Tumgik
#e anche molto bene rispetto ad altre persone se posso dire
omarfor-orchestra · 6 months
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Cioè io sono sticazzi però vi giuro che quando ho fatto uno spettacolo in cui facevo coppia con il mio ex con cui ancora stavo insieme ma che stavo cominciando ad odiare uno spettatore è venuto a dirci "si vede che state insieme". Questa è la chimica. Allenamento.
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fujiko-23 · 2 years
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non so come iniziare un post del genere ok, non ne scrivo mai perché beh non lo so il perché, forse perché romperei l'equilibrio che mi sono creata nella mia testa di questo blog, forse perché non voglio che qualcuno mi faccia troppe domande su certi argomenti o forse perché mi perdo a pensare che a nessuno interesserebbe davvero leggere ciò, e poi è molto difficile farmi aprire completamente. se sai qualcosa su di me non la saprai mai al 100%.
c'è una cosa credo che vorrei da qualcuno ed è raccontarmi a questa persona e sapere che a quest'ultim* interessa davvero quello di cui sto parlando. qualcuno a cui non debba rimpiangere di avergli detto qualcosa perché poi magari in un discorso me lo viene a ributtare in faccia e magari ci sto male sia perché me l'ha buttato in faccia sia perché è un argomento fragile che non dovrebbe essere ricacciato in certe situazioni.
ci sono alcune persone che considero più vicine rispetto ad altre per un motivo o per un altro ed è a loro che vorrei raccontare certe cose e soprattutto già ne sanno altre, però a volte mi sembra di non potergli parlare di certi argomenti perché reagiscono diversamente dal solito, come se iniziassero a lamentarsi o a prendersela con me per ciò che ho fatto ma, che posso farci ormai? è una cosa passata e non posso cambiare il passato, al massimo posso rimediare però è proprio qui che penso che forse dovevo tenermela per me e mano mano inizio a parlare sempre meno di certe cose con una persona. o altri motivi per cui ne parlo meno è che l'argomento per cui sto male potrebbe far star male anche l'altra persona ed evito di mettere in mezzo il tutto.
ci sono dei motivi per cui sto stando abbastanza male ultimamente, il primo è per certe persone che si stanno allontanando o si sono allontanate improvvisamente e magari a me piaceva la loro compagnia e mi mancano..però, non vi verrò a scrivere. un pò perché se ti sei allontanat* significa che o non vuoi parlarmi o lo stai facendo per il tuo bene, e un pò perché nel caso tu non voglia parlarmi non voglio dover cominciare una conversazione forzata.
il secondo motivo è per le persone che mi piacciono e a cui piaccio. beh per le persone che mi piacciono c'ho sempre sfiga per un motivo o per un altro quindi facciamo che lascio stare..per le persone a cui piaccio invece:
parlo con abbastanza persone online e non e ad alcune di queste sono iniziata a piacere, a me fa sempre strano perché non faccio nulla di speciale, non capisco cosa attiri la loro attenzione, e poi quando glielo chiedo i motivi sono sempre gli stessi. 'sei simpatica, ci sei sempre e mi piaci fisicamente'. ed io so solo dire che so cosa sono, e so cosa do e cosa non do, però non mi sembra di averti dato abbastanza. perché non sono nei miei periodi migliori e so di poter dare di più. ma perché dovrei? nel senso, il mio obiettivo non è piacere per forza, no? però dicendo così mi sembra di si. mi sembra di star cercando solo di piacere e poi fine, 'il mio lavoro qui è finito'. anche se so che non è così davvero, voglio che l'altra persona stia bene con me e si senta al sicuro ecco. oltre questo, molte persone se ne sono andate proprio per questo motivo qua. perché gli piacevo e non riuscivano a mantenere questo sentimento per loro dato che io non ricambiavo. e si sono allontanati per stare meglio. però..però a me mancano, gli voglio comunque bene. e torniamo al punto di prima, cioè al primo motivo per cui sto male.
il terzo è per la scuola. ieri (28/09) è stato il primo giorno(perché faccio il serale e abbiamo iniziato dopo), faccio il quinto superiore sperando che finisca e che finisca bene. comunque solitamente quando vado a scuola ho sempre ansia. sempre ansia di star sbagliando qualcosa, di non aver completato qualcos'altro o di dover rispondere a qualcosa e non so farlo. e da una parte credo sia normale, dall'altra invece no..perché spessissimo mi causa dolori fisici e mi sento uno schifo. è dalle elementari che va avanti così a dolori fisici tutti i giorni, tutti gli anni da 14 anni, non mi sembra una buona cosa ecco-
mi sono ritrovata spesso con molte assenze che io non mi rendevo neanche conto di star facendo però dall'altra parte se andavo a scuola comunque non stavo bene e non mi sentivo in grado di far qualcosa, quindi che cambiava? negli ultimi 2 anni ho iniziato ad andare a scuola nonostante l'ansia(non sempre) perché so e ho sempre saputo che non importa se sbaglio. infatti mi sono resa conto che l'ansia maggiore non è dovuta a quello. ma è dovuta al fatto di sentirmi giudicata se sbaglio. so che dovrei fregarmene perché tanto 5 minuti e uno si dimentica, però io no, il fatto di aver sbagliato quella cosa che magari per me è importante mi rimane impressa anche se aggiusto il tutto dopo. ho un grossissimo problema coi giudizi degli altri. che riguardi la scuola o meno.
comunque. tornando all'inizio, anche ieri che è stato il PRIMO giorno ho avuto ansia. però perché questa volta? non avevo nessun compito, nessuna interrogazione, nessuno doveva chiedermi nulla, i compagni di classe li conoscevo già e sono stata per i cazzi miei. e allora qual era il problema ieri..? non lo so. non mi viene in mente nulla. so solo che stavo già per non entrare perché mi sentivo male.
un'altra cosa ancora è la mia famiglia. molte delle cose per cui sto male sono '''ovviamente''' nate qui. ai miei, soprattutto mia madre, li ringrazio sempre perché hanno cercato di starmi vicino e darmi il più possibile, e sono felice che ci abbiano provato a starmi vicino però sfortunatamente l'hanno fatto nel modo sbagliato, sfortunatamente non sono persone con cui io riesca a confidarmi, non dico su tutto ma nemmeno sulle piccole cose perché in primis sono loro a iniziare a giudicare me e le persone che frequento. poi tante altre cose ma non voglio parlarne molto di loro.
e ultima cosa, ho ritrovato un diario di quando andavo in quarta elementare in cui parlo solo del mio stare male. ma avevo 9 anni. e sono giorni che mi sto scervellando a ricordare perché cazzo a 9 anni devo lamentarmi sempre di star male? e pensando pensando non era nemmeno per motivi stupidi. erano gli stessi motivi con cui mi appiccico ora.
nel caso qualcuno abbia davvero letto fino a qui beh..
ma chi te l'ha fatto fa'?
grazie per aver letto comunque. ora mi verrà l'ansia per i messaggi che riceverò dopo questo sfogo ok. mi sotterro ok. addio ok.
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okchiarapi · 4 months
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Momento riflessione Erasmus
Ci sono tantissime cose che ci vengono dette dell'Erasmus ma quella più frequente e che probabilmente sentirete dire più spesso è sicuramente una ovvero "L'erasmus è il tipo di esperienza che ti cambia la vita". Ed essendo in erasmus in questo momento ed essendo qui da un mese esatto vi dirò ciò che finora ho imparato.
Il concetto da cui siamo partiti è vero: l'erasmus ti cambia davvero la vita, per tantissimi motivi, i principali che ho riscontrato sono questi:
1. Arrivi in un paese di cui potresti non sapere la lingua: sono in spagna e posso assicurarvi che molte persone che ho conosciuto non sapevano minimamente parlare lo spagnolo, e vi assicuro che non tutti gli spagnoli parlano l'inglese bene. All'inizio sembra uno scoglio enorme ma le università organizzano dei corsi per imparare la lingua. Prime di venire qui studiavo spagnolo da 4 anni e mezzo, ma ad esempio non ero per niente brava con la pronuncia, qui invece l'ho migliorata molto e quando tornerò in Italia sicuramente prenderò il B2 se non il C1 di spagnolo. Quindi se già lo sai un po', probabilmente migliorerai di molto quel po'.
2. Hai a che fare con un sistema universitario diverso da quello che noi conosciamo in Italia: la valutazione di tutte le materie che devo dare qui si divide tra lavori che si fanno durante il corso, che possono essere individuali o di gruppo, un esame finale che è scritto (qui di orale non c'è proprio nulla), e la partecipazione in classe. Oltretutto si insegna moltissimo a livello pratico, ad esempio come essere dei bravi insegnanti.
3. Vedi davvero una nuova cultura, un mondo diverso che nemmeno potevi immaginarti: in Spagna ad esempio c'è tantissimo la cultura dei libri, ci sono librerie ovunque O libri a poco prezzo, le feste sono fino a tardi e qui a Madrid le strade sono sempre piene. Mi sento anche molto più tranquilla a tornare di notte e da sola. La metro e i bus sembrano molto tranquilli rispetto alle notturne italiani (però ricordatevi che se siete in grandi città dovete stare attenti alle cose di valore, gli scippi ci sono qui come a Milano, Roma, palermo etc. )
4. Una cosa che nessuno ti dice e di cui voglio parlarti io: a volte ti sentirai solo, soprattutto le giornate in cui ci sarà poco da fare. L'erasmus non è solo uscire e feste pazzesche, se vi interessa ancora a mezza festa non sono andata proprio, le ho viste da lontano e basta. A volte socializzare ti sembrerà molto difficile, soprattutto se ti trovi in una grande città come nel mio caso. Ci saranno momenti in cui vorrai tornare a casa dalla tua famiglia, dai tuoi amici, dal tuo fidanzato. Ma so che se sei fuorisede come lo sono stata io prima di questa esperienza, sei abituato a questo genere di mental breakdown e sai benissimo che casa sarà sempre casa per t, ma che le nuove esperienze sono importanti per crescere come esseri umani.
In conclusione vi direi: fatelo. Fate l’erasmus. Soprattutto se siete universitari che vivete con i vostri genitori. La vita da fuorisede io la conoscevo già, ma ho conosciuto una realtà diversa e quindi gente nuova che viene da diverse parti del mondo. Una città nuova con tantissime cose, e spero di vederne molte altre. Un sistema nuovo, un nuovo posto da poter chiamare casa e che so già che sarà parte del mio cuore. Non so se tornerò cambiata. Tornerò però con un’esperienza in più, un'esperienza diversa da tutte le precedenti. Allego foto del mio posto più frequentato.
