati e attieniti alla tua LinkedIn Content Strategy.
Se ti prendi il tempo per pubblicare contenuti di qualità, dedica qualche minuto in più per monitorare le risposte che ricevi e interagire con le persone. Ricevi delle richieste di collegamento? Cerca di far nascere una conversazione. DOVE INSERISCO I LINK? Non ho nominato i link nella sezione precedente perché meritano un capitolo a parte. Vuoi inserire un link nel tuo post? Inseriscilo nel primo commento (dicendolo nel testo del post “Link nel primo commento”) per non essere penalizzato dall’algoritmo di LinkedIn.
Se puoi, condividere approfondimenti direttamente nel tuo post anziché condividere un link al tuo sito web.
Se l’approfondimento è un testo molto lungo e articolato, metti il link nel primo commento. Vuoi condividere il link ad un video su Youtube? Puoi inserire il link nel primo commento o scaricare il video e caricarlo nativamente su LinkedIn (ricordandoti di citare l’autore se il video non è tuo).
È ORA DI CREARE LA TUA LINKEDIN CONTENT STRATEGY
Ora hai le informazioni che ti servono per creare la tua strategia di contenuti su LinkedIn.
I punti che abbiamo visto sopra sono le fondamenta della tua strategia, ma vediamo insieme altri suggerimenti che ti possono essere utili per pubblicare contenuti con successo.
Crea un piano di contenuti
Se vuoi essere costante ed evitare di perdere motivazione sul lungo periodo, fai così. – Scrivi su un foglio 4 argomenti di cui vuoi parlare o per cui vorresti farti conoscere
– Cerca quei 4 argomenti online e per ogni argomento leggi i top 3 articoli che ti appaiono su Google – Apri un file Google Doc e inizia a preparare un post sul primo argomento, parlando di quell’argomento ma inserendo un tuo personale elemento differenziante (che può essere la tua opinione a riguardo, il tuo approccio, una tua esperienza) Hai appena creato il “corpo” del tuo post. – Ora scrivi sopra a questo testo una headline accattivante (non esagerare, ma non essere neanche troppo blando, deve comunque attirare l’attenzione)
– Inserisci una CTA alla fine e 2-3 hashtags 
– Prepara un’immagine, un video o un documento da allegare al post se è contestualizzato. Hai creato il tuo primo post! Ora ripeti per gli altri 3 argomenti. Complimenti, hai appena creato 2 settimane di contenuti. Cosa fare ora? Pubblica i tuoi post e interagisci con i commenti o con chi ti scriverà e alla fine delle due settimane cerca di capire cosa ha funzionato, cosa no e prepara altri 4 contenuti. Ti consiglio di far così, soprattutto, all’inizio, perché 1) aver i contenuti già pronti diminuisce molto la frizione nel pubblicare un contenuto 2) dedicando uno slot di tempo alla creazione di più contenuti ottimizzi il tempo e hai un’idea più completa dei contenuti che vai a creare
I tuoi contenuti non devono essere fine a se stessi Cosa voglio dire con questa affermazione? Che produrre contenuti di valore e di qualità aiuta senza ombra di dubbio a posizionarti come un esperto/a agli occhi dei tuoi target clienti, ma potrebbe essere un procedimento molto lento. Per far si che la tua LinkedIn content strategy renda al massimo ricordati di: – ottimizzare il tuo profilo LinkedIn (trovi qui la guida) Grazie ai tuoi contenuti otterrai visite al tuo profilo LinkedIn, assicurati di averlo ottimizzato correttamente!
– utilizzare diverse strategie di Lead Generation
– iscriverti al minicorso gratuito su Linkedin Lead Gen & Personal Branding
Per questa guida è tutto!
A presto, Stefano
L'articolo LINKEDIN CONTENT STRATEGY: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE proviene da StefanoPisoni.
