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carloscantatore · 8 years
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FELIX - LA TENACIA DI CHI COLTIVA UNA PASSIONE
IVREA (Torino), patria dell'Olivetti, gruppo orgoglio italiano della tecnologia fino al 1999. Poi sono nati i BRAIN DEAD, oggi gruppo cult della scena Thrash Metal italiana; a formarli ci ha pensato FELIX, cantante autodidatta che per amore della musica ha addirittura provato a suonare la batteria pur di inseguire il proprio sogno: IL THRASH METAL!
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Quando ti sei ritrovato dietro al microfono, quando hai iniziato a desiderare di essere tu la voce? A dire il vero iniziai come batterista a 17 anni nel 1997 impiegando il ruolo di uno scarso batterista nella mia prima band di Heavy Metal classico chiamata LAST SORROW. Successivamente al fallimento di questo gruppo musicale incontrai nuove persone che avevano il progetto di formare una band dedita al thrash metal classico anche se i tempi non erano dei più favorevoli per il genere. Così, dopo che alcuni amici mi avevano fatto notare la particolarità della mia voce adatta al genere, mi cimentai come cantante e nel 1999 fondai i BRAIN DEAD.
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Quindi la tua prima esperienza di band (sia da sala prove, sia in concerti) quando risale? A parte la parentesi della mia prima band in cui facevo il batterista, la mia prima grande esperienza sia a livello live sia in studio furono proprio i BRAIN DEAD con i quali, dopo i primi tempi passati a proporre covers di bands con cui eravamo cresciuti tipo Slayer, Exodus, Obituray, Sodom e molti altri nomi, cominciammo a scrivere brani nostri. Iniziammo a suonare seriamente presso i music clubs di tutto il Piemonte dopo la pubblicazione dei nostri primi due demo: “Rage Of Thrash” del 2001 e “Double Face” del 2003.
Quando hai iniziato a suonare fuori dalla tua zona, quali sono i fattori che ti hanno emozionato maggiormente? Intendo i fattori che ti hanno portato a crescere la passione per il cantare la tua musica. Sicuramente il buon responso della gente che veniva a vederci: ricevevamo sempre molti complimenti, molta gente cantava i nostri pezzi e a fine show vendevamo diversi nostri demo. Ricordo di alcune grandi serate quando esistevano i mitici Pub 4 Assi a None (To) e il Woodstock Pub in Vigliano Biellese (Bi): grazie all'impatto del nostro sound il pubblico cresceva concerto dopo concerto e cosi riuscimmo ad imporci nella scena nazionale Thrash Metal dove allora vi erano davvero pochissime band rispetto ad oggi, bei ricordi. Questa era la benzina che mi spingeva sempre a dare il meglio in sede live e proseguire a credere nella mia passione della musica. Ero molto giovane, ma già con idee chiare e serietà al primo posto nel progetto per far funzionare la band bene avendo per lo più il supporto del pubblico che non era per niente roba da poco! Oggi invece pare che il pubblico dell'underground stia svanendo: molti sono pieni di sè e non si sforzano a dare supporto ad una band underground anche se il genere proposto fosse affine ai loro gusti musicali. Secondo me esiste ancora troppa Gelosia e Rivalità.
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Prima di ogni concerto quale tipo di preparazione esegui? Mah….diciamo che non ho molti rituali o qualche specie di preparazione, di solito sono una persona tranquilla nella vita di tutti i giorni ma sul palco mi trasformo e do vita a tutta la mia carica sfogando le incazzature che magari si accumulano sul lavoro o in altre cose della vita. Uso la musica come valvola di sfogo oltre che come mezzo di comunicazione per cercare di aprire le menti alle persone! Nelle prove pre-live o prima di iniziare lo show carico i miei compagni di band con frasi tipo: “bisogna spaccare tutto!” “bisogna essere convinti ed incazzati!” ahahhahah chiedi loro, possono confermare questo ahahahaha e queste incitazioni devo dire che funzionano.
Quali difficoltà hai dovuto risolvere per cantare? Non ho mai riscontrato grosse difficoltà a livello di resistenza o cali di potenza, mai; non mi ricordo nemmeno un live in cui sia rimasto senza voce prima, durante o dopo: su questo mi reputo fortunato. Sulla lingua Inglese e principalmente sulla pronuncia ho avuto alcune difficoltà: in alcune vecchie registrazioni si notano i miei limiti purtroppo ma negli ultimi anni ho cercato di migliorarmi e penso che i risultati si sentano nelle ultime registrazioni.
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La registrazione in cui ti sei ritrovato a lavorare di più tecnicamente e che ha messo a dura prova la tua esperienza per far si che il lavoro finito risultasse al meglio delle tue capacità? Nell'imminente album in uscita a Settembre degli HATEWORLD, band in cui sono membro da diverso tempo, il testo del brano “The Disease” è stato interamente scritto da me, parla dell'esplosone di un'epidemia mondiale, un virus sconosciuto che nessuno conosce e che sta lentamente uccidendo la razza umana. Le autorità sono a conoscenza di tutto ma vogliono nascondere ogni cosa tranquillizando la popolazione comunicando che non c'è alcun pericolo, che si è al sicuro. Questo pezzo mi piace molto perchè oltre ad esserci la giusta aggressività, è presente moltissima melodia e screaming vocals sul ritornello che si sposa bene con il testo. Durante le registrazioni è stato l'episodio in cui mi sono concentrato di più e sono molto soddisfatto del risultato ma con questo non voglio dire che il resto delle registrazioni lo abbia preso sotto gamba: ho dato tutto me stesso cercando di essere il più versatile possibile, unendo il mio classico stile aggressivo e tagliente alle tonalità acute e melodiche.
Avessi la possibilità di scegliere chiunque con cui poter formare una line up occasionale per suonare un tuo disco solista e portarlo in tour, chi è il bassista, il chitarrista o i chitarristi e il batterista della scena MONDIALE che recluteresti e perchè? Wow che domanda! :) fammici pensare…..mhmmm.. sicuramente come ruolo di chitarrista leader sceglierei Jeff Waters mastermind dei Canadesi Annihilator: adoro da sempre il suo stile, la sua tecnica, la sua estrosità e la sua follia! Il suo stile fin da quando ero adolescente mi ha sempre colpito e dischi come “Alice In Hell”, “Never,Neverland” e “Set The World On Fire” li ho davvero consumati. Al basso sceglierei Dave Ellefson dei Megadeth: oltre ad essere un bassista eccezionale, mi è sempre stato molto simpatico, non sò il perchè!! :) Come batterista mi piacerebbe Tom Hunting degli Exodus: una macchina dietro le pelli che per me rappresenta il top degli old school thrash drummers in quanto ha energia, tiro e precisione all'ennesima potenza! Per una seconda chitarra mi piacerebbe Gary Holt sempre degli Exodus, inutile dire che la sua cattiveria è notevole: composta di riff taglientissimi e assoli che sono rasoiate. Penso che in coppia con Jeff Waters il risultato possa essere devastante come un forza della natura pronta a distruggere la terra!!! ahahahahah!
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Grazie mille FELIX per la tua disponibilità, sono sicuro che riceverai ulteriori soddisfazioni dal mondo della musica metal se continuerai a viverla spontaneamente come hai fatto fino ad oggi, BRAVO! Per contattare FELIX (collaborazioni live o registrazioni) potete scrivere a [email protected] oppure contattarlo su facebook tramite il suo profilo https://www.facebook.com/felix.liuni.
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carloscantatore · 8 years
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STYLED SHOOT IN VIGNA
Cosa è uno styled shoot? Perchè osservarlo? Come mai senza lo sposo? Dove si realizza? La stagione è importante?
E tante altre domande ancora potrebbero susseguirsi dopo che avrete visto il lavoro che mi ha coinvolto Mercoledì 14 Ottobre 2015 a Cinzano (To).
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Sono al secondo styled shoot organizzato da ROBERTA CAVALIERE, contento del primo e curioso per il secondo perchè questa volta si svolge in autunno, periodo che io amo in assoluto per il clima e i colori. Per fortuna le previsioni sono state precise e il tempo ha contribuito al nostro operato.
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Appena giungo all'azienda vitivinicola della famiglia ROSSOTTO, incontro la fotografa TIZIANA GALLO con spirito entusiasta per la bella giornata che si prospetta e insieme a Roberta mi accompagna a incontrare gli altri della squadra.
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MATTEO ROSSOTTO mi da il benvenuto e apre le porte alla propria azienda illustrandomi la propria mission. Ecco che incontro in salone la make up artist ERIKA POPPA che sta preparando la modella LUCREZIA BERTINI: mi affascina sempre osservare il lavoro della truccatrice, anche se non ci capisco molto, mi interessa vedere come opera sugli occhi, sulle labbra, sui capelli e sul viso.
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L'abbinamento è importante specialmente in questo momento in cui stiamo producendo un'emozione, un'ispirazione utilizzando il nostro business. Appeso allo stender c'è l'abito che a prima vista mi prende in quanto non si tratta del solito bianco ma di un colore canapa che immediatamente addolcisce l'importanza dell'evento. Vicino ad esso ci sono, belli come il sole, i produttori Maura & Enrico per l'azienda IL SOGNO ATELIER che sorridenti mi spiegano del perchè di questo tono scelto per il servizio fotografico.
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Inizio a respirare aria di squadra, sento che c'è spontaneo feel e che lavoreremo in piena armonia. A chiudere il cerchio conosco la floral deisgner Arianna Pilone che con la propria azienda PETALI & SOGNI oggi dettaglierà la sposa, allestirà il tavolo e le stoviglie scelte da Roberta & Tiziana presso il mio negozio IL TEMPO ABITATO.
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Tutto pronto, tutti carichi di entusiasmo ci dirigiamo nei vigneti Rossotto, nel punto segnato un mese prima da Tiziana per eseguire le foto. La preparazione è molto precisa, Roberta ha tutto segnato, sa come deve risultare il lavoro alla fine e sa come Tiziana farà gli scatti. Nulla è lasciato al caso in uno styled shoot, anche l'improvvisazione è programmata per risultare spontanea.
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Aver già lavorato al primo styled shoot insieme a Roberta, Tiziana, Il Sogno Atelier ed Erika Poppa ci ha permesso di aiutare meglio Arianna perchè si sentisse prima a proprio agio e lei è stata subito disponibile a farsi coinvolgere operando al massimo della positività e lavorando senza sosta, senza scoraggiarsi durante i soliti imprevisti della diretta e sempre con il sorriso sulle labbra.
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Tutto è predisposto ed ecco che arriva Lucrezia accompagnata da Erika. Si inizia. Siamo oliatissimi, come se avessimo lavorato insieme da una vita. Finiamo nei tempi senza ritardi…! Incredibile!
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Terminato di smontare tutto torniamo in azienda vinicola, Matteo Rossotto ci fa trovare un buffet ricco di affettati e formaggi accompagnati dai suoi vini per fare il brindisi finale. Non vediamo già l'ora di visionare le foto ma passeranno 23 giorni prima di riceverle e altri 40 giorni prima di poterle mostrare a tutti.
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MA NE È VALSA LA PENA
Cosa è uno styled shoot? Perchè osservarlo? Come mai senza lo sposo? Dove si realizza? La stagione è importante? E tante altre domande ancora potrebbero susseguirsi ma IN AMORE NON C'È PERCHÈ.
Guarda le foto ufficiali su FLICKR Guarda il video intero per addetti ai lavori su YOUTUBE
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carloscantatore · 9 years
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MATTIA RUBINO dalla batteria alla batteria
Altro appuntamento musicale, questa volta i riflettori puntati sono su un batterista della provincia di Torino che passo dopo passo sta allargando il proprio raggio d’azione collaborando non solo con artisti locali ma anche fuori territorio piemontese e domani chissà!?! Magari anche oltre confine??? Rompiamo il ghiaccio e scopriamo un po’ chi é MATTIA RUBINO!
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Sono nato a Milano nel Dicembre del 1984 e da più di vent’anni risiedo in provincia di Torino. Il mio approccio al mondo batteristico è avvenuto in maniera del tutto spontanea, difatti mia madre ha delle mie foto che mi ritraggono a poco più di un anno sul pavimento della cucina con in mano cucchiai di legno e pentole pronte per essere suonate; poi crescendo misi la testa a posto e abbandonai il settore culinario per dedicarmi a fare “ air drumming”, ovvero far finta di suonare la batteria senza la batteria e a me capitava in auto con i miei genitori, a tavola, a letto…insomma, in ogni luogo.
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Lo svezzamento vero e proprio sia per lo strumento sia per i concerti lo feci all'età di 5-6 anni quando fui invitato a salire sul palco per unirmi alla band di mio padre: la mia prima esibizione! A 13 anni formai la mia prima band, iniziai ad esplorare alcuni generi fra cui il punk, il crossover, il grunge, il rock, fino ad assaporare quello che adoro: il metal. Anzi, signori, signore e signorine: IL METAL!!!
Interessante background, quindi avrai avuto come tutti un primo set, didattica e delle scelte stilistiche da prendere. Data la mia impossibilità di tenere una batteria a casa, il mio primo set l’ho avuto a 24 anni e mi accompagna tutt’ora: Yamaha Stage Custom composta da 2 tom 12" 14" pollici, 1 floor tom da 16" e una cassa da 22" pollici, dal 2013 uso esclusivamente rullanti Drum Shop Usa e il mio modello attuale è realizzato in ottone martellato da 14”pollici e profondo 6.5” pollici. Per i piatti non avendo un contratto di endorsement sono ancora libero di utilizzare diverse marche, questo mi pone meno vincoli per scegliere le mie sonorità a seconda dell’ispirazione, utilizzo normalmente 2 crash da 16" pollici e 1 crash da 18" pollici, 1 china da 16", 1 ride da 22", 2 splash da 8" 10" e 1 hi-hat da 14".