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seoul-italybts · 1 year
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[✎ ITA📽] Intervista : KBS News 9 RM x 'Meet the News' conLee JaeSeok - 18.12.22
youtube
MEET THE NEWS ___ KBS NEWS 9
Intervista _ RM dei BTS _ 18.12.2022
con Lee JaeSeok
LJS: E ora è il momento del nostro segmento “Meet the News”.
Il prossimo anno, gli artisti favoriti ed apripista dell'industria K-Pop, i BTS, celebreranno il loro 10° anniversario. Qualche giorno fa, Jin-shi, ha iniziato il servizio militare, fatto che ha subito catturato l'attenzione dei media, anche stranieri.
Durante l'appuntamento odierno di “Meet the News”, incontreremo un ospite che si trova attualmente sotto i riflettori per il recente rilascio del suo primo album solista: RM, il leader dei BTS. Benvenuto, RM-shi, grazie per essere venuto.
RM: Buonasera (si inchina)
LJS: È un piacere incontrarti
RM: Grazie
LJS: Eri già venuto qui in studio con gli altri membri
RM: Sì, circa 2 anni fa
LJS: Questa è la prima volta che vieni qui da solo?
RM: Sì. La prima volta (ride)
LJS: Capisco.. Perché sorridi?
RM: Mi trovo piuttosto in imbarazzo, essendo qui da solo
LJS: Ah..Eppure hai persino fatto un discorso alle Nazioni Unite
RM: Ah, sì. Allora posso farcela
LJS: Prego, parla pure liberamente/senza imbarazzo
RM: Grazie
LJS: Ci torneremo su più approfonditamente in seguito, ma ad inizio mese hai rilasciato un album solista
RM: Sì, esatto
LJS: Sta già ottenendo ottimi risultati sulle classifiche Billboard, ma ovviamente sono sicuro potrebbe migliorare ancora
RM: Sta andando piuttosto bene, sì. Grazie
LJS: E ultimamente stai anche conducendo un varietà educativo (*Il Dizionario delle Conoscenze Umane di Nessuna Utilità)
RM: Esatto
LJS: Poi hai rilasciato il tuo album solista, e pochi giorni fa hai tenuto un piccolo concerto
RM: Esatto
LJS: Sei piuttosto impegnato, ma rispetto a quando promuovi con i BTS, non ti sembra di avere un po' di libertà d'azione in più?
RM: Sì, ho un margine d'azione un po' più ampio, ma l'impressione è che il tutto stia diventando sempre più intenso. Solitamente, quando ci esibiamo in gruppo, io sono responsabile solo di 1/7 del lavoro, mentre ora che sono da solo è tutto molto più corposo e frenetico. Devo fare tutto per conto mio, quindi le promozioni mi sembrano più intense.
LJS: E siccome è tutto più intenso, ne avverti la pressione?
RM: Sì, perché tutto ciò che faccio è mia responsabilità, quindi ne avverto fortemente il peso. Ma ci sono anche momenti in cui mi sembra tutto 7 volte più divertente.
LJS: Capisco. Ho saputo che, qualche giorno fa, hai tenuto un piccolo concerto con 200 persone
RM: Sì, esatto
LJS: Insieme ai BTS, sei abituato ad esibirti di fronte a decine di migliaia di fan, ma in un locale così piccolo deve esserti sembrato molto diverso, vero?
RM: A dire il vero, quando ero piccolo e ancora ad un livello amatoriale, ero abituato a cantare e rappare per strada, a Hongdae e questo locale (Rolling Hall) era il luogo in cui mi sarebbe piaciuto di più potermi esibire. Tutti gli artisti più famosi di Hongdae si esibivano in quel locale. E ora, finalmente, 10 anni dopo il mio debutto, ho potuto entrarci anche io. Quindi, sì, come ha detto lei, mi sono già esibito in tantissimi stadi, ma questa è stata davvero un'esperienza speciale, per me. Perché, sì, quando ero giovane, circa 15 anni fa, e stavo appena iniziando a fare musica, questo locale di Hongdae, nel distretto di Mapo, era un posto in cui avrei davvero voluto apparire.
LJS: Quindi hai potuto interagire con il pubblico più da vicino?
RM: Sì, sul serio..eravamo talmente vicinə che penso la mia saliva sia arrivata a quellə delle prime file. Quando, posandola, la bottiglietta d'acqua mi rotolava via, loro la fermavano a bordo palco.. Sono successi diversi episodi buffi di questo genere. Solitamente, nei locali e set più grandi, ci sono più norme di sicurezza, come barricate e altre restrizioni, ma in quel locale di Hongdae, il pubblico poteva quasi vedere i miei pori e tutto quanto.
LJS: (ride) Capisco. E hai intenzione di fare un'altra esibizione simile?
RM: Non so, ma mi piacerebbe. A proposito, se è curioso di scoprire com'è andata quest'esibizione di RM dei BTS con sole 200 persone, la può trovare sul nostro canale video.
LJS: Sì, sono sicuro ə fan sarebbero ben felici di vederti in un altro concerto come quello.
RM: Sì, credo dovrei decisamente rifarlo. Mi sono divertito molto.
LJS: Qualche giorno fa, Jin-shi è entrato in servizio (militare), giusto? È stato il primo dei membri ad andare.
RM: Esatto
LJS: RM-shi, tu sei il leader ma Jin-shi è più grande di te, è lo hyung, giusto?
RM: Io sono il 4° in ordine d'età
LJS: Oh, il quarto!
RM: Forse, data la mia immagine, e visto che spesso sono il portavoce dei BTS, in molti penseranno io sia il maggiore del gruppo, ma tra noi sette, di fatto, sono il 4°, giusto nel mezzo.
LJS: Capisco. E ho visto che siete andati tutti e 7 al campo d'addestramento per salutarlo e vi siete fatti delle foto buffe insieme.
RM: Sì, esatto
LJS: Che cosa vi ha detto Jin-shi?
RM: Jin hyung non ha detto poi molto (ride). Credo avesse diversi pensieri per la testa e immagino avesse già riflettuto per conto suo, quindi, quando siamo arrivati al campo, ha solo detto: “Tornerò presto, sano e salvo. Vado a provare l'esperienza e poi vi dico com'è”. Sì, ci ha lasciati proprio col genere di commenti che farebbe uno hyung.
LJS: E tu cosa gli hai detto?
RM: Io gli ho detto... Gli ho semplicemente detto qualche parola di supporto, gli ho chiesto di avere cura di sé, soprattutto di riguardarsi, e continuare ad essere se stesso, di essere forte - com'è sempre stato - pur nella sua compostezza e di finire l'addestramento serenamente e senza incidenti.
LJS: E anche tu e tutti gli altri membri vi state preparando per arruolarvi, giusto?
RM: Esatto
LJS: Non dev'essere stato facile vedere Jin-shi iniziare il suo servizio. Cos'hai provato, personalmente?
RM: Mmh.. Abbiamo dovuto affrontare tante cose, sia come gruppo che individualmente, e l'impressione è quella che finalmente un nuovo capitolo della nostra storia si stia dipanando. È un'esperienza inevitabile, stavamo aspettando questo momento. È come se i BTS stessero girando pagina, passando da un capitolo a quello successivo. Ho diversi sentimenti contrastanti a riguardo, ma sono sereno e sono sicuro Jin hyung, il primo di noi ad entrare nell'esercito, se la stia cavando bene al campo d'addestramento. Aspetto con pazienza e serenità il mio turno.
LJS: È come iniziare un nuovo capitolo
RM: Sì, esatto
LJS: Davvero notevole. Ora parliamo del tuo album solista. Come accennato prima dell'inizio del programma, ho ascoltato diverse volte il tuo album, prestando particolare attenzione ai testi.
RM: Grazie
LJS: Innanzi tutto, il titolo è “Indigo”
RM: Sì
LJS: L' indigo/indaco è un colore
RM: Esatto
LJS: Una tonalità di blu. Perché l'hai intitolato così?
RM: Beh, immagino ə fan lo sappiano già, ma precedentemente avevo rilasciato una mixtape. Non si trattava di un album in studio, ma di una semplice raccolta di canzoni.
LJS: Mentre questo è il tuo primo vero album
RM: Sì, questo è il mio primo album, il mio primo vero album solista
LJS: Ok.
RM: Ma avevo già rilasciato questa raccolta di canzoni, intitolata “Mono”. Questa parola, mono, può significare “monolite” o può far riferimento alla modalità audio mono, in opposizione a quella stereo. I termini che iniziano con 'mono' hanno questo carattere che richiama il bianco e nero. “Mono” l'ho prodotta tra il 2015 e il 2018, dai 23 ai 26 anni. In quel periodo mi piaceva indossare abiti sulle tonalità del nero e del bianco ed avevo un modo di pensare puramente binario, era tutto o solo bianco o solo nero, per me, ai 2 estremi. Dopodiché, nei 4 anni successivi – dal tardo 2018 al 2022 – ho lavorato a quest'album, “Indigo”. Come menzionato, l'indaco è stata una delle prime tinture note al genere umano. È un blu profondo, ed è stata la prima tintura creata dagli uomini. È simile al blu marino. Ecco, quindi io ero solito muovermi tra i soli due estremi, tra il bianco o il nero, ma poi, quando ho compiuto 26 anni, ho iniziato a comportarmi con più naturalezza e ad essere più aperto mentalmente. Ho anche iniziato ad indossare abiti più colorati. E questo è stato un cambiamento molto importante, per me. Da allora, indosso jeans blu molto più spesso e, anzi, porto ancora anche i jeans che ho comprato nel 2016-17. Il denim, col tempo, sbiadisce e si strappa, e se lo indossi a lungo, si formano grinze al livello delle ginocchia ed il tessuto si rovina, e trovo che tutti questi cambiamenti siano unici per ogni persona, un po' come i cerchi che indicano l'età degli alberi.
LJS: Sì, e alcune persone preferiscono quel tipo di jeans rovinati
RM: Sì. Quindi, essendo diventato più sciolto e spontaneo, volevo mostrare come una persona possa passare dal monocromatismo all'indaco, a questo blu così naturale. Credo sia proprio quello il motivo per cui ho deciso di accostare “Mono” ed “Indigo”, uno dopo l'altro, come se fossero parte di una serie.
LJS: Ah, quindi è quello il significato..
RM: Sì
LJS: Capisco. Beh, dopo aver ascoltato l'album, capisco cosa intendi. E, inoltre, hai detto che questo progetto è un po' come il diario di RM.
RM: Sì, esatto.
LJS: Sì, me ne sono proprio reso conto anche io, ma potresti spiegarcelo meglio con parole tue?