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ggdbcheapsale-blog · 5 years
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Ci sono versioni in coppia di come chi lavora sinceramente, il mezzo con cui lo completo è ora questo. Abbiamo tutti diversi barattoli di marmellata, e molti altri contenitori lo Golden Goose Outlet anno davvero, in base al quale dividere la mia busta paga. Le brocche raggiungono ogni volta una somma di investimenti immobiliari e spese extra nella mia nuova vita. Se il barattolo viene svuotato, Partner non è in grado di permettergli di avere uno di quei tipi solo fino a quando non ci sarà un po 'di soldi in quale barattolo. La salute è diventata ricchezza. Supponendo che di solito non ci sia una quantità adeguata di funzioni, che cosa è normalmente lo sterzo dell'elemento per tutto il Golden Goose Scarpe empo? Pensa in relazione alla tua dieta equilibrata e salutare ed esercita un regime di routine. Applica le scale invece della scala mobile a volte. Passa attraverso i tuoi obiettivi, se la tua società ricorda, così come ha suggerito i tuoi obiettivi per aspetti completamente della tua vita, non ora finanziaria. Quindi imposta i tuoi obiettivi di benessere e tieni questo tipo di. Il senior management dell'azienda è andato vicino ai pronostici e ha dichiarato la propria approvazione. Il sito era il loro piano semplice, ma categoricamente brillante. Dentro di fatto, a seguito o perfino consiglio i consumatori ottennero solamente i successi che lui aveva predetto. Lo proclameranno prontamente che sei semplicemente geniale e gli paghi felicemente l'ingente onorario del ragazzo. Ottenuto il nome di 'Best Brew Brewer Brewer' dall'America tramite l'Essential American Ale e il Festival del vino, oltre a numerosi altri premi e riconoscimenti, dovrà Scarpe Golden Goose Saldi ornire altre indicazioni usando solo i modi migliori divertente questo eccellente microbirrificio insieme alla sua birra leggera. Partendo da Chicago, è solo una buona e veloce traversata del metrò a Flossmoor, che fa davvero risparmiare preoccupazioni legate al bere alla guida. E poi ci sono nove microbrew disponibili, che vanno dalla Zephyr Colour Ale per essere in grado di Iron Deer Stout. Un preferito (e un po 'insolito) sarebbe la sua Chessie Cherry Whole wheat Ale e il suo Roundhouse Raspberry, che generalmente combinano birrifici con aromi di kiwi, una moda popolare per i paesi dell'Unione Europea che apprezzano davvero la Svezia e persino il Belgio. Che cosa hai lavorato instancabilmente per rafforzare le tue risorse finanziarie? Stai ancora facendo il lavoro per soldi o i risparmi personali sono operativi per il pubblico? La tua azienda sta facendo che queste cose specifiche e ricche di successo siano o potrebbero essere te quando le orme di come i poveri e anche, su cui la strada di un disastro monetario? Quelli che ci interessano stanno già rapidamente scheggiando ogni loro uovo del marchio Golden Goose Deluxe che in particolare ha trattenuto un galleggiante completo per produrre il lungo periodo passato. Ma in breve tempo, per essere un nido di ovuli per l'età della pensione, è diventato facile diventare un paio di mesi di denaro che aiuterà a sopravvivere. Qualche tipo di persona che è associata alla comunità deve dirti che le piccole imprese di successo sono di nuovo le ossa legate all'America. Ora la tua organizzazione potrebbe mantenere le esitazioni relative alla disponibilità in generale di carta. Forse non tutti pronunciano il fisico dal momento che hanno di nuovo lo stipendio (nella maggior parte delle aree). Tuttavia, se questa è la tua situazione, è diventato un intervento attraverso il quale. Tu in termini di mercato di base durante uno degli inserzionisti a costo zero. Positivamente non nessuno tweeze 1 di tipi, ma le persone esatte che fanno lo faranno sarebbero shopping. Qui è inoltre che un posto importante per consentire loro di mettere coupon stampabili. Anche quelli pieni di fango visitano un modo molto più lungo.
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romana73 · 5 years
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REYLO E THE DARKEST MINDS, QUALCOSA SU CUI RIFLETTERE...
Post scritto da ME. Le gifs animate riportate NON SONO MIE e NON APPARTENGONO A ME IN NESSUN MODO.
