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#genitori e figli
clacclo · 6 months
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Ci sono voluti quasi 45 anni perché io e mia sorella riuscissimo ad avere un rapporto pacifico, ma ora finalmente riusciamo a parlare tranquillamente di quanto nostra madre sia una manipolatrice seriale e nostro padre sia un depresso anaffettivo.
Se ci penso, trovo miracoloso il fatto che sia io che mia sorella non ci siamo suicidati e non siamo diventati tossicodipendenti! I danni ci sono stati lo stesso, ovviamente, le nostre vite avrebbero preso una strada diversa e ci saremmo affermati nel lavoro se non fossimo stati menomati dell'autostima fin da piccoli, ma poteva andare peggio in fin dei conti...
Faccio questa confessione personale solo per dire che dai genitori di merda si può guarire, basta accettare il fatto che siamo stati vittime di patologie altrui di cui non siamo responsabili e andare avanti per la nostra strada senza cercare il loro consenso né quello altrui.
Non è facile e non è privo di dolore, di errori e di ricadute, ma è l'unica strada percorribile se non vogliamo diventare come le persone che tanto male ci hanno fatto...
L'insegnamento di certi genitori, più spesso di quanto vorremmo, è per negazione: cosa non vogliamo diventare, come non vogliamo comportarci, a chi non vogliamo assomigliare. Prima lo si capisce e meglio è, perché se muoiono prima che ce ne siamo emancipati psicologicamente c'è il serio rischio di prendere il loro posto!
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libero-de-mente · 8 months
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Quando il branco di bestie non arriva all’uva se la prende con la forza, dicono che era consenziente e pensano, in fondo, che l’uva acerba è tr0ia. La madre di uno del branco aggiunge che l’uva acerba è una poco di buono. Donne (madri) che odiano altre donne (figlie) pur di salvare il membro del branco che hanno partorito e diseducato.
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scogito · 11 months
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Questo video è stato messo online per un momento goliardico.
Tuttavia è interessante notare come i bambini esprimano i propri talenti continuamente. Se questo ragazzino prende lezioni di danza non si può sapere, ma nel caso tutto questo gli venga naturale e spontaneo io mi farei qualche domanda.
Osservate i vostri figli. Specialmente quando giocano, specialmente quando fanno le cose per conto loro.
Ci sono luci dappertutto.
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catsloverword · 8 months
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Quando, a 16 anni, tua figlia esce di casa alle 7:00 e ti scrive un messaggio dicendo:
"Buongiorno. Aspettami per colazione, grazie ❤️"...
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...allora ti rendi conto di aver fatto un ottimo lavoro 😍
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"Ti voglio bene se fai la brava (o il bravo)”:
Quanti bambini si sono sentiti rivolgere frasi simili?
È il paradigma dell'amore condizionato "al fare" e non "all'essere". Il messaggio che viene veicolato è che per essere amati ci sia bisogno di corrispondere esattamente alle aspettative dell'altro, a costo di annullare parte della propria persona.
Questi bambini cresceranno pensando di non meritare amore per quello che essi sono. Percepiranno l'affetto come un oggetto di scambio da meritarsi e forse da adulti sperimenteranno delle relazioni che partiranno con quel gap iniziale di chi si deve meritare tutto.
Gli occhi che guarderanno il partner saranno gli stessi dei bambini di un tempo, che chiedevano di essere degni di una briciola di amore e di essere "visti" davvero. Resteranno e resisteranno anche di fronte alle mancanze e spesso sceglieranno un compagno che confermi l'antica credenza su di sé, a meno che qualcosa non cambi.
Impariamo quindi ad ascoltare e dar voce ai bambini che siamo stati un tempo, ma anche ai nostri figli oggi.
No, l'amore non si merita.
L'amore si dona e basta, senza condizioni.
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yourtrashcollector · 2 months
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Ma io glielo dirò lo stesso, perché per una madre ogni silenzio di verità è un aborto, ogni sacrificio di memoria è una rosolia dell'anima che genera figli deformi dentro, incapaci di ricordo, a basso quoziente di libertà.