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Scegliere la bacchetta per me fu come quando Harry Potter prese la sua “non sei tu a sceglierla ma è lei che sceglie te”: stavo usando da molti anni le 5A e un giorno per puro caso mi ritrovai ad usare delle 5B, amore fu. Per il pedale preferisco utilizzare quelli a doppia catena, che siano prodotti con materiali resistenti perché quando si eseguono numerosi tours bisogna prestare attenzione anche alla robustezza, non sembra ma alcuni pedali si spezzano. Mi ritengo soddisfatto del mio Tama Iron Cobra che dopo ben 10 anni con manutenzione e cura, fa ancora il suo sporco lavoro egregiamente.
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Prima di possedere una batteria, l'unico modo per esercitarmi era noleggiare una delle tante sala prove fra provincia e città di Torino. Passai circa 11 anni da autodidatta e, giorno dopo giorno, aumentando l'esperienza, le conoscenze, la voglia per me importantissima di sperimentare e non fermarmi ad un singolo genere musicale ma a mettermi sempre in gioco per migliorare il mio drumming in cerca di un groove più corposo con qualunque band io desiderassi suonare, incominciai a sentire il bisogno di prendere lezioni. Iniziai con Filippo Berlini (Astra) mentre oggi prendo lezioni da Francesco “Frullo” La Rosa ( Extrema-M:pire of evil-Meganoidi-Denial, ecc…).
Quindi dagli esordi a oggi avrai sicuramente evoluto il tuo metodo di allenamento, illustrami come e quanto dedicavi al drumming agli inizi e adesso? Molto volentieri! Agli inizi usavo il pad da allenamento, fondamentale per sviluppare e allenare i movimenti seguendo i rudimenti; allo stesso tempo montavo il pedale utilizzando come cassa una valigia o uno zaino o addirittura il fianco del divano. Colgo l’occasione per consigliare a tutti coloro che non hanno un pad di procurarselo perché utilissimo in ogni situazione, non è una spesa inaccessibile e si riscoprirà un buon investimento.
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Oggi che ho la possibilità di avere uno studio personale a disposizione, passo buona parte del tempo a fare direttamente su batteria rudimenti, metodi e cosa più divertente di tutte: un mega assolo come il buon Mike Portnoy (ex-Dream Theater), ovviamente io non ci riesco come lui ma ci provo ahahahha!!! Poi suono brani sia delle mie band sia di altre.
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Prima di eseguire uno show dedico tempo a scaldarmi mani, braccia e polsi facendo stretching, poi con le bacchette alla mano comincio con colpi singoli, colpi doppi e terzine. Per le gambe faccio una decina di squats e step concentrando il lavoro dei polpacci. In ogni caso, l'allenamento costante è il modo migliore per imparare ed essere pronti sempre più.
Dimmi a quali bands si lega il tuo nome. Sono impegnato ufficialmente con tre bands: OPENING SCENERY - power prog metal SPIDKILZ - heavy thrash metal AEVUM - symphonic prog metal Di recente ho avuto l'onore di collaborare con i bergamaschi ANTICLOCKWISE (prog thrash metal) per due date in sostituzione al loro batterista Daniele “bubu” Gotti impegnato con i Methedras in un tour in russia.
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Sono in fase compositiva con tutte e tre le bands, essendo generi diversi le varie parti ritmiche cambiano; ad esempio con gli Spidkilz la batteria deve essere incisiva, potente e veloce per dare supporto a chitarre e basso. Mentre con gli Opening Scenery stiamo lavorando molto sulle ritmiche di chitarra e basso all’unisono con la grancassa, cercando di comporre ritmi inserendo tempi dispari. Con gli Aevum la batteria assume diversi aspetti, se date un ascolto al disco Impressions, rilasciato nel 2014 con la fuel records, vi sono tracce che variano completamente il tema passando dal classico mid-tempo allo swing, cambi di metronomo, tempi dispari…diciamo che il futuro nuovo lavoro sarà interessante.
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Ho sempre molti progetti in ballo che costantemente annuncio day by day aggiornando i miei social networks che vi invito a seguire!
A questo punto del tuo percorso non senti il bisogno di aprire il proprio sito internet e migliorare la comunicazione come batterista internazionale? Quali sono i motivi che non ti hanno ancora spinto a fare ciò? Non mi sento ancora abbastanza completo per avere un sito tutto mio, ma ho aperto da poco tempo la mia pagina su facebook “Mattia Rubino Drummer”, dove inserisco foto, video, informazioni sui concerti… e tutto ciò che faccio a livello musicale-batteristico. Se volete curiosare, chiedermi un ingaggio o condividere ora sapete dove guardare.
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Che dire Mattia?!?? A mio avviso sei una persona pronta per metterti in gioco anche oltre confine come batterista indipendente, mi fa piacere vedere come sei attento a non bruciarti le carte ma un piccolo pensierino io ce lo farei…GRAZIE per il tempo dedicato a questa intervista, sono sicuro che molti apprezzeranno le tue parole e prenderanno ulteriore spunto per proseguire nel mondo artistico! Grazie ancora per avermi dato questo spazio, ne approfitto per salutare tutti i ragazzi delle band Spidkilz, Aevum e Opening Scenery, tutti coloro che leggeranno e grazie in particolare a te Carlos per il tuo supporto non solo ai batteristi, di cui ti considero un mostro sacro, ma anche ai musicisti e alla musica. CIAO A TUTTI, CI VEDIAMO ON STAGE!!!
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carloscantatore · 9 years
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MOSTRATI’ - GIOVANI MOSTRI
Ciao a tutti, questa volta ho avuto il piacere di partecipare all’inaugurazione della prima mostra pensata per i giovani di Moncalvo allestita presso i camminamenti del prestigioso castello di Moncalvo Monferrato (AT).
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Presenti al taglio ufficiale del nastro ci sono l’attuale vice sindaco MARIO ZONCA e il consigliere SAMUELE BOSCO che con molta attenzione hanno dato il giusto spazio ai quattro artisti Moncalvesi.
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Sono stato molto colpito dalla sensibilità dei quattro protagonisti, ognuno con un proprio stile e oggetto differente. Grazie alle intraprendenti spiegazioni delle loro opere ho meglio colto l’emozione per ogni lavoro.
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All’ingresso, sulla sinistra espone RICCARDO VERNAGALLO con 4 temi che principalmente ci portano a conoscenza di una natura invernale a tratti allegra e con un sottofondo leggero di malinconia dato dall’orizzonte dipinto con intenzione incerta.
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Opere invece con due colori non colori quelle realizzate da FABIO CONDEMI per esprimere l’umore dei nostri tempi arredato da famosi personaggi contemporanei e non, che ormai fanno parte della nostrta cultura anche se facciamo ancora fatica ad accettare l’idea che siano elementi determinanti della nostra società.
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Mi ritrovo invece nell’incantevole Carnevale di Annecy (Francia) grazie alle fotografie di DAMIANA VALITUTTO, la quale ci racconta le proprie emozioni per questa manifestazione ed il motivo che l’hanno spinta a volerne testimoniare l’esistenza. Damiana si fa notare perché l’unica organizzata con biglietti da visita, promo cards e photo slide per scoprire di più sul proprio conto.
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Per finire, nel suggestivo torrione del castello, vengo accolto da GIULIA BILETTA, artista che seguo e stimo da tempo. Le sue opere non si limitano alle fotografie ma anche alla presentazione di esse: accuratamente cucite su cornici per amplificare la propria dote artistica che non si limita al semplice fotografare ma anche a creare fisicamente il vestito delle proprie opere. Molte sono le rappresentazioni esposte da Giulia e in esse si possono scorgere tutte le sue passioni e debolezze che delineano il suo caratteristico cammino nel mondo dell’arte.
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La mostra é aperta a tutti con ingresso libero, se vi trovate in zona vi consiglio vivamente di fare un salto e mi raccomando, esprimete le vostre considerazioni ai giovani artisti perché per loro é importante apprendere l’opinione di ogni visitatore.
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carloscantatore · 9 years
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CARLOS RAPPRESENTANTE UFFICIALE PER LIFTCORP APPAREL LIFT CORP APPAREL Next Level Gym Wear Grazie LIFTCORP APPAREL Adoro la mia nuovissima T-Shirt con la quale potrò raggiungere i risultati con stile! Sono felice di far parte della Famiglia! Una Famiglia Australiana! Una Famiglia Mondiale! C A R L O S www.carlosman.com snapchat & kik: carloscantatore
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carloscantatore · 9 years
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CARLOS pubblicato fra i migliori risultati di IN GYM WITH LOVE
Il primo instagram italiano, con più di 30.000 seguaci in data odierna e dedicato totalmente al fitness, pubblica in data 20 Marzo 2015 un collage dei migliori risultati ottenuti dai propri clienti dopo poche settimane di allenamento costante utilizzando i programmi personalizzati forniti da esperti trainers.
IN GYM WITH LOVE INSTAGRAM POST
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Meglio definiti come “fit programs”, IN GYM WITH LOVE fornisce schede per il raggiungimento degli obbiettivi richiesti dal cliente, consiglia anche alimenti per migliorare le proprie prestazioni ginniche e fornisce assistenza 24h su 24h tramite Instagram, E-Mail e Whatsapp.
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Questa mia foto di PRIMA (sinistra) e DOPO (destra) testimonia il risultato dopo le prime due settimane del programma fornito, tenete presente che per quanto sia devoto a seguire i consigli che mi son stati forniti, ho dovuto fare i conti con gli orari del mio lavoro che variano di giorno in giorno modificando così la mia predisposizione all’esercizio: ci sono giorni in cui si é più affaticati, altri in cui non si ha mangiato bene causa trasferte e così via. Al termine di queste prime due settimane mi son confrontato con il mio trainer di IN GYM WITH LOVE per proseguire le ulteriori tre settimane restanti previste dal programma per me.
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Ed ecco la mia foto che testimonia le ulteriori 3 settimane di allenamento; sono contento e motivato a mantenere i risultati ottenuti sperando che la mia esperienza aiuti molti a riprendersi cura di se stessi, valorizzando la propria vita nel rispetto di chi non ha la fortuna di avere la salute regolare e in casi più estremi, non ha la possibilità di migliorare la propria condizione fisica e mentale.
Per i più curiosi basta visitare la pagina instagram di IN GYM WITH LOVE oppure scrivere direttamente a [email protected]
Se hai avuto il tempo di leggere tutto questo allora hai anche il tempo per dedicare qualche minuto a te stesso: se vuoi puoi.
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carloscantatore · 9 years
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INSANITY MAX 30 ANCHE A MURISENGO
In questo appuntamento ho voluto coinvolgervi nell'apertura in diretta del mio nuovo acquisto spedito dalla BEACHBODY contenente l'ultima creazione del famosissimo SHAUN T: INSANITY MAX 30! Scopriamo cosa contiene :) Per ogni informazione non siate timidi a scrivermi, buona visione! CARLOS [email protected] Il brano di sottofondo é "THE JOKE" incluso nel singolo "Are You a Liar" del gruppo musicale MY BLACK LIGHT
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carloscantatore · 9 years
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LUCA CARACCIOLO - Batterista Overseas
Altro appuntamento inerente la musica, questa volta ho il piacere di presentarvi LUCA CARACCIOLO che a Gennaio 2014 ci ha salutati e si è buttato oltreoceano negli Stati Uniti d’America per completare il proprio sogno di famiglia con sua moglie Zoe e cogliere l’occasione per fare della batteria la propria professione.
Luca è un batterista indipendente di tutto rispetto, poco osservato in questi anni di attività nel territorio italiano ma che vanta un’alta preparazione sul proprio strumento; Luca è in grado di fondersi con molti generi musicali proponendoli come se fossero suoi al 100%. In data odierna Luca é batterista per la celtic pagan band TAUTHA DEA.
1) Come ti accorsi che esisteva anche la batteria?
Mi sono innamorato della batteria da piccolissimo, i miei genitori mi raccontano che gia’ a sei anni suonavo su fustini del detersivo e giocherellavo così con questa pseudo-batteria inventata, fu allora che, vedendomi portato per la musica, decisero per comprarmi una piccola batteria-giocattolo che distrussi nel giro di breve tempo. Vivevamo in un piccolo paesino della provincia di Torino dove non si trovavano insegnanti di batteria e i miei lavorando tutto il giorno non riuscivano a trovare il tempo per portarmi nella grande città a prendere lezioni, così dai 6 ai 15 anni mi dedicai ad altri hobbies.
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Finalmente nel 1988  ci trasferimmo a Torino e un giorno, giocando a calcio all’oratorio, fui distratto da una band che stava suonando. Il pallone mi scivolò completamente dalle mani e mi feci più vicino per ascoltare: si stava eseguendo un famosissimo brano degli U2. Quello fu il momento che segnò il mio cambiamento: la batteria solo per il resto della mia vita.
2) A parte le scuole di musica e le clinics effettuate, quale approccio all'esercizio hai? Intendo: cosa fai per mantenere e incrementare la tua esperienza in drumming.