Questa sera ho visto “The Darkest Minds”, film del 2018, per la regia di Jennifer Yuh Nelson, trasposizione dell’omonimo romanzo di Alexandra Bracken. Il film ha poco in comune con Star Wars e i Reylo ma svolge temi simili: la famiglia, la sua mancanza e, come il ricercarla, può essere una debolezza. In questo post desidero, però, rispondere ai fan che accusano Kylo Ren di ABUSARE di Rey, di MANIPOLARLA. Io consiglio: guardate questo film, il personaggio di Clancy Gray (interpretato molto bene dall’attore Patrick Gibson) e capirete COS’E’ la VERA MANIPOLAZIONE e L’ABUSO. Nella seconda metà del film, la protagonista Ruby Daly, in possesso del potere di entrare nella mente altrui e manipolarla, si trova tra due fuochi: da una parte Liam Stewart, giovane telecinetico, famoso per aver salvato centinaia di ragazzi con poteri, ma con altrettanti nemici, specie perché non si fida e non crede a nessuno, con cui è nato un sentimento. Dall’altra parte, Clancy Gray, figlio del Presidente, dotato dello stesso, identico potere di Ruby. Clancy è a capo di un’ACCAMPAMENTO segreto, in cui i ragazzi con poteri possono vivere sicuri e sereni.
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Ruby e Clancy sono gli unici a possedere il potere di entrare e manipolare la mente altrui. Per cui, quando Clancy offre a Nancy il suo aiuto per imparare e controllare il potere, lei accetta entusiasta, felice di poter condividere questo dono con qualcuno. Fermo, ma dolce e gentile, Clancy spiega a Ruby di voler usare il loro potere per creare un nuovo mondo, in cui i ragazzi con potere possono vivere in sicurezza, “cambiando le menti delle persone”. Ruby segue diligentemente le lezioni di Clancy e, quando lui le domanda il permesso di entrare nella sua mente per vedere il suo ricordo più doloroso e segreto, Ruby accetta, sollevata di poter confidarsi con qualcuno... a dieci anni, infatti, senza neppure essere consapevole di ciò che faceva, Ruby ha cancellato il proprio ricordo dalla mente dei genitori, che non l’hanno più riconosciuta e nemmeno ricordano di avere una figlia... fermiamoci un attimo.
CLANCY CHIEDE IL PERMESSO A RUBY DI ENTRARE NELLA SUA MENTE. LO FA CON DOLCEZZA E GENTILEZZA. Le stesse che usa perché Ruby accetti di prendere la sua mano. In special modo, l’arma usata da Clancy è l’EMPATIA. Alla prima lezione mostra a Ruby il ricordo dei terribili esperimenti condotti su di lui, con il permesso del padre per tentare di curarlo:
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Al contrario, Kylo Ren non chiede il “ permesso” per entrare nella testa di Rey, lui ENTRA, sfondando la porta. Fruga nelle memorie intime di Rey non per empatia, ma per dare alla ragazza una PROVA DI POTERE e quando si offre come maestro di Rey, lo fa tra un fendente e l’altro di spada laser:
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Ciò nonostante, sappiamo da Snoke che Kylo prova COMPASSIONE per Rey. Kylo non dice a Rey di unire i poteri per creare un mondo migliore e sicuro, ma per creare un NUOVO ORDINE. Niente abbellimenti con Kylo, ma la palese e brutale VERITA’.