Michela Murgia, Dare la vita
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radiosciampli-blog · 27 days
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Preparo il pranzo col cuore diviso a metà... I miei figli non si parlano quindi c'è una amarezza che solo una mamma può sentire in bocca...del resto sono grandi abbastanza per districarsi fra loro. Salsicce e friarielli penne rigate alla matriciana involtini con i piselli fragole con panna.e qualche lacrima prima che arrivino nel sospetto che forse avrei potuto fare di più come genitore...ma del resto si sa,è retorica,non esiste un vademecum per educare i figli, a volte ci azzecchi a volte no..buon pranzo e buon lunedì dell'angelo a tutti.vorrei un pò di utopica serenità. @radiosciampli
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lucabaldassari · 1 month
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LABORATORIO DI FOTOGRAFIA STENOPEICA:
Un’avventura Creativa per Genitori e Figli LABORATORIO DI FOTOGRAFIA STENOPEICA: Un’avventura Creativa per Genitori e Figli 📸✨ **LABORATORIO DI FOTOGRAFIA STENOPEICA: Un’avventura Creativa per Genitori e Figli** ✨📸 Siete pronti a immergervi in un’avventura straordinaria che unisce creatività, apprendimento e momenti indimenticabili? Sono entusiasta di invitarvi al esclusivo **Laboratorio di…
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"Fate in modo che nulla sia scontato,
che non manchi il buongiorno al mattino né la buonanotte la sera, che i vostri sguardi si intreccino sorridendo piuttosto che dissentendo,chiedetegli "sei felice" tra uno sguardo e l'altro e tra una stanchezza e l'altra ditegli "facciamo insieme”, “non preoccuparti”, “andrà tutto bene”. Ascoltatevi,ascoltatevi davvero,ascoltatevi anche in silenzio e nello stesso silenzio non smettete mai e poi mai di parlarvi e di raccontarvi.. di incoraggiarvi, di credere in voi e nell'altro ed in mezzo a tutto questo,in mezzo a voi nel mondo,organizzate l'amore e la vita. Abbracciatela la vita, la vostra e quella delle persone, di tutte le persone che,osservandovi insieme capiranno che il grande amore passa solo attraverso la grande libertà di essere se stessi e di esistere davvero.
Tiziana Cerra
Ph John-Mark Smith, Unsplash
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ilime · 8 months
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“Desideravo la bellezza e l’ho avuta: ho avuto te.”
Ada D’Adamo, Come D’aria
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Il cielo stasera era di un rosso fuoco... adatto al film che sono andata a vedere al cinema: Elemental della Disney Pixar
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Parola d'ordine: l'importanza di seguire i propri sogni anche a costo di ferire la propria famiglia, perché il sogno dei genitori non deve per forza essere anche quello dei figli.
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PS. chicca super emozionante il corto di UP a mo'di sequel prima dell'inizio del film (piango🥺)
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elosdiary · 1 year
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Piccoli per sempre
Oggi Ginevra compie quattro anni.
L’ho appena accompagnata all’asilo, ma per il suo giorno, andremo a prenderla prima. [...] Agli armadietti mi ha chiesto: - Papà, ora che ho quattro anni sono grande? - e io non sapevo cosa risponderle, perché non ero sicuro di cosa volesse sentirsi dire. Ho azzardato un: - Sì, - ma lei mi ha incalzato quasi subito dicendomi: -Io non voglio diventare grande, voglio restare piccola. [...] mi sono seduto sulla panca, me la sono tirata sulle ginocchia, e quasi stessi per confessarle un segreto le ho detto: - Sai una cosa, Ginevra? Per quanto uno possa diventare grande, se vuole può restare piccolo lo stesso. Anche da adulto. 
- E come si fa?
- Basta continuare a fare le cose che ci piacciono di più. 
Lei mi ha guardato fisso negli occhi e subito non ha detto niente, ma io sapevo che aveva capito. L’ho accompagnata in classe e prima che me ne andassi si è voltata e mi ha detto: - Papà, oggi quando torno a casa posso dipingere le ciliegie? - E io le ho detto: - Sì, Ginevra, puoi.
Poi sono uscito, ho fatto il giro dell’edificio e mi sono piazzato davanti alla finestra per il saltone di saluto. Lei mi rideva dal vetro e io pensavo solo: “Ti prego, resta sempre così”, perché a me quello che piace di più al mondo è accompagnarla all’asilo in auto e vederla saltare dietro quella finestra e ridermi con quei dentini piccoli, come se quell’immagine fosse davvero l’unica cosa in grado di salvarmi dal diventare un adulto triste e senza speranza.
- Matteo Bussola, Notti in bianco, baci a colazione
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libero-de-mente · 9 months
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𝗪𝗲𝗲𝗸𝗻𝗱 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗼
Weeknd avete letto bene, no non è un errore. Niente titolo di un film del 1989. Weeknd è un cantate e il morto sono io.
Ora mi spiego.