RM: Credo si possa dire che l'impressione è quella di sbirciare in un diario segreto: è divertente ma, allo stesso tempo, ci si sente un po' in colpa, ma c'è pur sempre quel brivido. Nel caso di questo diario, sono io che l'ho reso disponibile al pubblico. In realtà, io lo chiamo 'archivio', è una parola che mi piace molto. È il resoconto di tutto ciò che ho provato e vissuto come membro dei BTS e RM, dai 26 ai 29 anni. È come un'annotazione scritta e perfezionata di tutto ciò, poi registrata in questo diario. Vi potete trovare tutto ciò che ho sperimentato e provato in quel lasso di tempo. E, sì, l'indaco è un blu, ma il pubblico può certamente
immaginarselo come diverse tonalità di blu – che vanno dall'azzurro cielo al blu marino. Nell'album ci sono 10 tracce, e potete vedere ognuna di quelle 10 canzoni come 10 diverse tonalità di blu.
LJS: Mmh... Quindi quest'album è un po' come un diario, e, leggendone i testi, possiamo dare una sbirciata nell'interiorità di RM. Ecco perché ho scelto alcuni versi ed il nostro staff ha preparato questa schermata. Nella prima traccia, hai scritto: “Quando tutto non era che bello o brutto / penso il me stesso di allora fosse più umano”; nella seconda traccia dici: “Voglio liberarmi di questa cornice / sfuggire alle ombre del ieri e del domani”; e nella terza traccia troviamo: “Quando potrò scrivere il mio poema personale? / Sono talmente preso a cercare di sopravvivere, che ho dimenticato cosa sia sognare”. Ecco, non posso esserne sicuro, ma mi pare di notare una certa confusione e frustrazione da parte del giovane RM
RM: Sì
LJS: O anche quel senso di vuoto che si prova dopo aver sperimentato un successo enorme.. Dico bene o ho frainteso?
RM: No, ha capito bene. Immagino il pubblico e ə spettatori/trici ora si chiederanno come sia effettivamente vivere come membro dei BTS. Moltə artistə ne hanno sicuramente già parlato, ma quando ci si esibisce su palchi così grandi, si sentono le grida ed il supporto di 50-60.000 persone. Però, quando si torna in hotel, l'udito è sempre un po' ovattato e rimane come un fischio nelle orecchie. Improvvisamente, si sente tutto quanto defluire via, come in uno scarico. O anche, in quanto Kim Namjoon, ogni tanto appaio nei notiziari o faccio interviste, come quella di oggi – essere qui è un vero onore -, ma quando torno a casa non sono che una persona ordinaria che ama l'arte e la lettura. Ho sempre fatto tutto il possibile per equilibrare questi due aspetti e questi versi sono frutto di quegli sforzi. Quindi, sì, questo è davvero un diario.
LJS: Sì, quindi se ho ben interpretato, come accennavo prima...
RM: Sì, non c'è solo il senso di vuoto, però
LJS: No, certamente, sono sicuro ci siano anche molte gioie e soddisfazioni
RM: Esatto, non c'è dubbio
LJS: Però perché ti sentivi vuoto e provavi questa frustrazione?
RM: Beh, c'è quel famoso detto: Chi indossa la corona, ne deve portare il peso e le responsabilità. Come potrete sicuramente immaginare, la corona rappresentata dai Bangtan Sonyeondan, dai BTS, è piuttosto pesante per i membri del gruppo.
LJS: Sono sicuro sia una bella responsabilità
RM: È una grandissima responsabilità, ma è anche un'esperienza.. come posso dire? Molto preziosa e gratificante. So che sono molto fortunato perché ho sempre ricevuto moltissimo amore ed il supporto di tante persone, ed è qualcosa che mi ripeto costantemente. Quindi sì, è un destino che voglio accettare con cuore grato e felice. Piuttosto di percepire questa corona come un peso, piuttosto di mostrarmi triste e lamentarmi di quanto sia difficile, voglio dimostrare - a me stesso e al prossimo - di aver accettato e preso in carico questo destino.
LJS: Capisco. Ho anche visto un video in cui dicevi “Credo sia la prima volta in cui ho fatto qualcosa per me stesso”, l'hai detto in riferimento a quest'album, ovviamente
RM: Sì, esatto
LJS: Non lo so, forse la domanda sarà un po' distorta (rispetto al significato delle tue parole), ma trovi mancasse qualcosa nei precedenti album dei BTS?
RM: Se la mettiamo così, credo moltə fan dei BTS e delle loro canzoni rimarrebbero delusə, ma io, di fatto, sono responsabile solo del 13,2% del lavoro del gruppo – se vogliamo essere precisi -
LJS: Ovvero 1/7
RM: (ride) Esatto. Data la mia posizione nel gruppo, collaboro a molte parti del processo produttivo, come alla stesura dei testi e alla definizione dei messaggi, ma ci sono tanti altri aspetti da tenere in considerazione. Nel caso dei BTS, le performance sono anche molto importanti e l'estetica, la storia, il concept e i relativi preparativi devono rispettare il tema generale e ben sposarsi con tutto il resto. Inoltre, come ho accennato prima, io ho iniziato a fare musica con i miei amici a Hongdae
LJS: Per strada
RM: Esatto, sì. E mi sono sempre detto che prima o poi avrei voluto produrre qualcosa di solo mio... come posso dire? Sentivo il desiderio e la responsabilità di creare qualcosa per me stesso. Ad ogni modo, ora quell'opportunità è arrivata e non ci sarebbe potuto essere momento migliore. I BTS sono un gruppo molto forte e io sono molto fortunato a poter mostrare un RM ed un Kim Namjoon ancor più completo e sicuro, ora che stiamo voltando pagina e passando al prossimo capitolo. Quindi ci tengo davvero a mantenere questo bellissimo equilibrio tra attività di gruppo e attività personali.
LJS: Come hai già menzionato all'inizio, sotto certi aspetti, ora, hai più libertà nella tua vita quotidiana. Solitamente, quando il membro di un gruppo fa attività soliste dopo tutto il successo raccolto con la sua squadra, tende a sottoporsi a grandi pressioni, nel tentativo di portare avanti quel successo anche individualmente. O almeno, solitamente è così
RM: Sì, solitamente è così
LJS: Ma tu, RM-shi.. Cioè, sono sicuro che in certa misura anche tu avvertirai tale peso, ma d'altro canto immagino tu ti senta più libero ed indipendente. Cosa ne pensi?
RM: Credo traspaia appieno dal mio viso e la mia immagine. Il volto non mente. Sono molto libero e felice. E, come ha detto lei, mi sto godendo giornate serene, rilassanti e prive di preoccupazioni. Come già detto, penso fosse il momento perfetto. Ovviamente, sotto il punto di vista dei risultati, penso sarà difficile raggiungere da solo lo stesso successo dei BTS. Insieme abbiamo ottenuto successi enormi e credo questo tipo di miracoli non sarebbe stato possibile senza la fortuna, l'amore ed il supporto di tutte quelle persone che ci seguono in tutto il mondo. Quindi, sì, io sono in debito con gli altri 6 membri, sotto quell'aspetto. Personalmente... Sicuramente i risultati ed i punteggi in classifica contano, ma ci tenevo a mostrare un lato più genuino di me, più autentico e naturale, diciamo. Quando si promuove da soli dopo tanti anni di attività di gruppo, si corre sempre il rischio di essere un po' troppo ambiziosi o di agire impulsivamente. Può capitare. Ma il mio obiettivo era trasformare le mie storie personali in qualcosa di universale, in cui tuttə potessero riconoscersi, e mi ci sono voluti 4 anni per rifinire e mettere ordine nei miei pensieri.
LJS: Dalle tue risposte traspare proprio tutto l'impegno, l'attenzione e la cura con cui hai preparato questo progetto
RM: Sì, esatto
LJS: Non so se lo staff ha preparato anche questa canzone, ma alla fine del tuo album
🎵 Wild Flower (with Cho YouJeen)
LJS: Eccoci qua. Questa è la traccia n.9, “Wild Flower”, giusto?
RM: Sì, è il singolo principale
LJS: Qui nel testo vedo che hai scritto “Già, la mia origine è stata la poesia / è la sola ed unica forza e sogno che mi ha sorretto finora”, si direbbe tu voglia tornare alle tue origini. E credo che ciò che hai detto riguardo il tuo concerto a Hongdae possa essere letto nella stessa chiave.
RM: Esatto
LJS: Dunque in questa canzone troviamo le risposte ai tuoi dubbi? È la giusta interpretazione?
RM: Ehm, questa è la traccia no.9, è il singolo principale, ma dopo c'è ancora la traccia no.10, cui ha partecipato Park JiYoon. In quel brano giungo alla conclusione che non dovremmo guardarci indietro. Tutte le scelte che ho compiuto sono sempre state le migliori possibili per la situazione e il momento in cui sono state prese, quindi non dovremmo provare rimpianti o tornare sui nostri passi. Ovviamente, ci sono ancora notti in cui mi sento triste, ma non voglio avere rimpianti. Quindi, come ci insegna il detto, quando si arriva ad un vicolo cieco, è sempre bene tornare al punto di partenza. Ad esempio, ora i BTS stanno passando al capitolo successivo, ma abbiamo affrontato anche la pandemia ed abbiamo visto molte cose sfumare, nel processo. Ho pensato a lungo a come poter reagire a quella situazione, ed è per quello che sono tornato al locale di Hongdae.
È la prima volta che lo racconto, ma ripercorro spesso le strade di Hongdae, dove ero solito passare quando ero un ragazzino, camuffato ed indossando una mascherina.. Ascolto della musica e ogni volta mi chiedo “Perché ho iniziato questa carriera?”.
“La mia origine è stata la poesia”, è un verso molto importante (in "Wild Flower"). Il termine 'rap', di fatto, è un'abbreviazione di “rhythm & poetry”, ritmo e poesia, quindi è fondamentalmente una poesia con una sua metrica ed un ritmo speciali. Prima di mettermi a fare musica a Hongdae, ero un grande appassionato di letteratura. Volevo diventare o uno scrittore o un poeta. Ora, nonostante io non sia né un autore né un poeta, continuo a seguire quel sogno lavorando come autore di canzoni. Tornando a Hongdae, ho ripensato a quei momenti cercando di viverla (la mia carriera) con il cuore di un poeta che scrive i suoi versi, con la mente dello scrittore che lavora ai suoi romanzi.
LJS: In conclusione, il prossimo anno sarà il 10° anniversario dei BTS
RM: Sì, esatto
LJS: Ma il gruppo, di fatto, tornerà al completo solo nel 2025, dato che tutti i membri hanno in programma di arruolarsi. Immagino ə fan saranno tristə per quest'attesa. È proprio inevitabile, dobbiamo aspettare fino al 2025?