Proseguendo, Clancy confida a Ruby di essere interessato a una capacità che possiede solo lei: cancellare i ricordi dalla mente altrui. Clancy desidera imparare tale tecnica e per aiutarlo, Ruby permette al ragazzo di entrare nella sua mente e studiare il suo ricordo più doloroso: la notte in cui lei cancellò il suo ricordo dalla mente dei genitori. Appreso ciò che desiderava, Clancy cambia: blocca Ruby a letto, cercando di baciarla con la forza, ma lei lo colpisce e scappa. Avvisato Liam, lui, Ruby, Ciccio e la piccola Zu, cercano di scappare, ma Clancy li blocca e...non è solo. Clancy si rivela essere il capo di tutto, anche dei campi di concentramento in cui Ruby, Liam, Ciccio e Zu erano rinchiusi. I ragazzi dell’organizzazione sono suoi sudditi e, da anni, Clancy ha rinchiuso il padre, buttando via la chiave. Usando il suo potere, Clancy blocca Liam, iniziando a picchiarlo selvaggiamente, mentre i suoi uomini tengono bloccati Ruby, Ciccio e Zu. Clancy dice a Ruby di non preoccuparsi, cancellerà questi brutti ricordi e tutto ciò che a lui non piace dalla sua mente, creando la Ruby perfetta, quella che lui desidera...Clancy lascerà, ovviamente, Liam vivo, così che potrà vedere come lui ha plasmato Ruby...
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Io so che tutto questo può ricordare la parte finale di “Star Wars. Episodio VII. Il Risveglio della Forza”, quando furioso, Kylo blocca la fuga nella foresta di Rey e Finn, mettendo lei fuori combattimento e ferendo gravemente Finn ma, in realtà, esiste una GRANDE DIFFERENZA : Kylo NON HA MAI FINTO DI ESSERE CIO’ CHE LUI NON E’. Nel momento in cui Rey lo insulta, chiamandolo MOSTRO, Kylo CONFERMA DI ESSERLO :
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Kylo NON blocca Finn per picchiarlo tranquillamente, ma si batte con lui in un normale duello, pur sapendo di essere più forte. Kylo non fa bloccare Rey dai soldati per mostrarle il male che lui fa a chi lei ama. Nel momento in cui Kylo uccide Han, lui IGNORA che Rey è presente e non uccide Han per far del male a Rey, ma per MOTIVI PERSONALI, in cui Rey non c’entra. Kylo NON E’ VIGLIACCO, lui è sempre sceso in campo in PRIMA PERSONA, BATTENDOSI SENZA TRUCCHI E INGANNI. Al contrario di Clancy, Kylo Ren mostra subito il PEGGIO di se a Rey. La ragazza sa benissimo chi lei ha davanti e di cosa è capace Kylo, tanto che la prima volta in cui lei rivede Kylo, grazie alla connessione della Forza, lei gli SPARA:
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La vera MANIPOLAZIONE e l’ABUSO, per me, è quello di CLANCY che, prima, crea un rapporto di vera e propria EMPATIA con Ruby, inducendola, deliberatamente a credere di aver finalmente trovato una famiglia, per poi pugnalarla alle spalle. Kylo avvisa Rey che il suo ricercare la famiglia in chiunque E’ IL SUO PUNTO DEBOLE. Senza contare che Clancy progetta di trattare Ruby come un giocattolo, una bambola, da programmare come vuole lui.
La cosa strana è che i pochissimi paralleli offerti dal film The Darkest Minds con Star Wars, interessano Ruby e LIAM, considerato un EROE dai ragazzi, una spina nel fianco dalle organizzazione, soprattutto per la Lega, di cui Liam è un ex membro e che lui odia:
“Lei mi ha detto che la Lega vuole aiutarmi, poi sono scappata, ma... se mi fossi sbagliata, se mi aiutassero?”
“Non ti serve l’aiuto della Lega, ok?”
[...]
“Mio fratello è entrato nella Lega per primo e lui ha sempre ragione, così sono entrato anch’io. Ci hanno fatto una marea si promesse. Ci hanno insegnato a usare i poteri. All’inizio su cose stupide, come oggetti o pupazzi, poi ci hanno mostrato come si rompe un braccio, ma io non volevo diventare un soldato arruolato. Preferisco morire, ma non ci torno”
[...]
“Quelli della Lega non sono tuoi amici!”
( Ruby e Liam, dal film “The Darkest Mind”)
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“ Dove sono?”
“Sei mia ospite”
“Dove sono gli altri?”
“Intendi gli assassini, traditori e ladri che tu chiami amici?”
[...]
“Vedo l’isola e... Han Solo. Lo vedi come il padre che non ha mai avuto. Ti avrebbe molto delusa”
(Rey e Kylo Ren, dal film “Star Wars. Episodio VII. Il Risveglio della Forza”)
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“Che cos’è?”