Figlio 2 insieme alla sua Rebecca decidono di andare a un concerto, il concerto di Weeknd a Milano per l’appunto, in una serata di luglio rinfrescata dalle tempeste monsoniche dei giorni precedenti.
- Pa’
- Dimmi Gabriele
- Domani c’è il concerto, potresti venirci a prendere?
- Ci mancherebbe certo che sì
Furono le mie ultime parole famose, del resto lasciare due ragazzi diciottenni in piena notte ostaggio dei mezzi pubblici, non proprio vicino casa, non mi andava.
I ragazzi si alzano presto, l’andata al concerto sarà autonoma: treno, metro e poi una camminata di mezz’ora. Partenza la mattina presto, ore 7:00, per un concerto che inizierà alle ore 21:00.
Come sempre i messaggi su WhatsApp durante il giorno piovono a catinelle. In realtà da parte mia, da parte sua sporadici messaggi da decifrare. Manco stesse usando un dispositivo elettromeccanico di scrittura crittografata degna della famosa “Enigma”. Così si succedono risposte del tipo:
“Ben”
“Ok, arrivat”
“A post”
“Fa hot”
“Cojon”
“So seduto”
“Mo eating”
“Mo drinking”
“Mo piscing”
“Mo ‘nizia”
Mi sembra di chattare con Cattivik, il personaggio di un fumetto che si mangiava le lettere finali, eppure studia, ha anche dei bei voti, ambisce alla carriera lavorativa nel campo della medicina.
Mi immagino se fosse medico: “Rott falang, mo gess e ripos così impar. Statt attent la pross volt, cojon”.
La sera parto con anticipo per andare con calma e senza correre a recuperare Gabriele e Rebecca. Autostrada e arrivo alla zona del concerto a Milano abbastanza tranquillo. Mi posiziono fuori dall’auto appoggiandomi a essa, si sente chiaramente il concerto. Sono molte le auto parcheggiate in quella zona, tutte contengono almeno un genitore in attesa.
Li vedi subito quelli abituati ai concerti, hanno l’aria sicura e scommetto che hanno preparato il giusto ristoro e il kit da viaggio di rientro per i ragazzi che attendono (cosa che ho capito dopo e lo leggerete). Poi ci sono quelli social, che condividono l’attesa facendosi selfie e go go, oppure postando storie dove riprendono sullo sfondo le luci e i suoni del concerto. Si sentono giovani.
Poi ci sono quelli come me. I novelli. Quelli che si chiedono se la posizione trovata è strategica, se si fosse potuto fare di meglio. Mille dubbi.
Mentre osservo questo mi si avvicina un padre della mia categoria
- Scusa sai se il concerto è da quella parte? – darsi del tu in queste occasioni è alla base per sopravvivere all’ansia della prima volta.
- Si si, è di là.
- Ho usato questa diavoleria della geo localizzazione su WhatsApp mi troveranno?
- Fidati, quelli vivono di geo localizzazione. La usano anche per trovarsi in casa “Dove sei?”, “In cucina, aspetta che mi geo localizzo”.
- Davvero? – occhi sbarrati.
- Ma no scherzavo, ti troveranno questi sono il loro metodi per ritrovarsi anche in paese.
- Ah certo, noi dovevamo girare per le vie della città col motorino per trovare la compagnia se arrivavi in ritardo, te lo ricordi anche tu?
- Si, solo che io non li trovavo mai.
- Perché?
- Perché si nascondevano da me.
- Ah ah ah, bella questa. Sei un tipo a cui piace scherzare.
- Sono serio – il suo volto si pietrifica come se fosse stato colto da una paresi. Il suo imbarazzo e percepibile.
- Ehm, io ho qua due figlie tu?
- Figlio 2 maschio e la sua compagna.
Ed è in quel momento che dalle mie spalle, zona concerto, si sente un fortissimo “Grazie MiLLanoH!”.
Ok, il concerto è finito, io e l’altro genitore vergine di concerti ci guardiamo. Come a dire sei pronto? Con cenni da Marines, in silenzio indichiamo da dove potrebbero arrivare.
Passano pochi minuti e i primi ragazzi che hanno partecipato al concerto si palesano. Arrivano da lì, ma anche da là e pure da quell’altra parte. Siamo circondati. In breve l’orda di gnu che attraversa il Serengeti è arrivata.
Cominciamo a girare con la testa come se fossimo gufi, lui si alza sulle punte dei piedi.
Lo guardo, mi guarda – Sembri Roberto Bolle sulle punte – gli dico.