RM: Ecco, beh, il servizio militare è di 18 mesi, non c'è niente che si possa fare a riguardo (ride). Ma ci sono innumerevoli ARMY - sia in Corea che nel Mondo - che hanno fiducia nei BTS. Sono sicuro stiano anche seguendo questa trasmissione. Solitamente i nostri membri non ne sono grandi fan, ma ci siamo fatti il nostro primo tatuaggio dell'amicizia: il numero 7, in vari punti del corpo.
LJS: Quando ve lo siete fatto?
RM: Non molto tempo fa, circa 6 mesi fa, credo. Quindi, sì, non posso certo parlare o prendere decisioni affrettate anche per gli altri, ma è con questo sentimento che farò tutto ciò che è in mio potere per riunire il gruppo il prima possibile e lavorerò sodo per preparare e potervi mostrare ciò che sappiamo fare meglio.
LJS: Capisco. È stato davvero un piacere fare questa lunga chiacchierata con te, RM... Kim Namjoon-shi.
RM: Il piacere è mio, è stato un vero onore.
LJS: Grazie per essere venuto
RM: Grazie a voi.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ Twitter
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yoursweetberry · 2 years
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Quello che prima volevo dire e che tu fai finta di non capire è che se una persona ha un qualsiasi problema non scassa il cazzo agli altri se non ha la forza di reagire e provarci a fare qualcosa.
Quindi inutile far passare me per l’insensibile della situazione perchè io stavo contestando il fatto che lei o per scusa o per un problema reale stressa te e limita te. Perchè se pure fosse vero che il problema è solo l’attacco di panico non rompeva il cazzo che deve venire per forza! si stava a casa tranquilla visto che non è lei a doverti portare, ma sai bene che starsene a casa significa stressarti tutto il tempo o farti i dispetti come al mio compleanno ad esempio perchè non poteva esserci e ha rotto il cazzo. Quindi si una persona così non va giustificata va mandata a fanculo! Perchè se io ho un problema che sia l’attacco di panico o altro, prendo io la decisione per me stessa in base a cosa mi fa stare bene o meno, non vado a intaccare ciò che deve o non deve fare un’altra persona.
Va benissimo capire ed essere comprensivi verso un problema di una persona certo, magari avessi avuto io un po’ di comprensione o incoraggiamento in certi momenti.. ma io parte uno ho sempre fatto tutto, ho sempre fatto tutto da sola, e se non lo facevo non andavo a intaccare la libertà degli altri che avevo intorno. È questa la differenza tra chi ha un problema e vuole essere compreso e chi ha un problema e lo scarica sugli altri rompendo il cazzo.
Se io non ce la facessi a venire a un concerto o in un altro posto (per lo più a una cosa a cui tu tieni molto) per gli attacchi di panico non direi a te di fare delle cose piuttosto che altre per il MIO problema. O lo faccio e mi sto zitta senza lamentarmi perché IO ho deciso di farlo, o comunque ti lascerei tranquilla perchè saperti felice è ciò che mi rende più felice e non voglio crearti un disagio ne nel non fartelo fare, ne nel fartelo fare con me che sono presente e sto male o col morbo. Si chiama amore e rispetto. Quello che lei non ha per te e sa solo chiedere e chiedere e far passare tutto alla fine come se LEI facesse un FAVORE a te, quando il favore non te lo sta facendo perchè sta pensando solo a se stessa.
Ma l’insensibile che ti fa specie sono io 🤣 proprio perché so cosa significa e come mi comporto IO e come ci si può comportare in certe situazioni quando hai QUEL problema ti assicuro che l’unica cosa che posso desiderare e che mi è realmente utile dagli altri è comprensione e incoraggiamento non che qualcuno si limiti per me o che accetti degli scleri assurdi che non c’entrano con il problema in se perchè se ho gli attacchi di panico sono io a sapere cosa devo fare o non fare, se ho la forza di fare o non fare. E chi mi sta vicino deve solo avere la sensibilità di capire quando non ce la faccio e lasciare che passi senza farmelo pesare, o farmi sentire apprezzata quando mi sforzo a fare una cosa che per me in quel momento è difficile. E queste due cose non c’entrano niente con l’accettare che io pretenda di limitarti in alcune cose e prendermela con te se decidi di avere la tua libertà nel fare qualcosa che io non riesco a fare. O ancora peggio decidere di buttarmi a fare una cosa e stare tutto il tempo col morbo o ad attirare l’attenzione per rovinarti il momento anche a te. Questo non è soffrire di attacchi di panico, questo è essere tossici e manipolatori in una relazione. A maggior ragione se sei la persona che amo e so quanti e quali problemi hai tu e quanto meriti anche tu di essere felice e di fare una cosa in piena libertà di come meglio desideri.
Ma siccome il mondo gira al contrario, le persone come lei vengono giustificate e quelle come me invece non solo provano a fare di tutto, non scassano il cazzo per QUEL problema agli altri ma semplicemente al massimo dicono di stare male senza pretendere cose, e vengono piuttosto giudicate, trattate come se non stessero mai facendo abbastanza, lasciate sole, e pure rimproverate tanto da farle scoppiare rispondendo male perché ti stanno semplicemente facendo notare quello che non vuoi notare e poi quando scoppiano passano pure per pazze 🤣
bah vabbè che mondo strano
14:10
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parlodime1 · 3 years
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01-07-2021
Dicono che la nostra età sia la più bella, l’età dove ti diverti, ti si stravolge il mondo e spesso hai voglia di farlo tuo. Dicono che siano gli anni che non si dimenticheranno mai.
Penso che nella vita più si va avanti più si inciampa in problemi sempre più grandi è difficili da risolvere, con il passare del tempo i problemi passati sembrano quasi delle frivolezze, ma mentre li stai vivendo mentre li stai sentendo a pieno sulla tua pelle sembra quasi il mondo stia per finire, che niente potrebbe andare peggio.
Credo invece che non mi bisogna mai sfidare la sorte, le cose possono andare sempre peggio.
Sono una che si lamenta e pretende sempre il meglio, una che si è accontenta per molto moltissimo tempo e appena ha imparato a non farlo più si è ritrovata costretta ad accontentarsi di nuovo, come se il karma girasse sempre nel verso sbagliato.
Ma nonostante questo io spero sempre in meglio, anche quando il mondo intorno a te ti fa capire che in realtà non c’è più nulla da sperare, ci spero sempre, anche a rischio di perdere dei pezzettini di me per strada.
Se non c’è speranza non c’è vita.
Come si può vivere una vita senza avere un po’ di speranza e fiducia che le cose possano andare meglio, che si possano sistemare.
Tempo al tempo si dice.
il tempo sistema le cose, sistema le ferite basta avere un po’ di pazienza e vedrai le cose andranno come devono andare.
Il ricordo di una vita sregolata, divertente, impaziente e creativa lo porto sempre con me.
È un ricordo.
Sono la tipica ragazza che ricorda tutto, che tiene tutti i ricordi in una scatola del suo cuore e non butta via nulla, belli o brutti che siano.
Non è più quello che sogno o desidero per me, certo non fraintendiamoci, a chi non piacerebbe ogni tanto dimenticarsi di tutto e passare una serata leggera come se nulla contasse più, ma non è più quello che cerco per ogni giorno della mia vita.
Forse sarà troppo presto, ho 19 anni e penso che la mia età celebrale ne dimostri all incirca 30, e questo fa un po’ paura, ‘a per quanto la gente non crederebbe sono sempre stata un po’ più grandi delle persone della mia età, ho imparato a capire e a vivere cose molto prima rispetto agli altri, avrei voluto fare tutto con i miei tempi, con i giusti tempi, ma a ognuno è destinato qualcosa e se è andata così è perché doveva.
Ho tanti, troppi difetti Forse, ma l’unica cosa di cui sono fiera di me stessa e rendermi conto che nella vita, nel mondo e nella quotidianità c’è sempre qualcunoche sta peggio di te, che ha una ferita più grande o una vita più instabile della tua.
Empatia, altruismo.
Sono parte di me, da quando sono piccolina, sempre pronta ad aiutare altre persone, a pensare alle necessità degli altri, sempre all’attacco per fare stare bene qualcuno quando magari da solo non ci riesce.
È una cosa da ammirare me L hanno sempre detto tutti.
È un pregio e bisogna esserne contenti di questa cosa.
Ma per quanto posso risultare strano io vorrei non aver mai avuto questo altruismo e questa empatia verso le altre persone.
L’empatia e capire quando gli altri stanno male, quando c’è qualcosa che non va, mettersi nei suoi panni e capire che ognuno vive il dolore a suo modo.
Sono empatica perché so che vuol dire stare male ed essere sola, piangere e rendersi conto che nessuno se n’è accorto, avere un dolore dentro inspiegabile ma fare finta di niente perché sai che nessuno sarebbe capace di capirlo. So che vuol dire, e per quanto io possa anche non conoscerti o non sopportarti non vorrei mai che passassi una cosa del genere, perché nessuno se lo merita.
E tutto questo passa per stupidità, mi dicono che sono stupida, che sono troppo buona e in alcune situazioni ingenua, che certe cose dovrei capirle e che mi perdo in un bicchiere d’acqua, ma non è così.
Per quanto non può sembrare io capisco subito quando una persona mi prende in giro o si approfitta di me. Non faccio finta di non vederlo, semplicemente lascio stare, perché non puoi mai sapere che sta passando l’altra persona nella sua vita. E io si, mi prenderei il dolore di tutte quelle persone che non sanno più quale sia la felicità o un semplice senso di leggerezza. E questa non è stupida, è capire che le cose a volte fanno male e che nessuno si merita il dolore, per quanto se ne precuri agli altri.
Avrò pure la sindrome da croce rossina, ma sono fiera di essere ingenua è troppo buona invece di pensare solo a me stessa e ignorare il dolore degli altri. Anche se il karma fa schifo, non faccio niente per avere qualcosa in cambio, perché so che non è facile essere soli con se stessi anche quando hai mille persone attorno.