Sono tanti anni che non prendo lezioni di batteria; nell’ultimo periodo ho studiato molto come autodidatta e molte cose le ho imparate studiando da solo.
Per mantenere la mia tecnica finora appresa cerco di studiare almeno 2-3 ore al giorno prestando attenzione allo studio avanzato dei patterns, terzine, quartine, sestine scomposte sul drum set; eseguo analisi dei tempi latin, afro Cuban, samba, soca bossa nova; esercito tempi dispari in 5/8, 7/8, 9/8, 15/16 e altri valori. Mi dedico anche all'ascolto di brani musicali per analizzare la psicologia stilistica dei relativi batteristi per poi trascriverne il tempo. Una tecnica necessaria per suonare in concerto con basi o metronomo é l'OFF BEAT: studio avanzato del metronomo per suonare avanti o indietro al tempo proposto: possono capitare bands che richiedano uno stile del genere per incrementare l'atmosfera di alcuni brani dal vivo e altre che abbiano un repertorio con di medley con diversi cambi di tempo durante l'intera esecuzione. Non escludo lo studio dei metal blast beats e del doppio pedale.
Tutto questo impegno non é dovuto solo a mantenere il mio standard raggiunto fino ad oggi ma cerco di arricchire il mio stile di volta in volta per proseguire a sperimentare nuovi feels per sviluppare un'evoluzione personale avendo sempre un goal da raggiungere. Il consiglio che do a tutti é riuscire a suonare concerti con differenti artisti perché ho sperimentato sulla mia pelle che suonare 5-6 date alla settimana, per vari mesi, incrementa notevolmente il personale sviluppo.
3) Di tutte le collaborazioni fino ad oggi effettuate, quali porti meglio dentro?
Nel 2010 con i BROKEN GLAZZ, storica heavy metal band italiana! Emozione forte perchè li ascoltavo fin da giovane e sostituire Andy Verga é stato più che un onore per me. Poi nel 2011 suonare con Kee Marcello degli Europe.
4) A differenza di altri tuoi colleghi del nord-ovest Italia, tu ti sei trasferito oltre oceano per migliorare la tua vita e non perchè avessi collaborazioni musicali che ti coinvolgessero; nonostante ciò, grazie alla tua determinazione sei riuscito a entrare nel giro musicale grazie alla cittadina di Nashvile (Tennessee). Quali sono stati gli steps per arrivare alla band Mostly Water?
Ero circa da sei mesi a Los Angeles e non ero ancora riuscito a trovare un impiego come batterista; avevo fatto tante audizioni, prove con eventuali bands fino a quando un mio amico mi consiglio’ di trasferirmi a Nashville. Consigliato e fatto: arrivato il 4 Luglio del 2014 ho incominciato a contattare vari musicisti, frequentare ogni sera i vari music clubs per cercare di essere presente nel giro. Fu ironico che Chris Boyden, leader dei Mostly Water, rispose ad un mio annuncio ben dopo che arrivai a Nashville e la cosa ancora più ironica é che Chris é del Wisconsin...cioé tutt'altrove al Tennesse.
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I Mostly Water sono una Country Cover Band che presenta anche pezzi originali e che si gistisce indipendentmente da circa cinque anni. Verso fine Agosto 2014, feci l’audizione allo studio di Chris Boyden in Eagle (Wisconsin) e ci trovammo subito molto bene perché a Chris piaceva molto che il mio stile fosse influenzato da batteristi come Mike Portnoy and Mike Mangini. Cosi da settembre 2014 incominciammo il nostro primo tour in Nord America negli Stati del Wisconsin, South Dakota, Colorado, e Wyoming per circa due mesi eseguendo una ventina di date.
5) Tramite i tuoi social networks spesso si vedono tweets inerenti al tuo interesse per la situazione Italiana. Nonostante tu te ne sia andato perchè stanco di uno stato che non ti riconosce i diritti per i quali paghi le tasse, come mai senti a tratti questa nostalgia di vivere in Italia?
Penso che la nostalgia sia molto piu’ per gli amici e la famiglia, non tanto per gli enti pubblici come le poste, le banche, gli uffici burocratici italiani e così via. A differenza di mia moglie Zoey, trasferitasi dall’Italia negli USA all'età di 18 anni e formatasi come persona adulta negli States assimilando meglio la lingua inglese, i valori e la cultura Americana,  io mi sono spostato a 40 anni con radici ormai consolidate italiane.
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Per radici consolidate intedo le cose che facciamo quotidianamente come l’’abitudine di svegliarsi e fare una bella chiacchierata col tuo amico barista all’angolo di casa mentre bevi un espresso o vedere gli stessi amici in giro per Piazza Carducci di Torino o l’abitudine di fare la spesa al mercato o l’abitudine di andare a certi club per ascoltare o suonare musica, ecc. Sono queste le cose che creano nostalgia in me.
6) Quindi a distanza di quasi un anno dal tuo trasferimento in U.S.A. cosa senti di dire a coloro che vogliono provare a cimentarsi nella tua stessa avventura? Credo davvero che qui negli USA ci sia spazio per tutti. Personalmente mi devo focalizzare sul farmi conoscere di piu’ qui a Nashville, una citta’ piccola con una vastissima comunita’ nella industria della musica molto accessibile a coloro che non solo hanno talento ma anche l’attitudine mentale positiva, umile e la professionalita’.
Grazie infinite Luca per la tua disponibilità! Spero che questa intervista incoraggi altri artisti a investire di più sulle proprie potenzialità e a non arrendersi alle prime difficoltà.
Per qualsiasi contatto professionale con Luca, visitate il sito ufficiale WWW.LUCACARACCIOLO.COM
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carloscantatore · 10 years
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PIYO WORKOUT - Recensione
La mia esperienza dopo più di due settimane con il programma creato da Chalene Johnson e prodotto dalla Beachbody: PIYO. Al momento l'europa può contare sulla vendita diretta dal sito Beachbody inglese ma non si possono usufruire tutti i servizi che offre invece la Beachbody U.S.A. Anche questa volta la mia recensione vuole solo essere comunicativa e non promozionale, per ogni informazione su Chalene Johnson e Piyo cliccate i relativi nomi e buona navigazione :)
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carloscantatore · 11 years
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DRUMMING: sviluppi del MADE IN ITALY grazie a GEE ANZALONE
Una piacevole chiacchierata con GEE ANZALONE, il batterista Italiano che negli ultimi anni ha fatto parlare di se nel mondo del drumming grazie a sue fantastiche interpretazioni di performances celebri della musica metal e collaborando con addetti ai lavori per dare ulteriori consigli di tecnica agli appassionati dello strumento in questione: LA BATTERIA.
Come ti sei avvicinato al drumming? In principio quale approccio hai instaurato con lo strumento? Quando hai sentito uscire il tuo stile? Ciao Carlos! E’ un piacere rispondere alle tue domande! Ho cominciato a suonare la batteria a 15 anni componendo pezzi originali con la mia prima band in sala prove, ogni tanto si faceva anche qualche cover dei Nirvana, dei Faith No More e dei Pearl Jam, e soltanto dopo qualche anno di pratica ho deciso di prendere le cose sul serio iscrivendomi alla NAM di Milano,avendo così la fortuna di poter studiare con il miglior maestro di batteria in Italia, ovvero Tullio De Piscopo. Ho sempre sostenuto fin da quando ero ragazzino che nella mia vita avrei voluto fare della mia passione il mio lavoro, proprio come fece mio padre da ragazzo, anche se in un campo diverso dal mio. La mia passione è sempre stata e sempre sarà la batteria, finchè morte non ci separi….haha! Sinceramente non ho mai sentito “uscire” il mio stile…sono sicuro però che non smetterò mai di studiare batteria negli anni che verranno. Lo studio della batteria è talmente immenso, imprevedibile e sperimentale che proprio quando si pensa di essere arrivati a buon punto e di potersi così adagiare sugli allori c’è sempre qualcosa che si scopre di non sapere….ed è quindi d’obbligo studiare senza sosta.
Durante il tuo percorso artistico ti sei ritrovato a collaborare con la cult band torinese BRAINDAMAGE: descriveresti quale tipo di stile hai adottato per far suonare i brani storici e nuovi di questa leggenda Italiana? A mio parere i BRAINDAMAGE non sono soltanto delle leggende a livello musicale, lo sono anche a livello personale. Quando sono stato chiamato da Andrea Signorelli e Gigi Giugno mi è stato richiesto di interpretare liberamente i brani registrati dalla band stessa seguendo quello che era il mio stile…e così ho fatto, aprendo la mia mente e lasciando andare i miei arti al movimento, senza essere costretto a seguire esattamente ciò che era stato registrato dai loro precedenti batteristi. Per quanto riguarda colpire il ride sul bordo, preferisco usare piuttosto un crash da 19” o da 20” nella medesima maniera. Il china ad esempio solitamente non lo uso come accompagnamento, ma soltanto per gli accenti.
Ad inizio estate del 2013 ci espliciti il tuo ingaggio nel gruppo statunitense KILL RITUAL e con questa news porti un’ulteriore ventata di soddisfazione MADE IN ITALY oltre confine dimostrando che oltre alla bravura ci deve essere la genialità di proporre drumming senza per forza aspettare il “gancio” di turno o a tutti i costi presenziare attorno alle realtà ambite per farsi notare. Questa tua condizione di talento naturale e passione estrema per la musica metal quanto influisce nella tua vita al di fuori del settore musicale? Fai fatica a ritagliarti il tuo piccolo spazio di tranquillità e anonimato? La mia passione per il drumming e per il metal influisce in maniera totale nella mia vita. Detto questo lavoro su ciò che amo full time 24/7 , senza timbrare cartellini, senza ferie programmate e grossi equilibri da rispettare, chiaramente lo faccio sempre con passione , determinazione e soprattutto senza rimpianti. I miei spazi di relax me li ricavo quando studio, oppure quando dormo. Time is everything, fuck the lazyness..haha!
Entriamo nello specifico della professionalità di Mr.GEE: hai alcune registrazioni all’attivo e sicuramente ci saranno alcuni takes in cui ci hai dedicato maggiore pazienza nell’arrangiare la composizione del drumming, come lavora GEE in pre-produzione e in registrazione ufficiale? Ottima domanda, solitamente faccio il possibile per registrare le batterie in singoli takes, per esperienza personale non amo le batterie artefatte, programmate con softwares e spacciate poi per reali. Sostengo che creando batterie artefatte si penalizza pesantemente la resa live del batterista, proprio perché questa ricerca della perfezione in studio va in seguito poi a penalizzare il live, per il motivo che il batterista non è in grado di suonare la stessa identica parte del disco, con lo stesso identico impatto. Personalmente mi piace studiare per bene le canzoni ( ovviamente col metronomo! ) prima di registrarle e mi piace lavorare molto di pre-produzione proprio al fine di trovare i patterns e i fills più adatti ed in armonia con la canzone stessa. L’alimentazione è un aspetto molto importante per il mio drumming; essendo uno strumento in cui do il massimo in merito a controllo, relax ed endurance muscolare, seguo normalmente una dieta ricca di vitamine, proteine, aminoacidi e carboidrati, evitando il più possibile i grassi e gli eccitanti come la caffeina e la taurina. Ho anche smesso di fumare, e ne ho guadagnato in salute! Fondamentale poi è la continua idratazione durante la giornata,assumendo acqua pura e soprattutto senza dolcificanti! Ma da buon italiano sono una buona forchetta e non mi nego mai nessuno sfizio in cucina!
Tu che sei un “die hard supporter” di questo genere musicale come spieghi il continuo luogo comune di dire che l’ascoltatore medio del metal sia un incompreso? Visto che la maggior parte delle ditte di strumenti musicali prediligano sponsorizzare questi artisti perché molto più seguiti dagli amanti del genere per quanto riguarda l’arte musicale e la strumentazione con la quale si esprimono e in piú: nei negozi di abbigliamento delle principali vie delle cittá di tutto il mondo, per radio, in edicola e di recente anche nelle scalette delle piú seguite cover bands sia incluso il metal? Spero che il metal rimanga il più a lungo possibile un genere per “incompresi” sociali e che non venga mai assorbito completamente dalla società….perchè a mio giudizio il discostarsi il più possibile dalla società marcia in cui viviamo non può far altro che renderci persone migliori.
Grazie molte GEE per il tuo intervento, spero che sempre più portali specializzati nella causa della musica ti riservino il giusto spazio che meriti, una pacca sulla spalla come augurio di un futuro brillante e sentite congratulazioni!
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carloscantatore · 11 years
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Il 28 Febbraio 2013 GROOVE PORTAL mi ha dedicato spazio pubblicando un'intervista
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carloscantatore · 11 years
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Questa recensione l’avevo scritta il 4 Agosto del 2011 e la ripubblico oggi per la filosofia con la quale ho dato inizio a questo blog, buona lettura!
MY BLACK LIGHT é il risultato della passione per il genere gotico, sinfonico e dark. In questo album di 10 brani, più un'interpretazione del celebre e internazionale "TI SENTO" dei Matia Bazar, il combo proveniente da BIELLA (Piemonte - Italia) da sfogo alle proprie influenze confezionando un prodotto maturo in molti aspetti: COMPOSIZIONE, ARRANGIAMENTI, ESECUZIONE, TESTI, CONFEZIONE e INTRATTENIMENTO. Vediamo se nella mia recensione riesco a comunicarvi il motivo per il quale vale la pena di dar loro una possibilità acquistando il brano INNER WORLD che é a mio avviso la traccia che più aiuta ad entrare in contatto con la loro realtà e poi, dopo averli visti in concerto, ringraziarli per l'intrattenimento acquistando l'album fisico.