“E’ un regalo di compleanno che mi ha fatto mio padre. E’ l’ultima cosa che mi ha dato. Mi dava l’impressione di non essere sola...”
“Ehi, tu non sei sola”
(Liam e Ruby, dal film “The Darkest Mind”) 
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“Non mi sono mai sentita così sola...”
“Tu non sei sola”
( Rey e Kylo Ren, dal film “Star Wars. Episodio VIII. Gli Ultimi Jedi”)
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Quasi bacio :
Darkest Minds:
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Reylo:
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Interessante è che, alla fine, Liam diventa il “Principe dai mille nemici’”, mentre per proteggerli e aiutarli, Ruby cammina “verso la LUCE”
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Reylo:
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nowherejpg · 6 years
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Qualcosa di profondamente sbagliato dove da sbagliata ci passo io.
SCUOLA
Non vado bene a scuola, francamente, non me ne frega un cazzo, non studio perchè ho semplicemente altro da studiare, libri su libri che adoro e mi interessano, sfortunatamente quelli di scuola non rientrano nella mia lista. Ciò ha portato, nel corso degli anni, alla creazione del mio sapere personale, più vasto e profondo di tutte quelle persone che hanno 10 imparando a memoria. Ma da stupida vengo trattata io. Ironico, no? La scuola che dovrebbe insegnarci ad imparare (obbiettivo che, a mio parere, ho centrato) si focalizza invece su un voto, una sintesi che ci racconta quanto sai meglio, o peggio, un’argomento rispetto a tutti gli altri. Insegnano a mille persone diverse le stesse cose! Solo io lo trovo assurdo?! Capisco la cultura generale, ma la persona, nella sua bellissima unicità perde tutto il suo valore. Ci insegnano ad essere parte della massa, ecco cosa; Il loro scopo è instaurare nei nostri giovani e condizionabili cervelli l’etica del buon cittadino, con i valori della famiglia (giusto velatamente sessisti), dell’amore e di tutti quelle cose che dovrebbero essere soggettive ma che lo sono sempre meno. Promuovono la curiosità e quando la usi vieni penalizzato; a tal proposito porto un episodio che mi è successo settimana scorsa: -premettendo che vado male in matematica perchè i primi due anni non abbiamo avuto il professore, ma in fisica vado bene poichè si tratta di mera logica- chiesi al mio attuale professore se si poteva fare matematica contestualizzata, ovvero, niente sterili equazioni prive di senso ma equazioni relative a cose reali dove x e y, valori che non sappiamo a cosa si riferiscono e che troviamo con una formula da studiare a memoria, diventano invece valori precisi relativi a situazioni specifiche. Ha detto no, perchè la classe si sarebbe trovata in difficoltà e non avrebbe capito. Ora, è assurdo, no? Ha praticamente detto che preferisce far andare bene gli stupidi tanto non capiscono in ogni caso e gliela rendiamo più semplice così. Ma da sbagliata ci passo io! Lo trovo ingiusto, ma sono l’unica a quanto pare.