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wingsliberty1995 · 2 years
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AMORE
Con la parola amore si può intendere un'ampia varietà di sentimenti ed atteggiamenti differenti, che possono spaziare da una forma più generale di affetto ("amo mia madre; amo mio figlio") sino a riferirsi ad un forte sentimento che si esprime in attrazione interpersonale ed attaccamento, una dedizione appassionata tra persone oppure, nel suo significato esteso, l'inclinazione profonda nei confronti di qualche cosa. Può anche essere una virtù umana che rappresenta la gentilezza e la compassione, la vicinanza disinteressata, la fedeltà e la preoccupazione benevola nei confronti di altri esseri viventi[3], ma anche il desiderare il bene di altre persone[4]. Gli antichi Greci hanno individuato quattro forme primarie di amore: quello parentale-familiare (storge), l'amicizia (philia), il desiderio erotico ma anche romantico (eros), infine l'amore più prettamente spirituale (agape, il quale può giungere fino all'auto-annientamento o kenosis); gli autori moderni hanno distinto anche altre varietà di amore romantico, mentre le tradizioni non occidentali contengono varianti o simbiosi di questi stati. Una tal ampiezza di usi e significati, in combinazione con la complessità dei sentimenti che coinvolgono i soggetti che amano, possono rendere particolarmente difficoltoso definire in modo univoco e certo l'amore, rispetto ad altri stati emotivi. Nell'ambito della psicologia esso consiste in un rapporto duale basato su uno scambio emotivo generato dal bisogno fisiologico della gratificazione sessuale e dal bisogno psicologico dello scambio affettivo[9]. L'amore nelle sue varie forme agisce come un importante facilitatore nella relazione interpersonale e, data la sua importanza psicologica centrale, è uno dei temi più comuni trattati nelle arti creative; può infine essere inteso anche come un modo per tenere uniti gli esseri umani contro le minacce provenienti dall'ambiente esterno e per aiutare la riproduzione umana e la conseguente continuazione della specie. Il termine può acquisire ulteriori precisazioni o significati negli ambiti filosofico, religioso o nelle arti.7
Amare e un atto d'amore coraggioso e difficile amare per davvero. Parliamo di amore un altro argomento importante per me, credo nel amore fin da quando ero piccola, ho sempre creduto nel amore vero anche se posso dire che nella mia vita ho mai avuto il vero amore, anche se ho 26 anni e quindi sono ancora molto giovane quindi ancora ci sarà tempo per trovare il vero amore, devo dire che nella mia vita posso dire che mi sono innamorata per davvero tante volte anche se poche posso dire importanti, come ho detto credo nel vero amore infatti le mie storie sono sempre basate sul amore, i libri che leggo parlano di amore e ci credo, quel amore dolce ma anche passionale, quel amore che da rispetto alla persona che ami, quel amore che adesso e difficile da trovare perchè purtroppo adesso nessuno capisce che vuol dire amare, adesso si basa tutto sul sesso la maggior parte dei rapporti, purtroppo non si aspetta si deve fare tutto subito perchè magari se aspetti pensano che sei una bambina o una sfigata e quindi perdi le cose belle solamente perchè volevi ascoltare gli altri, invece credo che aspettare sia la cosa più bella del mondo, aspettare qualcuno che ti ama per davvero quel amore vero che aspetti, quella persona che ti ama per come sei, per quello che fai e che non ti vuole mai cambiare e l'amore che tutti quanti dovrebbero avere nella vita, perchè anche se amare e doloroso il più delle volte e anche bello, anche se l'amore non e solo romantico tra due persone, l'amore ha moltissime sfumature ecco perchè e bello. L'amore che provi per la tua famiglia anche se ti fa impazzire alcune volte, l'amore che provi per la tua migliore amica o amico che non e amore romantico ma e comunque un amore diverso,l'amore che provi per gli animali che sono una parte di te per sempre anche se purtroppo non durano per sempre, l'amore che provi verso qualcosa che ti piace verso un sogno, l'amore verso te stessa che e il primo amore se vuoi amare qualcuno prima devi amare te stessa perchè seno non puoi amare quindi quello e il primo amore il più importante, l'amore verso un attore che anche se non ti conosce ti da quelle sensazioni che ti fanno stare bene ecco l'amore e varie sfumature non solo quello e vari modi di amare non e solo quello e come ho detto amare e la cosa più bella del mondo anche se molte volte ti fa male,ma se non ami per paura di soffrire allora vuol dire che non vivi per davvero.
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Sono ormai al terzo anno di superiori e da quando sono entrata in questa scuola mi sono sentita un po' fuori luogo.
Le mie compagne sono per la maggior parte delle ragazze intelligenti, brave a parlare, interagiscono molto in classe, simpatiche, divertenti e durante le interrogazioni ed i compiti danno sempre il meglio di loro.
Io invece non ci riesco e a volte mi sento immatura rispetto a loro.
Per di più ho sempre avuto un carattere chiuso e quando si tratta di parlare in pubblico non riesco a dare il meglio di me. Questo lato così insicuro posso dire di averlo quasi superato del tutto da ormai un anno, ma ci sono volte in cui mi sento esattamente così.
Invece, durante i temi faccio fatica a scrivere ciò che penso, passo il tempo a fissare il foglio bianco sperando arrivino idee e quando arrivano mi sembrano sempre sbagliate.
Non mi ritengo una persona stupida. Leggo e mi piace, solo che mi sembra di non avere mai tempo e ultimamente finisco a fare altro piuttosto che dedicarmi alla lettura, vorrei tanto avere un vocabolario fornito e completo. Lo studio molte volte mi pesa e non sempre sono preparata come vorrei.
Insomma, quando sono in classe per lo più me ne sto in silenzio e guardo al resto della mia classe con una certa desolazione. Rispetto a loro mi sento molto meno interessante e simpatica e a volte mi ritengo anche cattiva nei giudizzi verso di loro. Insomma sono un po' combattuta.
Io vorrei essere in grado di esprimermi in classe, dire la mia, poter interagire di più anche con i miei compagni senza vergogna, senza paura di risultare noiosa, perché so che anch'io so essere divertente. Difatti a casa sono completamente un'altra persona, divertente, allegra, solare, simpatica, ironica. Cosa che a scuola faccio fatica a manifestare.
Ho quattro compagne in classe con cui vorrei poter legare di più, sto facendo il possibile per riuscire ad aprirmi completamente, vorrei lasciarmi andare, non aver paura di dire la mia opinione su qualsiasi cosa. Con loro ci parlo, ci scherzo anche, ma ci sono dei momenti in cui mi ritrovo a sorridere per finta.
Sono riuscita discretamente ad inserirmi nel gruppo, ma non sono del tutto soddisfatta, so che potrei fare di meglio. Vorrei che fossero mie amiche. Penso mi considerino già come un'amica, ma vorrei arrivare al punto da poter uscire qualche volta con loro. Tipo ogni sabato sera loro vanno l'una a casa dell'altra e io mi ritrovo a vedere le foto che pubblicano sui social e mi sento sbagliata, a volte scoppio a piangere perché ho la sensazione di essere fuori posto, terribilmente sola. Ma anche se mi invitassero non saprei come comportarmi.
Per anni ho avuto da sempre un carattere chiuso, e ho avuto non poche difficoltà, vedo le altre che sono completamente disinvolte e le invidio, quando sono con loro ho la tremenda paura di risultare ridicola per ogni cosa che dico e che faccio, riesco a sbloccarmi solo con la gente che mi conosce da molto, o con chi mi ispira fiducia, voglio cambiare.
Sapresti darmi un buon consiglio su come affrontare questa questione e su come migliorarmi? Su come potrei maturare un po' di più, imparando anche a spingermi un po' in mezzo alla folla senza troppa paura?
Insomma il mio obbiettivo sarebbe riuscire a fare un intervento intelligente, ben fatto e che non suoni banale come preso dalle frasi dei baci perugina
Ciao tesoro,
il tuo messaggio mi ha dato una scarica elettrica, un brivido, perché mi ci rivedo tantissimo in te. È come se tornassi diciassettenne, su quel banco freddo, così grande. A me sembrava sempre grandissimo, perché seduta al mio posto mi sentivo lontanissima da tutti. Talmente distante da credere che li stessi guardando da un’altra stanza. Come se io, all’interno della classe, non esistessi. La mia presenza era al contempo di troppo e superficiale. Era come se non ci fosse mai spazio per me. E l’unica cosa che potevo fare era la spettatrice dei successi altrui.
Certo, l’italiano e la filosofia erano le materie in cui eccellevo, e qualche soddisfazione me la davano eccome. Ma anche tantissimo stress, perché avevo come l’impressione che, se non fossi stata la prima della classe in quelle, allora nessuno avrebbe notato la mia esistenza.
E comunque ero a un liceo scientifico col potenziamento di chimica e fisica, per le quali ero totalmente negata. E mi sentivo sempre così stupida. Così lenta di comprendonio. Così... sbagliata. Perché ero io l’unica che arrancava? Che passava ore sui libri per non prendere mai nemmeno una misera sufficienza?
Le persone che ti vogliono bene ti dicono “non è la tua materia”, ma alla lunga, quando passano mesi e poi anno, a sentirsi sempre gli ultimi, a non essere mai gratificati, a fallire compito dopo compito, il tuo carattere si logora e nella tua mente si forma come un blocco.
Questo per dirti che capisco perfettamente ciò che provi. E la situazione che stai cercando di cambiare. Anche io ho sempre avuto un carattere chiuso e introverso e, proprio come te, terrorizzata di rovinare un’amicizia appena nata, o per pura di essere giudicata, non mi esprimevo mai. Non svelavo i miei pensieri. Non mi lanciavo nei dibattiti. Facevo una cosa orribile che, a pensarci ora, mi suscita solo un profondo disgusto; restavo passiva.
Vedi cara, il modo in cui ti tratti è il modo in cui insegni agli altri a trattarti, e perciò tutti i miei compagni mi trattavano passivamente. Non mi mancavano di rispetto, ma talvolta la mia esistenza era come un’ombra. Un nome dimenticato nell’elenco.
Le cose sono cambiate. Perché ho lavorato su me stessa. Ho accettato i miei limiti e ho potenziato le mie virtù. Tu l’hai già fatto, perché a differenza mia, hai capito prima che vali e che gli altri meritano di conoscere la tua parte più estrosa, solare, che illumina e scalda. Ed è proprio questa la strada giusta.
Accettarsi, amarsi, conoscersi... prendere coscienza delle proprie capacità è essenziale. Il secondo passo è mettere in atto il tuo potenziale. Non è facile e sarà un percorso lungo, ma la fatica varrà la pena.
Tu sei fatta così e sei bellissima, e l’unico modo che hanno gli altri di conoscerti è quando tu sciogli il tuo guscio ed esci allo scoperto. Perciò invia quel messaggio, chiedi a quell’amica di uscire, proponi un’idea che ti balena nella testa da mesi, esprimi un tuo giudizio, cerca qualcuno che abbia i tuoi interessi e chiedigli qual è il suo quadro preferito è perché, e l’ultimo libro che ha letto.
Cerca chi ama le stesse cose che ami te, perché i vostri interessi comuni vi legheranno. E con quel gruppo di ragazze: non avere paura di perderle. Loro stanno intravedendo in te qualche briciola di quella tua personalità che a scuola si spegne e appassisce. Dagli la possibilità di assaporarti di più, non solo le briciole.