I testi di ogni brano conducono ad una tematica generale che parla di LIBERAZIONE, voglia di stare bene e riuscire a liberarsi del MALE presente, inflitto dalla dura realtà di dover LOTTARE ogni giorno perchè sia un giorno migliore e dare senso alla propria vita. Testi che a tratti possono sembrare sostenitori del vittimismo ma se letti con molta attenzione portano l'ascoltatore a comprendere la propria volontà di vivere se stessi senza dover essere di peso ad altri e di conseguenza certe posizioni forti sono da considerarsi uniche considerazioni personali senza voler influenzare il prossimo. Testi che uniti alle melodie vocali riescono a completare le sonorità di ogni brano presente nel disco. La voce di MONICA PRIMO custodisce tratti molto singolari: non ci troviamo infatti di fronte ad un'improvvisata cantante che insegue lo scatto migliore da pubblicare sui propri social networks. La performance su questa prima opera é davvero molto buona, la scelta di non ACCORDARE la voce é stata molto apprezzata dal sottoscritto perché in una realtà dove oggi tutti possiamo tutto, avere il coraggio di lasciare la registrazione più naturale possibile dell'elemento perno della band é molto importante per garantire, agli eventuali curiosi, un concerto che rispecchia la potenzialità del gruppo. Se qualcuno di voi durante l'ascolto può trovarla "fastidiosa", il motivo é da ricondursi alla registrazione della stessa eseguita con strumenti un po' economici e che in fase di equalizzazione finale non sono riusciti a garantire la qualità di MONICA. Parlo così anche perché li ho SCOPERTI dal vivo e la signorina é una spanna sopra all'esecuzione realizzata su disco. Le musiche sono tutte composte dal talento di RUDY CODA BERTETTO (Tastiere & voce) o più semplicemente RUDY: un giovane dall'aspetto simpatico che una volta presa la propria posizione on stage cattura l'attenzione dei presenti senza oltrepassare il limite dell'esibizionisimo. Considerando che questa é la sua prima fatica ufficiale, bisogna riconoscere che il ragazzo possiede una certa maturità musicale perché gli arrangiamenti proposti all'interno di ogni brano sono tutti da scoprire e riascoltare con stupore! Infatti consiglio tutti gli amanti delle genialità di ascoltare questo prodotto con auricolari professionali per godere di tutti questi arrangiamenti musicali e vocali proposti per i 9 brani del disco. Disco che parte con il solito INTRO, quì intitolato "ENERGY CORE", che aiuta l'ascoltatore a distendere i propri nervi e ad amplificare i propri sensi per poter entrare più a contatto con la musica dei MY BLACK LIGHT; L'editing del Mastering porta subito l'intro a collegarsi con "BEING HUMAN" dove un'esplosione di sonorità presenta la band al completo dei musicisti EMANUELE ROSSI (Chitarra), EDOARDO GIORDANI (Batteria) e MARCO PERALDO (Basso) e dopo un'ottavo di pausa al minuto 0:24 si presenta MONICA PRIMO con un approccio "narrativo", quasi come un menestrello che annuncia la storia che andrà a raccontare. Ad aiutare Monica ci sono le orchestrazioni e le programmazioni di RUDY fino al minuto 0:49 dove la musica d'insieme é la protagonista e il GROWLING di RUDY fa da doppia voce per tutta la strofa. Non proseguo con la descrizione brano per brano per non togliere la sorpresa a coloro interessati ad entrare in contatto con questa realtà. Come tutti i primi dischi si avverte una certa ripetitività presente in ogni song per la struttura compositiva e per le linee vocali ma dopo tutti questi anni trascorsi nel music business ho capito che non si tratta di ripetitività ma di MARCHIO DI FABBRICA. Voglio dire che l'apparente somiglianza di un brano con un altro non esiste in casa MY BLACK LIGHT ma é il loro stile che riesce a prendere il proprio spazio senza ricordare band a cui si fa riferimento quando si parla di un genere musicale, in questo caso di GOTICO. La potenzialità dei brani é notevole perché sono molto ORECCHIABILI pur possedendo la qualità di essere geniali e maturi. Brani che ascoltati per la prima volta dal vivo senza aver avuto un imprinting da registrazione in studio riescono ad essere concepiti nella propria pienezza...figuriamoci se ascoltati su disco con tutta la comodità che possiamo goderci standocene per i fatti nostri invece di condividere la musica nel chaos di un'area concerti.
Il brano che più rappresenta la band in concerto e che potrebbe riassumere la loro proposta musicale come biglietto da visita é "INNER WORLD" che consiglio vivamente di acquistare in DIGITAL DOWNLOAD se siete a corto di cash o avete timore di un incauto acquisto. Il lavoro di chitarra é molto accattivante, semplice di esecuzione ma efficace nella sua composizione in quanto suonato in sincopi che ricorda molto il Thrash old school. Il brano é poi dipinto di una venatura BLACK METAL che si preannuncia dal minuto 3:03 per poi prendere in contropiede l'ascoltatore al minuto 3:10 con un ironico botta e risposta di arrangiamenti di tastiere e risolvere al minuto 3:30 con il Growling di RUDY su base musicale ESTREMA. Tutto poi torna alla "normalità" dal minuto 4:03 dove MONICA PRIMO riprende il discorso musicale della song. Sempre personalmente: gradisco molto l'inizio di "DEADLINE" con il suo piano gentile e i delays sulla voce di MONICA, gli arrangiamenti di drumming sulla prima strofa e gli effetti di synth. "A LIE FOR ETERNITY" scopre anche il lato romantico della band con un RUDY alla voce per la prima volta melodica contrastare con la femminilità di MONICA; un brano da brividi, un brano che merita più di un ascolto e che nei suoi arpeggi di chitarra acustica molto mediterranei pare voglia portare l'ascoltatore sui propri passi come quando fu l'inizio del disco. MONICA in questo brano osa anche vocalizzi più riconducibili alla musica classica. "GUILDING LIGHT" ha il compito di chiudere quest'opera ed é forse il suo finale troppo prevedibile a farmi sorridere pensando ad un RUDY che si é volontariamente divertito a comporre quel crescere di musicalità perché così fosse bene intesa da tutti la FINE del DISCO.
Ma allora dove sono le pecche in questo prodotto? Beh, dobbiamo proprio andare a fare i pignoli e aggiungere "chi di difetti non ne ha?" ehehehe ecco di seguito così riportate le mie impressioni in merito: MUSICA - La produzione auditiva non é al livello di quella artistica, le chitarre sono troppo in primo piano soffocando la voce e facendola risultare "piccola", la programmazione di batteria non é curatissima nelle dinamiche e a tratti fa risultare il sound piatto, poca perseveranza sulla registrazione della voce di Monica in quanto molte stonate si sarebbero potute evitare, il growling di RUDY sarebbe stato da alzare di 3,5 db in mixaggio nelle parti soliste e di 1,5 db nelle doppiate di voce con Monica, dizione dell'inglese da curare un briciolo soprattutto per RUDY nella parte melodica di "A Lie For Eternity", migliorare il timing della voce di RUDY su "A Lie For Eternity" perché é sempre in RITARDO, abuso di arrangiamenti nella cover "TI SENTO". ARTWORK DESIGN - il logo My Black Light sopra alla Line Up per come é strutturato ha un peso visivo che pende a sinistra.
CONCLUSIONE: Ottimo lavoro da acquistare a scatola chiusa Ottima band da vedere in concerto Compositore in grado di riuscire a rispondere ad eventuali richieste di collaborazioni cinematografiche (colonne sonore) Per tutti gli amanti della MUSICA GOTICA, SINFONICA MODERNA, ELETTRONICA e coloro che sono alla ricerca di nuove emozioni.
Il sito di riferimento é www.myblacklight.com dal quale potrete farli vostri in tutti i social networks idonei.
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carloscantatore · 11 years
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Questa recensione l'avevo scritta il 20 Aprile del 2011 dopo ripetuti ascolti e la ripubblico oggi per la filosofia con la quale ho dato inizio a questo blog, buona lettura!
Sono quì a scrivere l'ennesima review di un artista e di un album che non hanno certo bisogno di promozione in quanto sappiamo che la major che distribuisce in esclusiva questo prodotto ha mezzi di comunicazione molto più potenti di tutte le nostre reviews messe insieme: sia per parlarne in modo negativo sia per il positivo.
Parlo da EX-FAN del Blasco che con questo disco torno ad essere orgoglioso di aver seguito un artista che per tutti gli anni ottanta e novanta ha fatto parlare grazie al proprio modo di comunicare tramite MUSICA e TESTI.
VIVERE O NIENTE arriva come una sorpresa il 29 Marzo 2011 perché dopo il disco "Liberi Liberi" e con una leggera sfumatura in "Gli Spari Sopra", le produzioni di Vasco si facevano sempre e sempre più mature nella comunicazione verbale e spesso anche scontate di tematiche che non ci mettevano la rabbia addosso del sistema in cui siamo andati a nidificare, quì in Italia. Forse il VASCO dei tempi d'oro fatti di pazzia e denuncia era tornato un briciolo con il disco "Canzoni per me" che con il sound di semplice chitarra acustica aveva portato nei nostri ascolti la sensazione di essere seduti fra amici a cantare insieme su improvvisate di chitarra, canzoni d'amore, di rabbia e di rivincita. Ma a convincere estimatori come il sottoscritto che la produzione di VASCO mirasse a inglobare solo la MASSA della MASSA fu il successore "Stupido Hotel" e così anche gli altri album in studio venuti dopo...per non parlare delle ASSURDE raccolte rilasciate e live DVD dopo Live DVD....insomma, la nausea dell'industria musicale che mira solo a spremere i die hard fans pronti a comprare tutto ciò che sia firmato VASCO ufficialmente.
Eccomi quà, ormai stanco di sentire per radio le canzoni sempre più consumate di "Il Mondo che vorrei" e il singolo nuovo "Eh...Già"...quando acquistai questo disco ero realmente già stufo prima ancora di ascoltarlo nel suo insieme...perché ormai non ci credevo più in questa produzione artistica, considerate che smisi di frequentare i concerti di Vasco dal tour di "Buoni o Cattivi" perché anche lì...non era più ROCK ma solo spettacolo...e io di VASCO ho sempre apprezzato l'insieme che nessun artista ROCK ITALIANO ha: la MUSICA e lo SPETTACOLO dal vivo.
Ragazzi! fanatici e non, musicisti e appassionati di musica...insomma, per tutti coloro che ascoltano non solo con il cuore ma anche con le orecchie questo disco di VASCO é un signor DISCO! i motivi? vediamo di elencarli schematicamente e in modo chiaro che possa far capire il perché ho deciso di scrivere questa review.
NUMERO DI SONGS: 12 brani questa volta prodotti notevolmente alla grande! La qualità delle chitarre acustiche e degli arrangiamenti di piano più sax sono stati equalizzati come se li vedessi suonare al pub sotto casa tua; tutti i brani sembra di vedere la band suonare insieme e che si diverta! Si perché il forte di VASCO é sempre stato che i suoi dischi suonassero come una BAND e non come un artista solista e come spiegavo prima, da "Nessun pericolo per te" tutta questa magia si era persa. L'accoppiata Guido Elmi e Vasco questa volta é eccezionale, gli interventi di Tiziano Ferro nel songwriting hanno ancora di più colorato la musica di quella NOVITA' che VASCO ci ha sempre regalato. Ogni brano suona a se, non sono facilmente riconducibili ad un ritmo o ad una scala musicale identica fra loro; il ROCK é di casa per tutto il disco, l'allegria e la pazzia fanno capolino spesso come sempre il nostro VASCO ci ha intrattenuti e per il quale spesso é detestato da chi non ha il senso dell'umorismo o semplicemente prende la vita troppo sul serio, ehehehe. Le sonorità di questi brani con i relativi arrangiamenti suonano molto internazionale e se i testi non fossero in italiano, sarebbe una musica all'altezza di mostri sacri del ROCK mondiale per il modo in cui sono cantate.
ARTWORK: Il CD nel suo digipack é elegantissimamente contenuto in un due ante in cui in una trova posto il supporto e nell'altra il libretto. La chiaroscuro.biz ha svolto davvero un ottimo lavoro, limitando le scritte e valorizzando i toni del grigio/blu lavorando le foto con uno stile più riconducibile ai dischi di certe EMO BANDS new punk rock...ma, le immagini crude e il volto SCHIFATO e DISILLUSO di VASCO riportano l'acquirente all'informazione che si sta per entrare in contatto con un prodotto di qualità e non con uno dei tanti dischi rilasciati da EMI e company. E' lo stesso artwork a comunicare il succo della maggior parte delle songs contenute in questo disco: VASCO invece di dare contro a qualche cosa, ricorda che gli unici artefici del proprio futuro siamo noi stessi con noi stessi e quindi prima di tutto bisogna farsi un sonoro esame di coscienza per capire quanto abbiamo lasciato correre per poi vedere la nostra società in rovina insieme alla nostra vita. Ognuno ha la propria strada e sceglie come percorrerla: nell'artwork questo viene espresso con immagini forti del tipo una strada del deserto, perché nessuno di noi sa dove sia la fine e da dove sia iniziata; viene anche raffigurata un'auto come simbolo di mezzo di trasporto e un individuo che GUIDA, un individuo che da FUOCO alla propria auto, un individuo che nonostante stia guidando...si volta indietro...o magari stia inserendo la retromarcia? ASCOLTATELO e decidete voi chi siete e quanta colpa avete per lamentarvi o gioire di questo mondo o meglio...del vostro mondo :)
PRODUZIONE Erano dischi che la firma VASCO non produceva sonorità così definite, ogni strumento ha il suo giusto equilibrio senza esagerare di notorietà, mentre in precedenza le chitarre erano troppo chiare e fastidiose con suoni di batteria grezzi quasi lasciati al caso come se si volesse testare la pazienza degli ascoltatori.