DROGA
Fumo le canne da 5 anni, ormai, mi aiutano a studiare quelle cose che non mi interessano, a dormire siccome ho problemi di insonnia e a gestire l’ansia. Mi fanno stare bene; essere felice; mi fanno distaccare per un attimo da un mondo che mi fa schifo. Rimane comunque sbagliato se mi faccio un paio di cannette, diventa un problema di tutti il fatto che IO fumi, non solo il mio. Però non fa alcuno scalpore un tredicenne qualsiasi che finisce in coma etilico, l’etica di massa semplicemente lo accetta. Con ciò non sto dicendo che sono contro l’alcol, le mie sbornie le ho fatte anche io e sarebbe ipocrita; Sottolineo semplicemente come le scelte personali vadano costantemente a rifarsi ai pareri della massa come se centrasse qualcosa con l’individuo che ne viene inglobato e affogato. Arrestano ragazzetti con un joint in mano di continuo ma le retate per la cocaina non ci sono mai; chissà perchè; un giro di soldi più vasto che comprende persone più altolocate rispetto a dei ragazzini che fumano (basta soffermarsi sul prezzo per capirlo, un grammo d’erba lo paghi 10, uno di coca 80 se ti va bene), una sostanza più pericolosa sia per la questione della dipendenza psico-fisica che da sia per la pericolosità stessa della sostanza che viene tagliata con sostanze spesso cancerogene che, se in quantità sbagliate possono uccidere. Oggettivamente ci sono più morti per la coca che per le canne -per le quali non si è mai registrato un morto, sia chiaro- (sto parlando della sfera droghe quindi non mi soffermerò sulle morti causate dall’alcol che le persone accettano perchè legale). Ora, pensate che l’opinione pubblica accetterebbe l’arresto di quel famoso finanziere/avvocato che fa uso di coca? No. È più semplice arrestare un sedicenne con 5g d’erba a uso personale. Con ciò: non mi interessa se fai uso di coca (parlo di coca ma sottintendo tutte le droghe pesanti) perchè io scelgo di non farlo non significa che tu non possa scegliere di farlo o che sia un mio problema. Questo è profondamente sbagliato a parere mio, un meccanismo malato, capite? Mi porta a chiedermi se la massa abbia fottuto a tal punto i cervelli da essere una delle poche persone a vederlo, perchè passo per sbagliata cazzo e non lo trovo giusto perchè trovo il mio ragionamento profondamente logico.
SOCIAL
Questo è un’argomento che ultimamente mi sta facendo impazzire. Sto scrivendo su un social quindi è un discorso particolarmente ipocrita ma comprensibile; ora mi spiego. I social hanno inequivocabilmente cambiato il nostro modo di comunicare, le interazioni infrapersonali, l’amore. Non si può tornare indietro e non rimane altro che adattarci, cosa che trovo particolarmente triste. I social promuovono la superficialità, tendiamo a valutare, pensare di conoscere, chiamatelo come vi pare, una persona dal suo profilo social, più è completo di informazioni e più l’illusione di avere davanti una persona in tutte le sue sfaccettature ci appare chiaro; mi accorgo solo io che tutte le sfaccettature si trovano su uno schermo piatto? Non è reale. Non capisci proprio un cazzo da un profilo social ma la convinzione del contrario si sta sempre più radicando nelle nuove generazioni, una piccola massa a parte, in crescita che diventerà la società di domani. Una società basata sulla superficialità. Siccome quella attuale non faceva abbastanza schifo ci stiamo impegnando a peggiorarla giustamente. Nessuno legge più. I libri stanno morendo, e con essi tutta la conoscenza e le capacità che ne derivano. Per fare un esempio: non posso usare termini di linguaggio alti con i miei compagni di classe perchè non li conoscono o li capirebbero, anzi, riderebbero, come mi è successo proprio oggi, ho usato la parola “Opinabile”, che adoro in particolare modo e sono stata accusata d’averla inventata. Come ad andare fieri a non sapere usare le parole. La forma meno astratta che abbiamo del nostro pensiero sta diventando sempre più superficiale andando a minare lo stesso nostro pensiero. E i social non sono che il mezzo di questo passaggio. Per non parlare dei like tattici! Tutti li mettono perchè è, appunto, diventato normale approcciarsi in questo modo, ma solo a me ricordano tanto quando alle elementari ci lanciavamo i bigliettini con “Vuoi metterti con me SI/NO <3”?! Sempre meno gente con le palle. Provarci con una ragazza offrendole una birra al bar è diventato utopistico! Una cosa così bella nella sua semplicità è andata a perdersi, rendendo sempre più superficiale anche l’amore, il primo sguardo, che è il più bello, non esiste più. E sono io, ribadisco, a pensarla in modo strano!
Detto ciò penso di essermi dilungata anche troppo e so che nessuno si soffermerà a leggere un testo così lungo preferendo citazioni profonde come una pozzanghera con l’autore sbagliato citato sotto. Però se qualcuno dovesse mai leggerlo, fatemi sapere -pleaseeee- cosa ne pensate, per sentirmi meno sbagliata o magari per confermarmi che lo sono. 