Abbi fede in te. Ripetiti ogni mattina che vali e che farai grandi cose. Che meriti di essere felice. Che la vita è unica e non bisogna sprecarla. La nostra mente è pagina: se la riempi di pensieri positivi, la tua vita inizierà a cambiare.
Io ci ho messo anni, per diventare la persona che sono ora. E continuo a combattere contro la mia timidezza e la mia paura ogni giorno. Certo, non le devi ANNIENTARE, perché è pur sempre una tua caratteristica, un tratto che qualcuno un giorno amerà. Ma non deve mai impedirti di essere felice. Allora, in quel caso, va ridimensionata.
Spero di essere stata di aiuto cara. Ti auguro il meglio. Vedrai che legando con quelle ragazze anche la scuola diventerà più leggera. Perché ti sentirai amata, nonostante i compiti e le interrogazioni. E questo farà la differenza
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Un lavoro discutibile
Drammatico
Parte 1
Dannazione! Quanto ci mette ad arrivare? Ormai è passata mezz'ora…
Se avessi saputo che avrei perso tutto questo tempo, mi sarei appostato nel palazzo davanti alla scuola. Merda!
Forse ho fatto bene, in realtà. Mi hanno detto di essere discreto, per non dare loro altri grattacapi, e colpire in un luogo così affollato non sarebbe stato esattamente coerente con quella sollecitazione.
Devo ammettere, però, che mi ha dato fastidio: non è certo il mio primo incarico e se, tra la concorrenza, hanno scelto di affidarsi proprio a me, significa che sanno bene di che sono capace.
Avrebbero potuto fare quella raccomandazione a un novellino alle prime armi, non certo a un esperto!
In ogni caso, farei bene a non lamentarmi:è il compenso ciò a cui devo dare attenzione, diano pure fiato alla bocca, se vogliono.
Tre meno venti, ancora nulla. Sto cominciando ad agitarmi…
No. Sangue freddo, come sempre.
E pazienza.
D'altronde, sono rimasto ad aspettare molto più a lungo, come quella volta in cui ho passato più di due ore in una topaia maleodorante prima di sparare al magnate di un'industria russa. Doveva essersi trattenuto più del previsto con quella ragazza che poteva sembrare sua nipote.
Che schifo…
Ah, non so nemmeno perchè lo insulto! Magari era una brava persona.
Perchè cerco di convincermene?
Per farmi venire altri scrupoli e mandare tutto a puttane, ecco perchè! Mi conosco bene ormai.
Non vorrò tornare a fare la vecchia vita, per caso? Quella in cui se sopravvivi alla fame rischi di lasciarci le penne per mille altri motivi?
No, per niente.
Non tornerò mai a fare quello che facevo prima. Quel passato si trova alle mie spalle da un pezzo, quindi è meglio che non faccia più riflessioni inutili e che mi sieda di nuovo davanti alla finestra.
Anzi no, meglio bere un po' d'acqua prima. E accendere una sigaretta.
Chi è che ucciderebbe qualcuno per scelta? Sicuramente non io, che da piccolo avevo paura del sangue ma che, paradossalmente, volevo fare il chirurgo.
Il chirurgo, colui che lavora per salvare vite!
Come me anche Wade e Stuart, solo che Wade voleva operare al cervello e suo fratello al volto.
Io, invece, volevo diventare un cardiochirurgo perchè, nella mia ingenuità infantile, pensavo che se avessi "aggiustato" i cuori delle persone, queste avrebbero continuato a provare dei sentimenti e vivere felici.
Poi sono cresciuto e ho capito che i sentimenti risiedono nel cervello, ma purtroppo nessuno elabora amore o compassione. Per questo sparo ai miei bersagli proprio lì, in mezzo alla fronte.
Cazzo, è già finita! Meglio accenderne un'altra…
Ecco perchè chiunque scelga questo mestiere non lo fa per scelta, ma solo perchè spinto dai lauti guadagni promessi a ogni incarico.
E questo mi autorizza a porre fine alla vita di un essere umano? Che diritto ho io di decidere una cosa del genere?
Nessuno, dato che, di fatto, non sono io a deciderlo. Mi limito a svolgere il mio incarico nel migliore dei modi, a eseguire gli ordini. Sì, certo, anche i nazisti lo dicevano. Che scusa comoda…
Ma io non sono come quei mostri, loro uccidevano degli innocenti. Io no, io uccido solo persone colpevoli di qualcosa. Lo sono tutti, in fondo. Giusto...?
Che cos'ha la mia vita in più rispetto a quella di un altro?
Anche io ho fatto e continuo a fare delle cose orribili, inimmaginabili per alcuni, ma che non sono certamente paragonabili a quelle compiute dalle mie vittime. Giusto...?
Può darsi che anche loro abbiano ucciso qualcuno, più di uno magari, e che il mio intervento sia stato una sorta di punizione divina. Allora dovrebbe venire qualcuno per punire anche me?
Mia madre...ah, mia madre...diceva che se lavi un lenzuolo sporco nella stessa acqua in cui ne avevi lavato un altro, poco prima, quel lenzuolo non si pulirà ma, anzi, si impregnerà di quell'acqua e diventerà ancora più lercio.
E pensare che sono sempre stato convinto che non mi sarebbero mai serviti i suoi proverbi.
Che saggia donna che era, mia madre.
Ho perso il conto di tutte le persone fatte fuori da quando ho cominciato:per la maggior parte pezzi grossi della politica, della finanza e così via, ma anche persone comuni, colpevoli, direttamente o meno, di aver pestato i piedi ai miei committenti, proprio come in questo caso.
Questo caso…Dio mio, ma come si fa a chiedere una cosa del genere?
È la prima volta che ricevo un compito simile e spero vivamente che sia anche l'ultima.
Ogni volta mi convinco che il mio obiettivo sia una persona spregevole, che meriti di finire sotto terra.
Dico a me stesso che nella loro insulsa vita hanno recato del male, ma non posso esserne sicuro visto che si tratta di persone a me totalmente estranee, che posso immaginare solo grazie alle mie convinzioni personali e alle brevi descrizioni fornite dai miei committenti.
Ma come fidarsi di mafiosi, strozzini e altri individui che potrebbero essere loro stessi quelli che mi vengono descritti ogni volta?
Ecco qua, altre riflessioni inutili che compromettono il mio lavoro!
È meglio che me lo tenga stretto, per quanto discutibile che sia: mi piace troppo la bella vita che conduco adesso, piena di hotel di lusso e sigarette.
Anzi, credo che sia il momento della terza, tanto la situazione è ancora tranquilla.
A ogni modo, comunque la si voglia vedere, è così che funziona.
Puoi scegliere di chiudere gli occhi per sempre o di fare come me, essere disposto a tutto pur di accumulare anni. Il mondo è una palla di merda abitata da persone di merda. Lo hanno capito anche Wade e Stuart, che hanno abbandonato i loro sogni per ritrovarsi a spacciare.
Altro che chirurghi rispettabili.
A dire il vero, non so nemmeno come se la passano. Nè so se sono rimasti nella nostra città, nè se sono ancora vivi. Non li vedo da così tanto tempo...
E neanche Becky Ivy.
Già, chissà che fine ha fatto, pure questa. Spero che almeno lei non sia finita in chissà quale giro pur di sopravvivere.
Ricordo ancora le volte in cui noi ragazzi giocavamo a pallone, nella piazzetta, e lei si fermava dietro al muretto con il mento poggiato sui palmi, a fissarmi: puntava i suoi occhi neri sempre e solo su di me.
Continuo a sentirmeli addosso, certe volte.
Peccato che nessuno dei due si sia mai fatto avanti.
Forse è meglio accendere la quarta, mi sa che qui ne abbiamo ancora per le…
Eccola! Quasi non ci speravo più.
Bene, adesso prendo la mira e...e cosa? Cosa devo fare adesso?
Dannazione! Merda, merda!
Non posso farlo, non posso sparare a…
Ma che cazzo sto dicendo? Non posso rifiutarmi di sparare! Devo portare a termine il lavoro per riscuotere il pagamento, altrimenti tanti saluti!
E poi, se mi tirassi indietro, loro chiamerebbero qualcuno per uccidere me. La mia punizione…
Si è fermata proprio davanti a me, è un'occasione d'oro! Devo sparare adesso, prima che ricominci a camminare.
Ecco, ci sono: calibrare, puntare e...calibrare, puntare e…
Cazzo, perchè mi tremano le mani?
Non mi era mai successo.
Perchè sto esitando proprio in quest'occasione?
Perchè lei non rientra in nessuna di quelle descrizioni, diamine! Come potrebbe? Sembra così...innocente. Se le sparassi diventerei davvero come uno di quei mostri della Germania nazista.
O lo sono già diventato?
NO!
Basta con tutte queste paranoie! Devo ucciderla, che sia sbagliato o meno.
O chiudi gli occhi per sempre o sei disposto a tutto pur di accumulare anni, nessuna via di mezzo.
E io ho già scelto da tempo. Dunque è meglio che queste mani la smettano di tremare e che facciano il loro dovere, come hanno sempre fatto.
Alla fine è sempre la stessa storia e oggi non c'è nulla di diverso.
Magari lei diventerà una trafficante, trufferà della gente, picchierà i propri figli, ne abuserà o lo farà con i figli di qualcun altro, magari anche lei sparerà in testa a qualcuno, un giorno.
Non potrò mai essere sicuro di queste cose, ma so con certezza che mi piacciono troppo gli hotel di lusso e le sigarette.
Fanculo!
E sparò alla bambina.