CONCLUSIONE:
1) Per i FANS perduti di VASCO come me: LO ADORERETE, io dal primo ascolto tutto di un fiato, nell'arco di 24, lo avevo già ascoltato 8 volte e ancora oggi non mi stufa...ok! solo una song é totalmente noiosa ma questa é un mio gusto.
2) Per i FANS di VASCO: questa volta dovrete aver paura ai concerti perché si rischia sul serio di demolire tutto in quanto vi raggiungeranno anche gli EX-FANS di VASCO!
3) Per gli indifferenti/odiatori/contro per scelta/etc... : ok, é come chiedere ad un ateo di credere in un dio...ma é un po' come successe ai Metallica con il disco LOAD: non pensate che sia targato VASCO e scaricatelo, fatevelo passare insomma, ASCOLTATELO e vi piacerà sul serio! Perché questo non é solo il nuovo disco del 2011 di VASCO, é un signor DISCO.
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carloscantatore · 11 years
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BLOOD IN BLOOD OUT - Bound by Honor
Più di 3 ore di film ma che non si avvertono grazie all'interessante sviluppo della storia contenuta in questo must have movie consigliato a tutti coloro che si sono documentati un briciolo sul problema della gangs americane passate e presenti. Grazie al canale GANGLAND ho avuto modo di visionare decine di documentari molto esaurienti su diverse gangs presenti in tante città americane e maturare così la conoscenza degli ingredienti principali che compongono il regime di ogni gang che si rispetti.
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BLOOD IN BLOOD OUT é uscito nel 1993 ma a parte la tecnologia della fotografia, é un prodotto ancora fresco per il tipo di tematica che affronta. Considerato fra i masterpieces del genere, non ha ricevuto lo stesso riscontro in Italia perché distante dai problemi della nostra realtà. Infatti noi potremmo al massimo immaginare il problema delle differenti mentalità fra Nord, Centro e Sud Italia più qualche piccola influenza data dall'immigrazione di popoli dell'Est e del Nord Africa, non certo la stessa immigrazione che vedono gli Stati Uniti d'America e nel più preciso, la città di LOS ANGELES che é davvero ENORME! Enorme e IMMENSA.
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La versione in DVD in mio possesso é quella Inglese in cui vi sono scene tagliate perché considerate poco rilevanti allo sviluppo della storia, ma consiglio vivamente di visionare quella americana presente integralmente su YOUTUBE per non perdervi la totale creazione di questa opera che ritengo davvero valida in molti aspetti. La recitazione é davvero molto efficace anche delle comparse, bellissime inquadrature, ottima scelta dei volti dei personaggi principali e linguaggio chicano fedelissimo a quello parlato in EAST LOS (East Los Angeles).
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Non trovando una versione Italiana é sicuramente un film che consiglio a chi ha già avuto esperienza di parlare molto americano da strada e che sia portato per le lingue in genere perché lo slang quì presente é quello puro da strada in quanto é la particolarità con la quale il film cattura lo spettatore. Se cercate recensioni di addetti ai lavori italiani, questo prodotto é spesso classificato come mediocre ma non fatevi influenzare e piuttosto accettate l'unica critica negativa che é palese: le musiche presenti sono troppo in primo piano e usate di continuo per sottolineare i vari momenti. Personalmente non é qualche cosa che disturba la visione ma siccome ormai io sono arrivato oltre alla sessantesima visione, le musiche sono l'unico elemento che ridurrei e abbasserei. Ma forse il regista ha voluto "esagerare" di proposito per comunicare meglio la cultura latina all'interno del film.
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carloscantatore · 11 years
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RIFIUTO HC - Rifiuto Totale
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Scoperti per caso durante una serata musicale il 30 Gennaio 2013 a Torino presso il Manhattan Pub.
Il terzetto composto da MATTEO "BB" alla chitarra e voce principale, ANDREA "Il Metallurgico" al basso e voce di supporto, LUKA "El Merlo" alla batteria hanno suonato tutto il loro album intitolato RIFIUTO TOALE che ho immediatamente acquistato dopo la loro esibizione. Durante il loro concerto hanno spiegato i temi di ogni brano coinvolgendo maggiormente l'ascoltatore a seguire i cantati urlati e volontariamente sgraziati di MATTEO. I brani, cantati in italiano, parlano di un'Italia odierna stanca delle continue oppressioni e questi testi vengono arricchiti dalla teatrale presenza scenica dei 3 giovani che con molto affiatamento sono in grado di mascherare anche le sbavature musicali date dalla poca esperienza on stage.
Il CD in mio possesso suona proprio come ho visto i RIFIUTO HC dal vivo: crudo, grezzo, diretto e simpatico senza cadere nel volgare. Il ricordo dei primi NAPALM DEATH con gli album "Scum" e "From Enslavement to Obliteration" sono davvero presenti nel modo di articolare i brani e in diversi passaggi c'é l'influenza della musica hard core italiana della fine degli anni '80. I RIFIUTO HC riescono davvero a emulare la quotidianità italiana scegliendo un approccio di presunta rassegnazione, utilizzando la voce sguaiata per sottolineare la disperazione della nostra popolazione di fronte al bruttissimo periodo che si sta vivendo da 10 anni a questa parte e che non porta segnali di stabilità ma di continuo peggioramento. Ho apprezzato molto la scelta delle rullate di batteria, cosa oggi molto poco usata perché l'uso continuo del doppio pedale o doppia cassa ha fatto dimenticare che si possono dare emozioni anche con i passaggi sui toms. Per finire anche l'idea della copertina é azzeccatissima: la visione dal sottosuolo della nostra società da dietro a delle sbarre ma che sono palesemente forzate lasciando quindi aperta l'interpretazione di come ogni tanto si esca dalla propria tana, tana che pare una prigione ma che alla fine si é ansiosi di tornare, proprio come un ratto da fogna, lo stesso ratto che si trova presente all'interno insieme alla dedica "questo album é dedicato ai rifiutati, disadattati, solitari, diversi, quelli fottuti, andati persi".
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Nella scaletta dei brani trova spazio anche un episodio goliardico e dissacratorio di un rapporto sessuale con una ragazza, forse unico momento in cui il terzetto torinese si lascia andare alla spensieratezza artistica ma non per questo volgare; in chiusura scelgono una cover del gruppo cult italiano NEGAZIONE dal titolo "Tutti Pazzi", soluzione del gruppo sicuramente per comunicare lo stile della propria influenza e appartenenza musicale. Questa loro interpretazione la preferisco all'originale, forse perché la voce di MATTEO é quella voce che abbiamo dentro tutti quando, pensando a come ci stanno trattando quì in Italia, ci viene voglia di urlare il nostro malessere.
Personalmente parlando, l'unico neo presente é mostrare uno spaccato di società tratto da Times Square in New York City invece di inserire qualche cosa inerente all'Italia ma questo é una delle mie solite pignolerie per migliorare sempre più un prodotto.
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carloscantatore · 11 years
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MATTINATA FOCUS MUSICA IN CASALE MONFERRATO 2 FEBBRAIO 2013
Grazie a Giulia Collazuol e Gabriele Guarano, rappresentanti dell’istituto Magistrale Giovanni Lanza di Casale Monferrato, é stato organizzato un approfondimento musicale nella mattinata di Sabato 2 Febbraio 2013 sviluppato in due incontri della durata di 2 ore ciascuno con gli studenti interessati all’argomento.
E’ stato un piacevole incontro in cui ho potuto meglio capire come altre persone intendessero la musica attiva e passiva nel 2013. Prima di iniziare il nostro confronto ho chiesto loro di scrivere in 5 minuti una serie di domande alle quali avrebbero gradito ricevere risposta in modo che se non fossimo riusciti a rispondere nelle due ore disponibili, lo avrei fatto dal mio studio e pubblicato qui sul mio tumblr.
Di seguito il totale delle domande e risposte che potranno servire non solo agli studenti del Lanza ma a chiunque abbia gli stessi punti interrogativi non risposti.
Come trasformare la musica nella propria vita? In effetti non ci sono regole predefinite per trasformare la musica nella propria vita; sicuramente per agevolare ciò è giusto dedicarle tutto il tempo libero dopo le principali necessità della vita quotidiana…di certo è che se non si semina, nulla si raccoglierà in futuro.
Come fare per riuscire a vivere facendo della musica il proprio lavoro? Anche in musica ci sono i famosi due ruoli: IMPRENDITORE e SUBALTERNO. Il primo è colui che investendo cerca di portare a casa il pane quotidiano come in tutti i lavori che siamo abituati a definire come lavori. Il secondo deve eseguire bene il proprio operato in modo che il proprio principale possa proseguire l’attività di imprenditore e garantire al proprio subalterno lo stipendio accordato ed eventualmente anche incentivi o aumenti. Come abbiamo visto durante l’approfondimento al Lanza, la musica non è solo composta da musicisti e strumenti musicali; quindi è bene imprendere in molti ruoli oppure cercare un’occupazione presso i numerosi ruoli che abbiamo insieme elencato e scoperto che esistessero sotto il nome musica.
Come si può guadagnare facendo brani propri? Prima cosa è fondamentale l’iscrizione ai diritti d’autore perché oltre a tutelare le proprie opere è utile in caso di “successo” discografico per incrementare gli introiti; poi i propri brani devono essere reperibili in maniera capillare su più piattaforme online possibili in streaming con diritto d’autore tutelato e in legale download a pagamento. Più brani sono disponibili, più possibilità di vendita esistono. Con molti brani si può anche pubblicare un album di lunga durata e smerciarlo fisicamente presso negozi di dischi o avvalendosi di un’azienda di distribuzione; in questo caso è necessaria una partita iva per poter regolamentare lo smercio degli articoli discografici presso i rivenditori o i distributori. Per come si sono sviluppate le cose in musica negli ultimi 10 anni, il consiglio è quello di essere completamente indipendenti e titolari esclusivi dei diritti sull’utilizzo della propria musica in modo da limitare la divisione degli introiti nel momento in cui ci fossero.
In Italia, vivere di musica é un’impresa impossibile? In Italia per il tipo di economia e il livello culturale che la maggior parte della popolazione ancora possiede è difficile vivere di musica perché sono minori i campi di applicazione in quanto c’è meno interesse da parte dell’utente finale.
Quante opportunità di lavoro può dare la musica? Davvero molte, per fare prima elenco schematicamente alcune opportunità: liutaio, insegnante, musicista turnista, tecnico del suono, roadie, addetto illuminazione, responsabile della struttura del palco, produttore artistico, produttore discografico, manager, assistente, giornalista, presentatore, compositore, arrangiatore, consulente, produttore di strumenti musicali, importatore, distributore, tecnico specializzato in mastering, regista per opere teatrali musicali, direttore d’orchestra, organizzatore eventi, P.R., critico musicale, fotografo, graphic designer, video maker, truccatore o truccatrice, servizio catering specializzato, falegname specializzato in scenografie, negoziante di abbigliamento a tema, costruttore di prodotti logistici, avvocato specializzato in diritti d’autore e pratiche musicali, commercialista specializzato in pratiche musicali, editore musicale….
Come si inizia una carriera musicale? Si inizia lavorando alla musica con cui più ci si sente in sintonia lasciando un po’ le cose al caso in modo che si possa avere dopo 2 o 3 anni una visione più precisa del percorso che si vuole intraprendere o che si sia intrapreso. Si cammina sulla linea del confine fra la passione e l’intenzione…poi un giorno si realizza che si è più da una parte che dall’altra e li inizia il tutto. E’ bene ricordare che nulla inizia da 1 o da 10 ma sempre da ZERO.
Cosa é importante per la carriera di un musicista? Avere le idee chiare di cosa si stia facendo, di cosa si voglia fare e disegnare al meglio il proprio profilo musicale personalizzandolo in modo da risultare alternativo e non comparativo.
Come funzionano le scuole di musica e i conservatori in Italia? Il conservatorio è il must per chi voglia davvero avere un titolo ufficiale in tutto il mondo per poter essere riconosciuto senza compromessi. E’ comunque una “scuola” in cui l’allievo non consegue solo un attestato che certifica la sua conoscenza dello strumento ma anche la storia della musica e gli aspetti culturali di essa. Esistono oggi molte scuole di musica che sono invece specializzate all’insegnamento di uno strumento e molte di queste hanno stretto accordi con prestigiosi istituti per poter garantire più risorse al proprio studente in un futuro lavorativo. Personalmente consiglio questi centri a chi ha maggiore interesse di saper suonare uno strumento e avere al tempo stesso in mano un certificato qualitativo.
E’ facile orientarsi nel mondo della musica? Il mondo della musica appartiene al settore artistico anche se questo termine non ha nulla a che vedere con i veri artisti. E’ difficile orientarsi perché nella vita quotidiana non viene mai espresso il problema del dietro le quinte ma viene sempre messo in luce la propria spettacolarità e quindi è normale che un individuo al primo approccio professionale si trovi spaesato.