- Eh, le mie ragazze non sono molto alte, tuo figlio è alto?
- Non l’ho più misurato ma credo che sia 1,87 cm – dico con orgoglio.
Ma lo sguardo di quel padre che mi squadra come a dire “l’altezza non è il tuo forte, di sicuro avranno preso da tua moglie”, mi mette in ginocchio.
Arriva Gabriele e saluto padre ansioso un po’ stronzo con la mia altezza, augurandogli buona fortuna.
- Pa’ diciotto minuti di cammino, non potevi avvicinarti? – le prime parole di Gabriele
- Gabriele era tutto strapieno, anche il parcheggio di Lampugnano era pieno.
Ripartiamo.
Percorro cento metri. E lì ci rimango per un’ora abbondante, tutto bloccato sia sulla mia carreggiata che sull’altra. I ragazzi dopo avermi raccontato, soprattutto Rebecca, del concerto crollano nel sonno più profondo. Neanche lo strombazzare di genitori impazienti e arrabbiati li sveglia. Cavolo suonano il clacson, la coda non ha fine con chi se la prendono? Con un semaforo o un incrocio che crea colonne di traffico a due chilometri?
La gente continua a sfilare camminando sulla destra, dalla sinistra e pure in centro tra le due corsie di marcia. Alcuni ragazzini molto giovani sono stati accompagnati al concerto dai genitori. Li vedo molto provati sul volto.
Se lo avessi fatto io sarei sembrato Bob Dylan al concerto di Gigi D’Alessio. Un estraneo.
Sono stanco, stanco morto quando finalmente ho raggiunto la tanto agognata tangenziale.
L’ingresso all’Autostrada è chiuso per lavori in corso. Rabbia.
Deviazione su altra autostrada ma per arrivarci devo percorrere una tangenziale trafficatissima dove una corsia è chiusa per lavori in corso.
Sono più morto di prima.
Esco nelle zone di Monza. La circumnavigo e per altre chiusure per lavori notturni viaggio per paesi e comuni diversi attraverso strade provinciali. Vedo strade da 50 Km all’ora, prostitute, gente che barcolla ubriaca e l’orologio che indica le 3:00 del mattino.
Ricordo il tempo delle strade secondarie percorse il mattino presto e di musica condivisa con amici, mentre si tornava dalla discoteca. Avevamo ancora voglia di spaccare il mondo. Oggi vorrei spaccarmi a letto.
Arriviamo a casa che sono le 3:35, penso che alle 6:00 dovrò svegliarmi. Sveglio i ragazzi, e Gabriele nota subito l’orario – Papà perché così tanto tempo? –
- È stato un viaggio un po’ complicato. Domani ti spiegherò. Ora andate a dormire? – più che una domanda era una preghiera.
Sento la sua voce, quella di Rebecca che si rivolge a me sempre come se fossi un padre. La figlia che non ho me la ritrovo in lei – Io ho un po’ di fame – mi dice scusandosi con i suoi dolci occhi.
Hanno fame, si vede. In casa tutti gli altri esseri viventi dormono di un sonno profondo, preparo loro da mangiare e li saluto. Guardo l’orologio. Due ore. Me le farò bastare. Perché per loro mi farei anche la notte in bianco, morto (di sonno) ma felice.
Cerco di fare pensieri felici prima di addormentarmi e penso a loro due. Penso alla battuta di Gabriele che rivolgendosi a Rebecca gli ha detto – Mio padre quando andava ai concerti suonava ancora Beethoven.
Beethoven, me lo immagino a un suo concerto in chiave moderna:
- Siete caldi?
- Siiiiiiì!
- Non vi sento!
- Siiiiiì!
- Non vi sento, sono sordo! Ahahahahah!
Ok meglio dormire. Sono morto di sonno con Weeknd. Può bastare.
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scogito · 11 months
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I genitori che criticano i giovani perché stanno sempre con la testa sullo smartphone, mentre loro puntano fissamente uno schermo TV, considerandolo "informarsi", potrebbero iniziare un ciclo di auto osservazione abbastanza lungo... se non altro per impegnare il proprio tempo in modo costruttivo.
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catsloverword · 10 months
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17.07.2009
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Oggi, 14 anni fa nascevi tu, dolce battufolo.
Grazie per aver riempito la mia vita in questi giorni.
Grazie per essere venuta proprio da me.
Grazie per avermi scelta come mamma.
Sei e resti una delle mie ragioni di vita.
Buon compleanno tesoro😍
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