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noth94 · 2 years
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Anno che va... sorprese che trovi
Anno che va… sorprese che trovi
Ebbene sì, sono ritornata tra i vivi (più o meno)! (ㆆᴗㆆ) Ok, lo so, di essermi dimenticata del post mensile di dicembre e che negli ultimi mesi non ho scritto più di tanto, ma… alcune volte c’ho pure provato, li iniziavo, ma non riuscivo mai a finirli (-‸ლ) Figuratevi che ho persino scritto una mezza recensione/sfogo sull’ultimo film di Resident Evil che, anche guardandolo dall’esterno e…
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7disera-blog · 11 years
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Solo due cose.
La prima è che oggi ho pensato tanto a mia nonna che non ricorda praticamente niente, e mi sono comprata un quaderno enorme, con i fogli tutti bianchi, così nel caso in cui dovessi avere la (s)fortuna di invecchiare e di non ricordare niente, potrò rileggermi. E riguardarmi, perché ci attaccherò tante foto, e ci metterò tutti i biglietti dei treni che prenderò, dei film che andrò a vedere al cinema e gli scontrini dei libri che riuscirò a finire. Ci metterò di tutto, perché a qualcuno ricordare non piace, ma io senza il mio passato impazzirei, quindi è ufficiale: alla veneranda età di 27 anni ho iniziato un diario. La seconda è che domani tornerò a lavoro dopo cinque giorni in cui sono stata assente perché ero malata. Sono così sicura di me che ho l'ansia perché ho paura di arrivare lì domattina e sentirmi dire: "no guarda, puoi tornare a casa, abbiamo preso un'altra ed è molto più brava di te...quindi vai pure" Questo sul diario non ce lo scrivo, me lo voglio dimenticare.
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noth94 · 3 years
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31 Luglio... FINALMENTE!
31 Luglio… FINALMENTE!
Ormai mi riduco sempre a fine mese per questi “resoconti“… capitemi… con +40°C all’ombra e la voglia di vivere che rasenta il piano terra del mio palazzo, dove io starei quasi negli ultimi piani (quindi potete immaginare), mettermi al pc a scrivere qualcosa di sensato e chiedermi troppo (quelle 40+ bozze nella cartella di WordPress non contano). (-‸ლ)Quindi oggi sarò breve e concisa (anche perché…
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noth94 · 3 years
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"Salvini" non è sinonimo di democrazia
“Salvini” non è sinonimo di democrazia
Evito la politica come la peste, soprattutto quella italiana, perché è come la leggenda di Babbo Natale: tutti ne parlano, alcuni ci credono, ma nella realtà non esiste. (Mi dispiace per chi non avesse avuto la notizia prima d’ora, ma non me ne pento; nel caso pensavate di raccontare questa balla ai vostri figli… evitate. I bambini sono intelligenti (almeno la maggior parte) e vi assicuro che…
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noth94 · 4 years
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Quando i Maya non fanno bene i calcoli
Quando i Maya non fanno bene i calcoli
Nota Bene: Per chi ancora, non avesse compreso il mio modo di argomentare, spiego in questa nota che il post è ironico, e nel quale non intendo ledere nessuno, è solo un post per fare un riassunto tragicomico di quanto stia accadendo in questo periodo (che 2012 scansati proprio), quindi Sì, dico proprio a te buonista dei miei gironi che stai in agguato pronto a rompere i maroni conle solite frasi…
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noth94 · 4 years
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Coronavirus: Quando il vero problema non è il virus
Coronavirus: Quando il vero problema non è il virus
Inizio Premessa. È da circa un mese che mi chiedo se sono tenuta a scrivere un pensiero su quello che sta accadendo, più che nel mondo (poiché lì sono avanti anni luce), qui in Italia “sfortunatamente il paese dove vivo e dal quale non posso andarmene (volente o dolente)“. Quindi ho pensato, “ma si dai, almeno mi sfogo un po’ su questa situazione di cui ne ho letteralmente le palle piene”…
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