Chiunque é in grado di fare musica? Si tutti sono in grado di fare musica e, come abbiamo visto insieme, la difficoltà di fare musica nasce nel momento in cui la propria espressione di musica deve relazionarsi ad altri e quindi si ha poi la definizione di essere più o meno in grado di fare musica.
Per fare musica occorre conoscere la TEORIA o basta LA CREATIVITA’? Non serve teoria e nemmeno creatività perché un individuo può essere in grado di suonare per istinto e al tempo stesso riprodurre la musica di qualcun altro senza essere quindi creativo. Per informazione, riprodurre la musica di qualcun altro si dice: INTERPRETARE.
Come si inizia a suonare? Si inizia da noi stessi avvicinandosi spontaneamente allo strumento inconsciamente desiderato. Poi, a seconda dello strumento ci possono essere diversi modi per riuscire a suonarlo; magari uno strumento a percussione è di più semplice intuito mentre strumenti armonici richiedono qualche tempo in più. Non limitiamo questa domanda ai soliti strumenti della musica che sentiamo tutti i giorni per radio (chitarra, batteria, basso, tastiere/piano e voce). Sicuramente dopo un primo periodo di esplorazione, la migliore cosa è avvalersi di qualche piccola nozione da parte di chi è più esperto per evitare di imparare un’impostazione errata che in futuro potrebbe comportare patologie fisiche.
Quali sono le principali canzoni che servono per imparare? Non ci sono principali songs per imparare; la “facilità” di apprendimento non è universale ma individuale. Nella maggior parte dei casi è comunque più facile imparare da musiche che siamo abituati ad ascoltare invece di musiche che ne ignoriamo lo sviluppo.
Le cover su YouTube sono utili? Tutto è utile, che sia su YouTube o per strada, l’importante all’inizio è prendere esempio da chi ha una padronanza dello strumento buona, non per forza ottima ma l’importante che non sia errata o sconsigliata. Voi direte: “e come faccio a sapere se è giusto o sbagliato ciò che vedo?” e io vi rispondo che la risposta è nella domanda “Come si inizia a suonare?” :)
Suonare più di uno strumento può avvicinarti di più alla musica? Certo! Più strumenti si suonano più si ha una visione espansa della musica in modo da capire meglio come gli altri ascoltino la stesse note.
E’ fondamentale saper suonare uno strumento per un cantante? Non è fondamentale ma utile. In tutto, avere una conoscenza in più è sempre ricchezza.
Quale é l’età giusta per iniziare a suonare e diventare un buon batterista? Se guardi l’età…ci sono drummers che a 3 anni sono già sotto i riflettori e altri casi in cui una persona di 70 anni inizia da zero e in un anno riesce ad ottenere ottimi risultati. Forse limitando ad un genere musicale la domanda si può meglio rispondere :) Mettiamola così: se vuoi suonare musica pop rock non ci sono limiti di età mentre per una musica più veloce tipo lo scream è molto più avvantaggiato chi inizia prima a suonare di chi inizia da 30 anni in su per motivi di elasticità dei tendini, muscoli e tessuti del nostro corpo.
E’ davvero così difficile “sfondare” nel mondo della musica o almeno si può diventare qualcuno? Sfondare è difficilissimo, la maggior parte dei nomi che conosciamo sono meteore ovvero nomi in voga per un determinato periodo e poi caduti nel dimenticatoio per far spazio ad altre meteore. Sfondare si intende per entrare nella “Hall of Fame” ufficiale e non tramontare mai come nomi tipo Queen, Vasco Rossi, Ac/Dc, Sting… Diventare qualcuno è più semplice se si crea una continuità nel proprio prodotto e ovviamente se questo è apprezzato da una cerchia di persone. Per alcune persone si è qualcuno per altre no. Sono molti i casi di generi musicali che noi ignoriamo e che al loro interno ci sono nomi rispettati dai loro ascoltatori. Ad esempio i “Pooh” sono qualcuno per l’Italia e per i nostri connazionali all’estero ma sono niente per gli autoctoni Francesi, Spagnoli, Inglesi, Americani, Africani, Giapponesi, Cinesi…etc….etc…
Come si ottiene successo? Il significato della parola lo spiega: SUCCESSO, ovvero qualche cosa che è accaduto. Ci sono personalità di successo perché hanno composto un brano che è piaciuto, altre che sono diventati i partner di qualcuno di successo e vivono di luce riflessa ma pur sempre entrati a far parte dei VIPs, altri hanno mancato di rispetto alle regole morali in pubblico e sono diventati personaggi conosciuti da tutti….insomma prendete per esempio un personaggio come Vittorio Sgarbi: ha avuto molto più successo con le sue uscite “capra-capra-capra” invece di essere un critico d’arte. Personalmente non posso dire se è o non è un ottimo critico d’arte ma posso dire che è molto famoso per i suoi interventi in numerose trasmissioni televisive che lo hanno decretato più personaggio di successo che critico d’arte.
Oggi come si può diventare qualcuno con la musica, un musicista di successo? Bisogna lavorare meticolosamente al proprio prodotto musicale, essere autocritici all’esasperazione, oggettivi per capire se la massa apprezzerà questo prodotto e avere dei capitali da poter investire se si crede nel proprio potenziale per farlo conoscere al pubblico utilizzando: i media migliori per il proprio budget in vista di investimenti futuri per crescere e crescere. Il successo determina comunque una svolta nell’operato del musicista e quindi non bisogna intendere il successo come un paradiso nel quale si ozia da mattino a sera ma un luogo in cui si hanno diverse responsabilità lavorative per poter mantenere la propria posizione nei confronti del proprio pubblico.
Perché nuove band emergenti non riescono a sfondare? Se sono nuove (emergenti) devono ancora farne di strada per essere considerate qualcuno ed eventualmente sfondare. Non esiste avere tutto e subito.
Perché i cantanti italiani fanno fatica a sfondare all’estero? Perché la musica italiana ha delle combinazioni armoniche che non raccolgono il consenso degli ascoltatori esterni alla nostra nazione: ogni orecchio ascolta diversamente la stessa musica in base al proprio sviluppo culturale dato dal paese in cui si è nati e cresciuti. Perché la lingua Italiana non è così popolare nel mondo e quindi meno comprensibile. Perché sono pochissimi i cantanti italiani che pronunciano bene la lingua straniera in cui vogliono cantare, per esempio l’inglese o l’americano e, risultano di conseguenza ridicoli per gli altri ascoltatori non Italiani. Ma questo succede anche ad altri cantanti di altre nazioni. Mi ricordo che dopo il tour di Giugno 2004 in Giappone volevo portarmi a casa il singolo di un’artista molto in voga del momento come ricordino e per ascoltare un po’ di musica diversa…mi consigliarono il singolo “KISS” di MAI KURAKI…adoro la cultura giapponese e l’accoglienza sempre ricevuta ovunque sia stato…ma con tutto rispetto: questa MAI non la si capisce proprio nell’inglese in cui canta! Ecco quindi un esempio di artista che non andò oltre l’isola di Godzilla.
Come si entra nel giro della musica, per esempio un’etichetta discografica? Bisogna avere un prodotto da proporre, inviarlo a più non posso e se si è in cerca di un aiuto vero e proprio allora limitare la ricerca alle case serie, quelle che se vedono in voi un potenziale prodotto saranno le prime a contattarvi proponendovi una reale offerta di produzione esclusiva. Già facendo così si inizia ad avere dei rapporti con i primi discografici e se il lavoro viene corrisposto ecco che la routine di contatti con gli “addetti ai lavori” inizia. State comunque certi che le ditte grosse chiamate da tutti MAJORs, vi conoscono già, hanno persone che passano giornate a seguire i movimenti musicali in tutto il mondo per capire dove e quando creare il nuovo trend musicale e quindi non stupitevi se un giorno vi arriverà una e-mail con una proposta di collaborazione grazie ad un vostro brano su soundcloud, youtube e altre piattaforme del momento. Perché sono comunque strumenti realizzati dalle MAJORs stesse per diffondere i loro prodotti e quindi siete già sotto esame.
E’ facile entrare nel mondo dello spettacolo/musica qui nei nostri paesi limitrofi? Grazie a internet da diversi anni è più semplice perché il mondo non ha più distanze; una volta solo coloro che vivevano a Milano, Roma e Torino avevano la possibilità di confrontarsi con agenzie specializzate che operavano nel mondo dello spettacolo portando in tour i propri artisti/clienti. Oggi abbiamo strumenti che ci permettono di portare la propria arte, il proprio show in tutto il mondo con un semplice click. Il mondo dello spettacolo è mutato insieme a queste tecnologie: ci sono youtubers addicted e Vimeo users che vantano di un pubblico vastissimo standosene chiusi in una stanza di 20 Mq. nemmeno, portando il proprio show ovunque a qualsiasi ora. Ripeto: la musica è cambiata nel modo di esistere e quando ci saremo abituati a questo presente saremo in un futuro di nuovi cambiamenti non ancora compresi del tutto.
Come si compone un testo musicale? La metodologia più banale è insegnata alle scuole elementari con la famosa tecnica della rima baciata in poesia. Mentre oggi viviamo un’evoluzione nell’espressione del testo tradotta in scrittura e in esecuzione. Sicuramente se si hanno nozioni di armonia e di composizione poetica è più facile dare un vestito al proprio operato. Non è il contenuto che determina l’impostazione del testo musicale ma le sillabe utilizzate, gli accenti delle pronunce e le licenze poetiche di cui ci si può avvalere.
Quale strumento é più complicato da suonare? Per me, di quelli che ho provato a suonare, sono: il pianoforte, il clavicembalo, l’organo, la tastiera e la fisarmonica. Per te non so :)
Credi che ci siano persone più portate di altre per la musica? Si, come in tutte le cose c’è sempre chi è meglio per natura e non per dedizione.
Cosa si può definire con il termine “musica”? La comunicazione.
Come é nata la musica? La musica è nata come il mondo: esisteva già ma non nella stessa forma in cui siamo abituati ad ascoltarla, vederla e viverla.
Come nasce un genere musicale? Da una definizione comune a più persone che trovandosi d’accordo sullo stesso argomento determinano un movimento musicale.
Quali sono le differenze tra il settore della musica italiana e quello estero? L’Italia è un paese in cui ci si identifica di più in un cantautore invece che in un gruppo musicale; L’Italia è un paese esterofilo e preferisce ascoltare per la maggior parte gruppi musicali esteri invece di valorizzare i propri. L’Italia avendo un pubblico meno interessato all’attività artistica esporta quei pochi interessati verso nazioni che dettano il mercato discografico mondiale. Per quanto riguarda l’Estero posso parlare di Europa Occidentale, Nord America, e Sol Levante. In un paese vasto come il Nord America artisti a noi sconosciuti riescono a vendere milioni di copie pur restando in una casa discografica a loro avviso piccola; La lingua francese è intesa in tutto il mondo come la lingua del BON TON e quindi molti artisti francesi godono di contatti con altre nazioni per eventi e uscite discografiche; Il Sud America ha in particolar modo caratterizzato il marchio della musica latino Americana che è sinonimo di allegria, spensieratezza e festa un po’ in tutto il mondo; I paesi del Sol Levante sono molto attratti da sonorità melodiche e in particolar modo non avendo una predisposizione alla creatività si limitano interpretare per la maggior parte dei casi…infatti non a caso sono fra i più malati di Karaoke.
Quale é l’importanza della musica oggi? Personalmente parlando dovrebbe essere intesa come una risorsa in più di interesse per la nostra vita. Se un individuo non ha interessi non penso riesca a sopportare il peso della sopravvivenza quotidiana. La musica potrebbe essere uno di quegli interessi.
Quali emozioni ti trasmette la musica? Emozioni diverse a seconda del periodo in cui l’ho ascoltata: a 11 anni avevo determinate emozioni che oggi non provo più ma al tempo stesso mi smuove emozioni che una volta non avrei pensato di provare. Per fortuna la maggior parte della musica mi fa manifestare emozioni positive, sono pochi i casi in cui provo dei fastidi ad entrarci in contatto.
Cosa si riesce a esprimere attraverso la musica? Se stessi, il proprio umore, la personalità, la verità della nostra essenza e le cose che solo con le parole non sono comunicabili. In altri casi si riesce a dare informazioni di pericolo, di raccoglimento spirituale, si riesce a sottolineare un determinato momento durante un filmato e in altri casi ancora si riesce a esprimere l’atmosfera di un locale e il comportamento che dobbiamo adottare in relazione a questo.
La musica é in grado di suscitare emozioni ineguagliabili, che cosa ha di speciale? Per noi che l’amiamo, la musica ha davvero qualche cosa di inspiegabilmente speciale; per chi ne è indifferente non ha nulla di speciale.
La musica apre la mente? A mio avviso si e posso confermarti che ho avuto casi in cui l’allievo ha avuto netti miglioramenti anche in altri campi grazie alle nuove informazioni musicali. La musica nonostante possa essere definita come arte è anche matematica quando si devono imparare le nozioni universali e quindi ha un apprendimento basato anche sulla logica. La logica fa lavorare il cervello. Il cervello, se tenuto in allenamento, è provato che non invecchia e quindi restando più allenato risulta migliore di fronte ad altre situazioni.