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greggmaximilian · 3 years
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               │❖ 28.𝟶𝟻.𝟸𝟶𝟸𝟷                    │❖ ᴀᴘᴘᴀʀᴛᴀᴍᴇɴᴛᴏ ᴅɪ Bᴇᴀᴛʀɪᴄᴇ.                │❖ #Ravenfirerpg Una donna come Beatrice, era capace di poter sorprendere con diverse sfaccettature, e quella di essere una degna padrona di casa in grado di saper cucinare, era quella tra le sfaccettature che stupiva le persone che avevano il piacere di mettere piede nella dimora della Lemmon. Poche erano quelle persone, e non per tutte lei era solita cucinare, ma in quel caso l'aveva fatto, perchè mettere a proprio agio gli altri della quale provava un sentimento di stima o di affetto, era la base di ogni legame, ed ecco perchè aveva deciso di offrirsi al posto di uno degli ottimi ristoranti della città, per intrattenersi in compagnia di Maximilian. Si era proposta di conoscerlo al di fuori dell'area lavorativa e di quello che ne comportava, perchè vi era qualcosa nell'inglese che toccava le corde dell'interesse più recondito della Lemmon, ed era intenzionata a scoprire quanto l'uomo potesse essere interessato a seguire le orme dell'oscurità latente che albergava in ogni essere umano. La cena era stata un successo su ogni fronte, dal momento che la conversazione non aveva ancora toccato davvero a fondo solamente la città di Ravenfire, ma altre argomentazioni un po'più frivole, per non rendere la conversazione stucchevole. Una volta lasciata la sala da pranzo in favore del salotto, Beatrice sfoderò una delle migliori bottiglie di vino che possedeva, a dire il vero era il suo preferito, e lo posò sul tavolino di fronte al divano, con due calici vuoti, e si sedette accanto a Gregg sul divano. « Non è mia intenzione farti ubriacare Maximilian, voglio che tu lo tenga ben a mente. Però, converrai con me, che non si può concludere una cena con qualcosa di degno. » pronunciando quella frase, stappò la bottiglia, riempiendo i due bicchieri per poi porgergliene uno. « Mi sento in vena di onestà questa sera, per cui, potrai domandarmi qualsiasi cosa, ed io ti risponderò, senza alcun gioco di parole. »
Gregg Maximilian R. Holland
Il gioco che s'era instaurato con la donna dai capelli corvini non era affare semplice, soprattutto perché il più delle volte li vedeva coinvolti in qualcosa che l'inglese non sapeva esattamente come definire. Eppure quando ricevette quell'invito, tutto di lui lo aveva spinto a scegliere la camicia migliore, il profumo più intenso che possedesse, solamente per conquistarla. Avevano trascorso buona parte della serata a parlare, mai un momento morto, mai un calo dell'attenzione da parte dell'altro e semplicemente s'erano trovati. Beatrice era l'enigma che chiunque si sarebbe arrovellato per risolvere, ma l'inglese voleva apprezzarla così com'era, con i suoi misteri e la sua sicurezza che poteva essere ingombrante per chi non fosse abituato. Aveva preso posto sul divano, sontuoso ed in pelle, mentre si voltava con una posa elegante in direzione della sua compagna. Accavallò le gambe in una posizione prettamente maschile dopo aver accettato il calice di vino appena riempito. Aveva avvertito il suo del liquido scarlatto diventare quasi un rimbombo in quella tensione che s'era venuta a creare, mentre entrambi alzavano i loro calici. « Credo che tu debba lavorare molto per farmi ubriacare, ma questa sera voglio essere lucidissimo. » Commentò con un leggero tono roco nella voce. Alzò il calice lo portò all'altezza degli occhi prima di fermarsi a parlare nuovamente. « Sai, credo altresì che potremmo cominciare con un brindisi prima di continuare con il gioco della verità. Volendo ti si potrebbe ritorcere contro, anche se, in questo preciso istante, la mia curiosità è a livelli decisamente alti... Brindiamo alle cene che non sanno ove ci porteranno, alle sensazioni che non conosciamo, e ai brividi che indirizzato in un'unica strada. »
Beatrice Diane Lemmon
Quel gioco che era partito involontariamente quella sera, non era stato vittima di un macchinamento della Lemmon, bensì era accaduto per caso, semplicemente perchè non sempre le persone erano in grado di stupire Beatrice, ma lui ci era riuscito. Era parecchio curiosa sul suo conto, sul poter scavare oltre a ciò che lui rivelava, oltre totale umanità che traspariva. Se lei avesse dovuto scoperchiare il vaso di Pandora che la riguardava, sicuramente l'avrebbero sbattuta e mandata davanti al Consiglio, o molto peggio, ma era questa la fortuna di una donna come lei : non si sarebbe mai esposta così tanto. Attese le sue parole prima di sorseggiare il vino, ma quando lo sentì parlare, Beatrice si illuminò, come se le avesse offerto qualcosa di estremamente prezioso su un piatto d'argento. La psicologa osservò il proprio ospite, lasciandosi andare ad un sorriso particolarmente tranquillo e sereno, per poi accavallare le gambe e sistemarsi meglio sul divano, voltandosi completamente nella direzione di Maximillian. « Un gioco sulla verità che potrebbe ritorcermisi contro? Addirittura? Sei più avido di verità o di curiosità, Maximillian? Però, brindiamo all'ignoto, o ai reconditi desideri. » Fece tintinnare il bicchiere contro il suo, per poi prendere una generosa sorsata di vino, tenendo però il bicchiere ancora in mano senza posarlo, e si allungò sul piccolo tavolino, quanto le bastò per arrivare al portafrutta, e prendere un grappolo d'uva. « Quanto sono alti questi livelli di curiosità? Perchè posso ammettere, di essere particolarmente curiosa anch'io. Ma forse, sono semplicemente avida di molte cose, in generale, ed in ogni contesto. » Pronunciò l'ultima parte della frase, portandosi il grappolo d'uva che teneva in mano, alle labbra, staccando un acino con i denti, mentre il proprio sguardo era totalmente concentrato su Maximillian.
Gregg Maximilian R. Holland
Una sensazione di eccitazione sembrava permeare quella stanza che ospitava i due psicologi intenti a chiaccherare. Ma non si trattava di una semplice chiaccherata tra amici o vecchi conoscenti, assolutamente no, era qualcosa di ben più intenso a cui l'uomo di certo non era preparato. Aveva sempre giocato con la seduzione, quante erano state le donne che erano cadute ai suoi piedi grazie al suo fascino, ma quello con Beatrice era qualcosa di molto più articolato. Era nato per caso, nulla di studiato, e quella sera poteva finire in un unico solo modo e loro entrambi lo sapevano. Seduto accanto alla Lemmon, Gregg aveva fatto tintinnare il proprio bicchiere contro quello della donna prima di portarlo alle labbra per berne un lungo sorso. Era voltato completamente nella di lei direzione, con le gambe appena accavallate e il braccio che costeggiava lo schienale del divano. La osservava, la studiava, era femminilità allo stato puro, e quando s'avvicinò per prendere un grappolo d'uva, l'inglese si ritrovò a deglutire prima di mostrare un sorriso sornione. « Tanto avido da non aver pace fino a quando non ho avuto ciò che voglio. E' sufficiente come risposta? » Commentò con un timbro di voce più basso rispetto al solito. Allungò poi una mano al grappolo d'uva per staccarne un acino e portarlo alle labbra della donna. Erano occhi negli occhi e quel gioco si stava ritorcendo contro ognuno di loro. « Dimostramelo allora quando sei avida. Mostrami se i tuoi livelli sono come i miei, e in quel caso dovremo porvi rimedio... »
Beatrice Diane Lemmon
Era da sempre lei, quella che prendeva il sopravvento ed il comando nelle situazioni, ma in quel caso, non aveva bisogno di ottenere la supremazia estrema, si stava comportando come meglio credeva senza forzare nulla. Quello che si era creato accidentalmente tra di loro, era qualcosa che difficilmente si poteva contenere o prevedere, e Beatrice era pronta per sferrare il proprio attacco, nemmeno fosse una predatrice di fronte alla propria preda impaurita, anche se a dirla tutta Maximilian non era di certo una preda per lei. Si lasciò divertire dalle sue parole, incuriosendosi particolarmene, ma già aveva una vaga, anzi, limpidissima idea di come sarebbe proseguita la serata. « Parole forti, devo dire. Ma sentiamo -- cosa vuoi Maximilian? » Avrebbe potuto prendere l'iniziativa, certo, ma in quell'occasione cacciare non era necessario, aveva bisogno di comportarsi in modo tranquillo e limpido, senza cercare di prevaricare nessuno. Non ci impiegò poi molto ad assecondare il suo volere, addentando l'acino d'uva che le veniva offerto con le labbra, per poi morderlo piano, in modo che il succo dell'uva le colasse sulle labbra lentamente. Prese la mano con la quale lui le aveva offerto l'acino, ed usò il suo pollice per pulire dalle proprie labbra le tracce del succo dell'acino, per poi prendere il pollice tra le labbra, e levare ogni traccia anche da esso. Infine, con uno sguardo che poteva valere una sola risposta, Beatrice sorrise.
Gregg Maximilian R. Holland
Le dita dell'uomo non fecero altro che assecondare i movimenti di Berenice, la quale prese tra le sue labbra l'acino che lui stesso le stava porgendo. Stavano entrambi correndo sul filo del rasoio, vagliando ipotesi che mai prima d'ora avrebbero preso in considerazione, eppure andava bene così. Eccome se andava bene. Gregg entrò in contatto con le labbra attraverso quel semplice movimento che mise in atto la donna, la lasciò fare mentre usava le di lui dita per pulire le proprie labbra ma fu quando osservò il proprio pollice tra le sue labbra che l'Holland gemette. Si sentì perso, vittima e carnefice al tempo stesso. Deglutì vistosamente in quel momento, osservò il sorriso formarsi in modo del tutto naturale sul volto della donna, e voce roca confermò il suo pensiero. « Voglio tutto... Uhm, fallo ancora. » Era una richiesta travestita da ordine ma entrambi sapevano che nessuno dei due avrebbe ceduto il potere così facilmente. Con un leggero movimento, egli s'avvicinò maggiormente, lasciò andare il proprio pollice dalle labbra di Beatrice con uno schiocco prima di girarle il volto nella propria direzione. Accarezzò la di lei guancia, intrecciò le dita a piccole ciocche di capelli prima di baciarla in modo determinato, in un bacio che non lasciava alcuna via di scampo.
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olstansoul · 4 years
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Sacrifice, Chapter 8
PAIRING: Wanda Maximoff & James Bucky Barnes
Chiuse la porta del bagno sbattendola e subito si sedette sul pavimento, non pensava che quelle parole la potevano ferire così tanto. Ma dopotutto, più o meno, se lo aspettava. Iniziò a piangere e a buttare tutto fuori, sperando che quest'incubo potesse finire da un momento all'altro. Però questo non era un semplice incubo era solo la realtà dove era costretta a vivere. Passò le mani fra i capelli, troppo nervosa e altre lacrime iniziarono ad uscire dai suoi occhi.
"Perché? Perché tutto questo?"pensò lei.
"Perché a me? Non mi meritavo tutto questo"continuò lei fin quando la distrasse un rumore che proveniva da fuori.
Era la porta che fu chiusa lentamente, rispetto a lei, che stava quasi per romperla. Si sentirono alcuni passi e lei tremava anche dalla paura di poter essere scoperta da qualcuno, fin quando però si accorse che non si trattava di una persona qualsiasi.
"Wanda?"
D'improvviso i suoi singhiozzi si fermarono e fece scivolare le sue lacrime sulle guancie silenziosamente. Non si aspettava certamente di averlo qui, in questo momento.