Cosa é la musica per un musicista? Il sostantivo con il quale il musicista identifica il proprio ceppo di appartenenza. Se invece mi volevi domandare che valore ha la musica per un musicista…beh, io ti posso solo rispondere il valore che ha per me perché quello altrui non lo saprò mai.
Cosa sarebbe la vita senza musica? Non sarebbe la vita che viviamo tutti i giorni perché vorrebbe dire che non ci sarebbero suoni/rumori o meglio, non ci sarebbero VIBRAZIONI. Perché la musica è l’insieme di vibrazioni, che vengono tradotti come suoni da noi comuni mortali. Il nome delle note, la frequenza sulla quale viaggiano le note etc… sono tutte cose che abbiamo deciso noi esseri umani per capirci e comunicare in questa società chiamata mondo. Ma se non avessimo battezzato queste vibrazioni, esse sarebbero sempre le stesse anche senza nome, saremmo solo noi che non sapremmo come chiamarle. Chiedi ad un sordo-muto dalla nascita se sa cosa è la musica….lui non la conosce come la conosci tu però avverte delle vibrazioni, non tutte quelle che sei in grado di avvertire tu ma alcune. Lui non sa quale è la tua musica ma conosce la sua e tu non sai quale è la sua eppure ci senti.
C’é limite alla musica? Come abbiamo disegnato sulla lavagna e capito:No e mai ci sarà.
La musica può essere infinita? La musica di suo è infinita ma quando entra in contatto con noi è vincolata dalla nostra esistenza.
I DJs possono essere definiti musicisti? Si, e mi riferisco a quelli che non si limitano a cambiare le canzoni seguendo una logica e mood per mantenere il tempo attivo per i presenti. Si, perché ci sono anche DJs produttori di musica nuova che utilizzano composizioni su supporti chiamati MIX per riprodurre vibrazioni esistenti e, grazie a strumenti come Mixer, Compressori ed Effetti con la coadiuvante eventuale di altri brani già editi, creano un nuovo insieme di vibrazioni ovvero musica.
E’ utile ascoltare la musica? A parer mio è utile come leggere; è chiaro che esistono composizioni più o meno curate ma anche in libreria ci sono una miriade di libercoli esposti insieme a libri scritti e pubblicati magistralmente.
Quanta musica bisogna ascoltare per conoscerla davvero? L’unica certezza che hai è che non sarà mai la stessa: non si può conoscere una persona che cambia continuamente.
Ascoltare molti generi musicali può aiutare lo sviluppo di una profonda conoscenza della musica? Si, più generi ascoltati e più input si ricevono e quindi più consapevolezza. Aiuta anche a capire come mai il mondo non è come lo vorremmo: tante idee diverse, sistemi comunicativi differenti, soluzioni differenti per dare inizio a tutto e raggiungere una conclusione.
Come si fa a fare musica? Entrando a contatto con le vibrazioni
A cosa serve la musica? Per molti in passato la musica era un aiuto per non sentire le fatiche, per altri è servita come lusso a corte, per altri ancora serve per arredare una location, per molti locali notturni serve per intrattenimento e far parlare a più alto volume le persone in modo che consumino più bevande, per altri ancora serve per confermare la propria personalità, per altri serve per meditazione, per alcuni come simbolo di unione tipo i cori da stadio, per altri per onorare il proprio credo, altri ancora la usano per vendere un prodotto e altri la usano per farsi notare, c’è chi la usa per regolarsi il tempo durante l’attività fisica, c’è chi la usa come sveglia e chi per collezione, persone come me che serve come l’ossigeno, altre che l’hanno bisogno per presentare una nuova collezione di vestiti, c’è a chi serve per fare l’amore, c’è chi ne ha bisogno per studiare e chi per ballare….
Quale é lo scopo della musica? La musica non ha mai avuto scopi, siamo noi che in media abbiamo sempre troppe aspettative.
E’ vero che la musica può cambiare le persone? Si e ti posso assicurare che in alcuni casi questi cambiamenti sono talmente forti che spesso la personalità del soggetto interessato diventa sconosciuta alle persone che fino a prima pensavano di conoscerlo a fondo.
A che età si può iniziare a suonare? Sempre
Quanto bisogna studiare per raggiungere un livello adeguato per poter fare il musicista? I risultati si vedono solo da un corretto esercizio determinato da una forte dose di autocritica; in generale lavorando almeno 4 ore al giorno ben distribuite, non tutte di seguito, sarà più facile dopo 9 mesi o un anno raggiungere già interessanti livelli per poi dal secondo anno successivo migliorare più velocemente dedicando quindi almeno 6/8 ore ben distribuite per poter essere pronto alle prime esperienze professionali. Poi bisogna proseguire con lo studio per incrementare. Normalmente chi ha anche 6 anni di studio sulle spalle prosegue a studiare presso diversi insegnanti per acquisire le tecniche di ultima generazione.
Se c’è uno strumento musicale che mi piace ma non sono molto bravo a suonare, come faccio a diventare molto bravo? La predisposizione al gioco deve risiedere in te, solo con il divertimento si ha più pazienza nell’affrontare le difficoltà di apprendimento.
Come trovare l’ispirazione quando si “cerca” di comporre? Non forzandola. Normalmente un vero compositore indipendente e senza scadenze da rispettare ha sempre con se uno strumento per registrarsi le idee che gli passano per la testa per poi metterle a fuoco con calma nel proprio studio. Infatti si dice che hai avuto l’ispirazione non che hai creato l’ispirazione.
Per interpretare un brano a cosa ispirarsi, come trovare le “emozioni” per interpretarlo? Qui entra in gioco il ruolo dell’attore, ovvero la capacità di recitare un’emozione anche se non ci appartiene. Nel mondo professionale della musica sappi che una cosa fondamentale è saper recitare un briciolo perché di fronte ad una bella solare canzone il pubblico si aspetta un musicista allegro, sorridente che sprizza positività da tutti i pori e il brano dopo invece è un lento che parla dell’amore non ricambiato…e il pubblico vuole vedere che il musicista ci crede davvero altrimenti non crederà più alle sue canzoni…e quindi il bravo musicista riesce anche a strappare una lacrima dal proprio viso davvero affranto. Quindi la risposta è allenarsi di fronte ad uno specchio a interpretare diversi ruoli per conoscere meglio i propri movimenti del corpo che determinano la comunicazione scelta da interpretare. Io ad esempio quando devo interpretare un brano lento di batteria penso che ci sia una nebbia fitta da non far vedere a un metro…così mi rilasso la messa a fuoco degli occhi e tutto ciò si traduce in un tocco più soft naturale non programmato. Quando devo interpretare un brano veloce con molti cambi di tempo penso al mio volto in fiamme che insegue il nemico come in un videogioco.
Come superare la paura di esibirsi di fronte ad un pubblico? Io consiglio sempre di salire sul palco prima che ci sia il pubblico prendendo la posizione concordata in precedenza; da quella postazione guardate lentamente tutta l’area del palco per memorizzare la geografia degli eventuali spazi in cui potersi muovere, poi guardate l’area destinata al pubblico cercando di arrivare più in fondo possibile con lo sguardo per vedere se sarete in grado di mettere a fuoco lo spettatore più timido che se ne starà in fondo in disparte dal pubblico il quale non vi vedrà mai negli occhi per via della distanza ma voi invece si e questo vi darà la sensazione di superiorità. Per concludere, quando sarete operativi e lo spettacolo avrà inizio, il segreto finale è guardare le tempie delle persone: in questo modo nessuno si accorgerà cosa voi starete guardando ma avranno l’impressione che state guardando dritto negli occhi il pubblico e susciterete maggior interesse e voi non avrete stress di alcun tipo.
Quali sono gli strumenti fondamentali per ascoltare la musica? Normalmente le proprie orecchie, quindi proteggetele sempre! Il miglior modo per assimilare la musica è utilizzando cuffie o auricolari di alta qualità per non rovinare i timpani e godere del massimo splendore la produzione sonora proposta dal prodotto.
Quale é il genere musicale che é nato prima? Non si saprà mai. Quando ad esempio noi europei andammo a far piazza pulita degli indiani d’America per creare la futura civiltà, eliminammo anche la loro cultura imponendo la nostra e sconvolgendo lo sviluppo musicale derivante dagli Apaches. Insomma è una risposta che nessuno è in grado di risponderti, mi spiace.
Quanti e quali sono i generi musicali oggi? Questo è possibile determinarlo ma al momento mi cogli impreparato e disorganizzato nel farlo.
Quali sono le canzoni più popolari? Alcune sono: “Hotel California” degli Eagles, “Like a rolling Stone” di Bob Dylan, “Imagine” di john Lennon, “We Are The World” diLionel Richie e Michael Jackson. Poi ce ne sono tantissime altre.
Esiste un genere musicale più importante di un altro? Per il music business si perché a dettare l’importanza sono i proventi. Culturalmente parlando no.
Perché la musica che passa in radio é sempre più scadente? La maggior parte delle radio che si ascoltano sono sponsorizzate dalle case discografiche perché facciano conoscere il prodotto all’utente finale. Se la musica/prodotto è sempre più scadente è perché la maggior parte del pubblico vuole quel tipo di prodotto altrimenti le case produttrici non lo realizzerebbero o produrrebbero. E’ come l’espansione negli ultimi 8 anni dei discounts in Italia: se non ci fosse stato il problema economico a costringere la maggior parte delle famiglie a rinunciare alla qualità di molti articoli per portare avanti la baracca come si vuol dire, oggi non avremmo un outlet, un discount e un chinese store, uno dietro l’altro che vendono surrogati degli stessi prodotti ad un prezzo bassissimo ma che rispecchia in verità la poca qualità di questi ultimi.
Perché c’è sempre meno gente interessata alla musica vera? In realtà è sempre stato maggiore il numero di persone che ignora la verità che cela la musica. Questo è stato dimostrato durante il nostro incontro di quanto forte sia la percentuale di persone che sono limitate ad una conoscenza meno che basilare sugli elementi che compongono la parola musica. Come potrai notare da questa pagina, la maggior parte delle domande rivolte sono inerenti a come fare successo, come diventare qualcuno e come diventare bravo…ma domande sulla passione praticamente pochissime.
Cosa é per te la musica? Per me è la mia anima, l’elemento con il quale riesco a completare il mio essere individuo ogni giorno, l’unica entità che riesce davvero a farmi fare quello che vuole.
Cosa provi quando suoni e cosa pensi? Quando sono nel mio studio a suonare per piacere voglio la luce naturale così da vivere il mio drumming nell’insieme della naturalezza che appartiene la zona in cui vivo, la Monferrato Area. Non penso, sinceramente non ho ricordi di aver pensato, lascio che le mie bacchette mi conducano alla ricerca di me stesso. Provo una sensazione di distacco dalla realtà di prima e non sento passare il tempo. Quando suono per un pubblico sento se avverte oppure no la mia verità e mi emoziono nel vedere persone che provano positività nell’assimilare il mio drumming. Pensare poco niente, mi diverto senza avere la testa impegnata. Succede solo con i brani dell’ultimo minuto di pensare perché non avendoli ancora appresi del tutto sono costretto a pensare alle varie parti che devo eseguire per non fare frittate agli altri musicisti con cui sto suonando e dando il tempo.
Come é nata la tua passione per la musica e da quanto tempo segui questa passione? All’età di 3 anni avevo già l’istinto di voler suonare uno strumento e amavo cantare le canzoni di artisti per piccoli, avevo un orecchio sviluppato alla musica e al ritmo innato: se ne erano accorti i miei genitori vedendo come riuscivo ad imparare più velocemente a memoria un testo se aveva una musica che lo accompagnava. Infatti di memoria non ne ho mai avuta molta per le cose extra musicali. Poi ricordo che grazie ai miei genitori mi ero avvicinato a Lucio Battisti, Fabrizio de André, Paolo Conte e adoravo i Pink Floyd perché per me all’età di 8 anni era una musica avveniristica, strana quasi ultraterrena. Quando mi sono accorto che la musica per me non era più un complemento d’arredo fu nel 1987 con l’uscita del disco “C’è chi dice no” di Vasco Rossi. Da quel momento ho iniziato a collezionare musicassette dopo musicassette appena potevo meritarmele per ascoltare a più non posso i miei artisti preferiti.
Come hai capito che la musica sarebbe stata la tua vocazione e che avresti fatto della musica la tua vita? Il 05 Ottobre 1996. La sera prima avevo suonato il mio ultimo concerto con la mia prima vera band, si chiamava Slide Fastener e proponevamo covers di Heavy Metal (oggi sarebbe considerato heavy metal classico); avevo un’impegno con un’altra band ma l’idea era di smettere di suonare in ogni caso, forse stavo attraversando l’adolescenza….boh! vai a sapere! Il mattino del 05 Ottobre 1996 verso mezzogiorno ricevo una telefonata da un gruppo di heavy metal di brani originali che stimavo tantissimo di 10 anni in più di me e così ho capito che la musica è lei che decide quando è arrivata la tua fine o il tuo momento. Lo stesso episodio analogo si è ripetuto un sabato sera nel 1998 a None (TO) quando un ragazzo fra il pubblico ha consigliato la mia persona agli Skylark, un gruppo metal milanese molto rinomato mondialmente che si era appena esibito e che era in cerca del batterista per gli sviluppi futuri del gruppo. Poi il mattino del 3 Dicembre 2009 quando ho ricevuto la mail di Jeff Waters (Annihilator) per collaborare al tour promozionale del tredicesimo disco in veste di Touring drummer. Ancora oggi proseguo a ricevere segni che la musica è la mia vita.
Perché hai scelto la batteria? Nel 1991 ho visto per la prima volta “Live After Death – World Slavery Tour ‘85” il video concerto più famoso degli Iron Maiden…vidi la batteria di Nicko Mc Brain e il suo stile unico nel suonarla. Il giorno seguente con varie pentole in disuso di mia madre mi arrangiai con fantasia quella che doveva essere una batteria e iniziai così. Poi dopo qualche settimana il caso volle che un certo Ronaldo Farolfi, ancora oggi tra i miei più cari amici, venuto a conoscenza del fatto tramite i miei genitori che mi stavo avvicinando alla batteria, mi regalasse la propria perché ormai doveva cambiarla con una professionale e quelle economiche di seconda mano già allora non trovavano acquirenti.
A quanti anni hai iniziato a suonare? A 11/12 anni e qui potete trovare più dettagli: CARLOSMAN
Genitori e amici ti hanno sostenuto? Si, sono stato molto fortunato a ricevere il pieno sostegno da parte dei miei famigliari e degli amici.
Quali ostacoli hai incontrato? Ai tempi non c’era internet come oggi e per chi come me che arrivasse da un paesino era difficile reperire le informazioni, non c’erano insegnanti a conoscenza del tipo di musica che avrei voluto approcciarmi, difficoltà di trovare un rivenditore specializzato di strumenti per batteristi, incompetenti che ti interrompono il concerto per paura che la Siae per 5 minuti in più facesse storie, idee non condivise per sviluppi musicali da parte di altri membri, la difficoltà di essere compresi dalla propria compagna di fronte a certe situazioni apparentemente semplici ma complesse quando inizi ad avere delle responsabilità di comunicazione e altri normali ostacoli di chi si avvicina alla musica da zero ma per fortuna nessun ostacolo da parte della mia famiglia.
Hai dovuto fare delle rinunce per seguire la passione? Quando hai passione non vivi rinunce perché non avverti la sensazione di rinuncia, l’unica rinuncia che puoi fare è inerente alla passione: non seguirla. Tornassi indietro farei tutto uguale errori compresi.
Quando hai iniziato a studiare musica? Sono autodidatta al 99%, ma nel 1999, quando ho iniziato ad avere più responsabilità musicale, decisi di recuperare quello che non avevo fatto prima ovvero imparare il solfeggio per poter meglio relazionarmi con altri musicisti e permettermi di ampliare il mio raggio di collaborazioni. Ho così preso una manciata di lezioni per qualche mese mirate al solfeggio; poi quando avevo la possibilità di partecipare a seminari ero ben felice di presenziare e questo, ancora oggi, lo faccio per tenermi aggiornato. Cosa ne pensi delle nuove musiche e cantanti? Io adoro la nuova musica, è qualche cosa che mi da speranza di miglioramento. I cantanti fanno parte della musica quindi non c’è risposta a questa opzione di domanda.
Quante produzioni hai fatto? Molte per essere un indipendente, più di 15 sicuro ma non ho il conto sotto mano perché di alcune non è più disponibile il master per motivi di proprietà.
Come ci si sente a suonare su grandi palchi? Credo sia abbastanza soggettivo: personalmente non ho mai avvertito la sensazione di adrenalina prima di salire sul palco. Vuoi perché mentre sei dietro le quinte non è come stare in mezzo al pubblico: non si sente molto di quello che avviene dall’altra parte e fino a quando non si inizia lo spettacolo non c’è una vera propria dimensione del rapporto con il pubblico. In particolar modo per un batterista che è molto indietro e in alto e quasi non vede il pubblico. Quando lo spettacolo è in ore notturne il pubblico lo si vede a sprazzi, solo quando i riflettori illuminano tutto e di giorno spesso si è sfortunatamente abbagliati dal sole che mette a dura prova la resistenza del musicista durante la performance. Poi tenete presente che ogni musicista che si rispetti protegge le proprie orecchie con strumentazioni consone al tipo di show da eseguire, quindi il pubblico ha un volume molto differente da quello che si è abituati a pensare. Dietro la batteria non si sente quasi mai il pubblico e forse l’emozione arriva a fine concerto quando prima di uscire da dietro il kit, si rimuovono queste protezioni per poter sentire come hanno vissuto l’esecuzione i presenti…e lì che si ha una botta di volume di tutte quelle migliaia di persone che formano un boato di supporto positivo.
Tu hai sempre e solo suonato la batteria? Come ruolo si; poi mi piace strimpellare la chitarra e canticchiare ma non mi reputo cantante e nemmeno chitarrista.
Quanti gruppi hai cambiato? Davvero tanti anche perché già nel 1996 suonavo contemporaneamente con 2 o 4 gruppi…quindi la cosa si è portata avanti fino a oggi e il numero di persone con cui sono venuto in contatto è davvero alto.
Cosa ti da la musica e cosa ti piace di lei? La musica mi da la salute e la voglia di vivere; quello che mi piace è che non riesco a spiegarmi come non mi abbia ancora stufato di fronte anche a esecuzioni o ascolti identici.
Secondo te: perché oggi ci dovrebbero essere dei musicisti? Nessuno è necessario in questo mondo ed egoisticamente parlando i musicisti dovrebbero esserci per soddisfare la sete di nuove musiche per gente come me che ha voglia di nuova linfa musicale per poter vivere.
Cosa ti spinge giorno dopo giorno a suonare? Non saprei…tempo fa era per affermare a me stesso di essere in grado di saper eseguire determinati ritmi…oggi non capisco se è la necessità di sentire che sono ancora vivo oppure se è la ricerca del completo isolamento da tutto e tutti.
Per te la musica é ispirazione? Da 10 anni a questa parte la musica mi ha dato l’ispirazione per formulare nuove soluzioni di comunicazione con il prossimo e per i risultati ottenuti sono davvero soddisfatto.
Che genere di musica preferisci? Dal 2007 ho iniziato un ascolto approfondito per il country contemporaneo Statunitense ascoltando nomi come Taylor Swift, Dierks Bentley, Kenny Chesney, Lady Antebellum, Ashton Shepherd, Brad Paisley, Carrie Underwood, Darius Rucker, Jake Owen, Phil Vassar, Rodney Atkins, Ryan Laird, Sugarland e altri nomi simili. Parallelamente a questo genere nel 2010 ho ripreso ad ascoltare il rock inglese di fine anni ’90 perché necessitavo di influenze melodiche con sonorità vicino al punk odierno. Mentre di recente mi sto dedicando alla rivalutazione dei primi movimenti punk/grind con qualche intervallo di musica elettronica prodotta da compositori rinomati nel settore cinematografico, uno dei miei più ascoltati è Brian Taylor conosciuto come BT.
Quale é il tuo cantante preferito? Per la musica italiana: Claudio Baglioni per quanto riguarda l’espressione artistica vocale e la maestria nell’uso della lingua italiana; Laura Pausini per la tecnica vocale e la qualità artistica delle composizioni prodotte dal 2000 a oggi. Per la musica internazionale: Céline Dion per la tecnica vocale e la capacità di saper interpretare più generi musicali senza risultare fuori luogo; per chi amasse il canto e non conoscesse la discografia di questa interprete, consiglio vivamente l’ album da 10 e lode: “Taking Chances”; Roberto Tiranti per la pulizia ed espressione musicale con la quale riesce a comunicare sia su disco sia in concerto la propria tecnica vocale.
Pearl Jam o Nirvana? Nirvana
Che genere suoni? Principalmente viene definito METAL ma come avrete letto, le influenze sono molte e non derivano dal Metal esclusivamente.
Come mai é importante la musica nella tua vita? Mi identifica. Come per molti può esserlo il proprio taglio di capelli, un tatuaggio o un accessorio in abbigliamento, per me la musica è il marchio che mi cottraddistingue.
Cosa avrebbe fatto di sconvolgente HENDRIX se non fosse morto? Le stesse cose che hanno fatto i Beatles, Michael Jackson e altri nomi illustri: palate di soldi, compilations dei migliori brani rimasterizzati dal miglior tecnico in circolazione, sarebbe ricorso ad interventi di chirurgia plastica per mantenere la propria immagine sempre fresca per il sogno dei fans…etc…etc…
Ci sarà qualche altro musicista come negli anni 70-80-90 che cambierà la storia come i Led Zeppelin, i Ramones o i Nirvana? Certo, perché l’industria musicale proseguirà a creare “miti” per attribuire dei tasselli portanti a chi è in cerca di un’etichetta da attribuire al percorso musicale. Ricordiamoci da metà degli anni ’80 Michael Jackson e Madonna, Marylin Manson dal ’90 in poi e i Korn verso la seconda metà.
Jack White può essere considerato un vero artista contemporaneo? Certo: compone in prima persona, è ancora vivo sia fisicamente sia musicalmente.
La musica entra nel cuore! Ma il perché? E’ bravo il cantante o la melodia? oppure é il mio stato d’animo che mi condiziona? Questa è una delle più belle domande che mi sia capitata fino ad oggi, è sicuramente una domanda che vorrei molti si ponessero, invece la maggior parte sfoga il proprio parere limitando l’emotività di una musica alla sua unica essenza senza valutare se stesso in relazione al tipo di ascolto. Per come ho visto la maggior parte delle persone relazionarsi alla musica passiva, mi viene da pensare che sia lo stato d’animo ad influenzare l’ascolto e l’emotività del brano. Si perché è più alta la percentuale di persone che hanno bisogno di una sicurezza per ascoltare un brano invece di quella minore percentuale che ascolta un brano fine a se stesso perché gli piace. La massa è portata ad ascoltare quello che i principali mass media propone loro di assimilare invece di effettuare una ricerca personale nonostante dicano di amare la musica.
Come si fa a definire se il brano/musica é bravura? o meglio, come faccio a capire chi é stato a farmi provare quelle emozioni: la musica oppure io? Questa è un’altra bellissima domanda che a primo approccio potrebbe essere simile a quella precedente ma in realtà ha un altro punto di vista interessante da analizzare e che spesso è oggetto di discussione fra me altri artisti. Io sono dell’opinione che dentro noi stessi risieda il catalogo completo delle emozioni, di tutte le emozioni, anche quelle fino ad oggi sconosciute ma che in realtà ci sono e devono essere ancora scoperte. La musica/brano è in grado di stimolare il nostro carattere emotivo perché possa emergere un determinato numero di emozioni che in base ad esse definiremo piacevole/fastidioso un brano/musica e al tempo stesso decreteremo anche la sua bravura o incapacità nell’esprimersi. Questa mia teoria nasce dall’esplicito caso in cui un eccellente musicista stia eseguendo una composizione in modo assolutamente impeccabile senza che questa sua estrema bravura provochi sentimento alcuno all’ascoltatore. La cosa peggiore per ogni individuo in qualsiasi campo è risultare anonimo, privo di firma, senza carattere.
E’ vero che si può vivere di musica? Come abbiamo visto fino a qui si. Persone come me hanno bisogno di musica perché la propria vita sia considerata tale per se stessi. Un interesse personale è un elemento che giustifica la realtà quotidiana perché possa risultare con un obbiettivo definito. In realtà nella vita nulla potrà essere definitivo ma alla maggior parte di noi per fortuna piace crederci.
Perché la musica é importante e presente in tutte le culture? Perché le vibrazioni hanno da sempre interessato l’uomo per la loro capacità di influenzare la natura degli individui e delle cose che lo circondano. Ricordiamoci che in passato, in epoche quando nemmeno avevano costruito strumenti musicali, la musica come veniva intesa allora serviva per molte cose in ambito organizzativo e celebrativo. E’ dentro noi, fa parte di una nostra caratteristica per poterci dominare.
Perché i messaggi lanciati con la musica arrivano prima e meglio? Perché è l’unione con determinate chiavi armoniche a migliorare l’ascolto del messaggio. Io prendo sempre in esempio Ligabue perché nonostante venda milioni di dischi non lo considero un artista appartenente al mondo musicale. Se leggete i suoi testi sono sicuramente composizioni non prodotte a caso e contenenti una serie di messaggi molto profondi e studiati. Ma se avesse pubblicato dei libri di poesie invece di iniziare a registrare il primo disco e poi il secondo e così via….pensate che avrebbe avuto lo stesso feedback da parte del pubblico? Ve lo immaginate il primo o secondo libro di un artista in libreria composto da 11 poesie della lunghezza di massimo una pagina per poesia in formato tascabile?!??!!??? Forse in allegato a qualche acquisto ma non in vendita da solo….quanto potremmo dare per un prodotto del genere? Cinquanta centesimi? Massimo un euro proprio per esagerare sperando che parte di quei fondi vadano a qualche organizzazione benefica. Così Ligabue ha pensato che fosse meglio vestire quei suoi scritti con una musichetta così che più persone potessero apprezzare il suo messaggio.
La musica vive e vivrà per sempre, perché? Perché la risposta l’abbiamo già sviluppata due domande prima di questa.
Penso che la musica sia vita ma non so il perché…? La musica prende forma da un’azione di un essere vivente, senza questo essere la musica non può esistere. Ricorda che: la stessa nota suonata da individui differenti utilizzando lo stesso strumento non suona uguale; la stessa nota suonata dallo stesso individuo utilizzando lo stesso strumento non suona mai uguale.
GRAZIE MOLTE PER L’ATTENZIONE E BUON PROSEGUIMENTO A TUTTI
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