"Almeno dammi un segno di vita, se sei qui o meno"disse lui con fare ovvio e tranquillo.
Ma lei ancora non rispose, spostò di poco le gambe, ancora troppo vicine al petto e per sbaglio la tracolla della sua borsa andò contro la porta facendo rumore, cadendo e andando di fuori.
"Okay...sei qui..."
Prima ancora che lei potesse dire o fare altro lui si avvicinò alla porta, dove lei era rinchiusa, poggiando una mano sulla porta.
Ma lei fu più pronta di lui e subito lo fermò.
"James, ti prego..."
"Non voglio che..."
"Ed io non voglio che tu mi veda cosi...come la mettiamo?"disse lei iniziando ad alzarsi e aprendo la porta.
Ma quando la aprì, se lo trovò davanti con uno sguardo preoccupato e con la mano destra all'altezza della porta, ma ora era rimasta a mezz'aria quasi vicina alla sua spalla.
"Mi fai passare, per favore?"
"No, fin quando non mi dici che stai bene"
"Io sto bene, non vedo perché ti sei preoccupato così tanto"disse lei con una risata sarcastica.
"Perché ti ho vista scappare via...e ti ho sentita piangere"
"Bene, ho appena constato che non sei né sordo né cieco, ma di questo non mi sarei dovuta preoccupare"disse lei acida come al solito e trovando una via d'uscita da quella situazione parecchio scomoda.
"Quando la smetterai di fare l'acida?"
"Quando voi la smetterete di rendermi la vita uno schifo. Tu non sai niente di me, James Barnes e non hai il minimo diritto di presentarti qui da me come se fossi una crocerossina quando fino ad una settimana fa eri ancora con lei a fare solo Dio sa cosa..."
"Si dà il caso che ci siamo lasciati..."
"Bene, complimenti. Ora cosa vuoi che faccia? Vuoi un applauso? Dieci dollari?"
"Non sono venuto qui per avere le tue risposte scazzate. Mi ero solo preoccupato e va bene che magari non ti faccia piacere che io sia qui, volevi startene da sola, okay. Ma sono l'unico qui in mezzo che è venuto a cercarti, col pensiero che magari avessi compiuto una cazzata dopo le parole di quella vipera e nonostante le tue parole contro di me, io continuo a stare qui...puoi pensare di me ciò che vuoi Wanda, ma non sono quello che pensi, non sono quello che vedi"
Lei abbassò lo sguardo, non badando alle sue guancie rosse dal pianto che ora erano sotto gli occhi di James. Tutto ciò che lui aveva detto, era vero. Nulla di ciò che era uscito fuori dalla sua bocca era falso.
Lui era davvero il ragazzo che si preoccupava tanto, forse non sembrava cosi agli occhi di Wanda, troppo sulle sue e sulla difensiva ma James si era mostrato come se stesso dinanzi agli occhi della castana. James era quel ragazzo che tanto si preoccupava di studiare, in modo che potesse ottenere una borsa di studio all'Harvard.
Che anche se aveva 18 anni, non perdeva mai tempo a ridicolizzarsi a giocare con le bambole insieme a sua sorella. Che cercava di aiutare sua madre in tutti i modi possibili e immaginabili e di farla sentire amata, quando suo padre non c'era. Che aiutava molto i suoi amici in difficoltà, nonostante Sharon lo obbligava a rimanere con lei. E che, anche ora, aveva mostrato la sua bontà d'animo. Stavolta di fronte a qualcuno che, secondo qualcun'altro non si sarebbe meritato nulla, ma che a James importava davvero.
"E allora tu chi sei?"
"Sono quello che è venuto a salvarti, Wanda"disse lui.
Alcuni minuti dopo...
Aprì la porta e la fece passare dinanzi a lui, percorsero il corridoio insieme mentre si scambiavano delle occhiate fugaci e quando si trovarono di fronte all'atrio gli occhi, preoccupati, dei tre ragazzi presenti prima guardarono la castana.
"Ehi, stai bene?"chiese Natasha.
"Ci siamo preoccupati tanto...non avremmo dovuto metterti in mezzo"disse invece Steve.
"Sto bene, sto bene...vi ringrazio che vi siete preoccupati"
"Mi dispiace che Sharon ti abbia detto quelle cose..."disse sempre la bionda con uno sguardo verso il basso.
"La professoressa Van Dyne?"chiese invece James, togliendo solo ora il suo sguardo da sopra Wanda.
"Nulla, non si è accorta neanche che non c'eri, posso passarti gli appunti se vuoi..."disse Sam e il castano fece un cenno per ringraziarlo.
"Beh, ti sei dimenticato di un piccolo dettaglio Sam"
"Quale sarebbe?"chiese James.
"Nel bel mezzo della lezione si è presentato il signor Lang con un regalo per lei"iniziò a dire Steve.
"Un regalo?"
"E da quel momento hanno avuto una discussione, lei non lo voleva in classe, diceva che aveva interrotto la lezione ma il signor Lang non si arrendeva"
"Ho come la sensazione che sia innamorato di lei" sbottò Wanda appena finì di parlare con la sua nuova amica Natasha.
"E tu come lo fai a sapere?"chiese Sam.
"Beh...quando cercavo il mio libro, gli avevo detto che l'avevo perso e lui mi aveva risposto dicendo che anche lui aveva perso qualcosa..."
"E cosa?"
"Le speranze per conquistarla" disse Wanda schietta e i tre ragazzi si guardarono con fare ammiccante.
"Oh no, non dovevi dirglielo. Ora avranno in testa talmente tante idee, che nessuna di quelle servirà ad aiutare il povero signor Lang"disse Nat.
"Beh, la prossima volta terrò la bocca chiusa"
La giornata di Wanda da che era iniziata male ora sembrava andare nel verso giusto, grazie all'aiuto di quelle persone che aveva conosciuto da poco ma che sembrava di averle conosciute da una vita intera. La lezione di inglese col signor Barton era andata abbastanza bene, e in quella stessa occasione lei e Natasha erano state scelte per un progetto sull'età Vittoriana in inglese.
"Come ci organizziamo?"chiese la bionda uscendo dalla scuola, per le lezioni finite.
"Beh...potremmo fare una ricerca. E magari integrarla con un progetto?"
"Mh...io pensavo ad un qualcosa di più creativo. Che ne dici se potremmo fare un cartellone da appendere in classe?"
"L'idea non è male...come...come facciamo a rimanere in contatto?"
"Posso darti il mio numero?"chiese cordialmente la bionda con un sorriso e Wanda approvò.
Mentre si scambiavano i numeri, altre idee e informazioni fra di loro anche i ragazzi arrivarono da loro due e il gruppo si riunì di nuovo come poche ore prima.
"Nat, vuoi che ti accompagni a casa?"chiese Steve e Wanda non fece a meno di notare il leggero rossore sulle guance di Natasha appena il biondo la chiamò.
"Si, mi faresti un grande piacere...ci sentiamo, vero?"chiese invece lei e Wanda annuì.
Lei strinse al petto il resto dei libri, non doveva portare molto peso sulle spalle. Si sistemò la borsa sulla spalla e iniziò a camminare verso l'uscita della scuola fin quando, proprio sull'uscio del cancello principale, una voce la fece girare di scatto.
"Wanda"
Di nuovo lui. Quasi si era dimenticata, per colpa di Natasha e le sue mille chiacchiere che la coinvolgevano in pieno. Credeva che con lei avrebbe trovato una vera amica, anche se era ancora troppo presto. Si girò di nuovo e lo vide correre verso di sé, la maglia bianca si alzava di poco e il sole sembrava aver baciato l'essere più bello sulla faccia della terra, che in quel momento era lui.
"Stai tornando a casa?"chiese lui con un leggero fiatone.
"Ehm...si"
"Lascia che ti accompagni"disse lui e la fece passare in modo tale che lei proseguisse e lui la seguì.
"Grazie..."sussurrò.
Sarebbe stato un ritorno a casa molto lungo.
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Quando mi toccò l’esame di maturità era il primo anno in cui era stata reinserita la commissione mista. I tre prof di lingue straniere erano interni mentre esterni c’erano italiano, economia aziendale e geografia economica. Siccome c’erano solo sei professori più il presidente della commissione, il ruolo delle altre materie oltre a quelle sei era piuttosto sommario. Quelli interni erano stati sceti sulla base del fatto che come seconda prova avevamo lingua straniera (facevo l’istituto tecnico commerciale a indirizzo linguistico, penso che al giorno d’oggi si chiami liceo economico/turistico o qualcosa del genere) e dato che potevamo scegliere una qualsiasi delle tre lingue dovevano per forza esserci tutti e tre.
Il primo martedì dopo la fine dell’anno scolastico la nostra prof d’italiano aveva organizzato un incontro a scuola per aiutarci a sistemare le nostre tesine e per darci qualche dritta. Fu disponibilissima. Ricordo che alcuni avevano dei grossi dubbi e che io che ero tutto sommato abbastanza a posto aiutai L. che a scrivere al computer era una frana a spiegargli come doveva sistemare la punteggiatura nella copia che avrebbe presentato ai professori. Però ricordo meglio che nel momento in cui entrai in aula e mi sedetti, in una fila di banchi da tre con S. e L., L. mi domandò, con entusiasmo “hai visto Sato?” riferendosi al suo sorpasso su Alonso del GP di due giorni prima. S. che era la solita guastafeste ci disse di stare zitti. Peggio per lei, non sa cosa si è persa.
Ricordo anche che sia quel giorno a quell’incontro sia all’esame di maturità eravamo nel lato della scuola in cui durante l’anno c’erano le classi del liceo scientifico, che era stato scelto quel corridoio perché era il meno caldo della scuola e che odiavo quella collocazione perché nei bagni da quel lato della scuola c’erano le turche invece dei water, e io detesto i bagni con la turca, visto il mio poco senso dell’equilibrio. >.< Comunque, in generale, fu abbastanza un trauma, l’avvicinarsi dell’esame, passato più che altro a ripassare un sacco di cose che poi non mi sarebbero state chieste.
Con la commissione mista beccammo a metà bene e a metà male, geografia era calmissima, italiano una via di mezzo, economia uno stronzo colossale e il presidente della commissione uno che stava sempre a farsi i fatti suoi tranne quando doveva correggere qualcuno. I nostri professori invece erano calmissimi e approfittavano del fatto che all’orale con loro dovevamo esporre argomenti in lingua straniera, quindi se sbagliavamo qualcosa non ci correggevano e facevano finta di niente. Comunque più il tempo passava e più mi saliva l’ansia, anche se a scuola di fatto non avevo mai avuto problemi e con i voti che avevo sapevo fin dal primo giorno che potevo ambire a un voto dal 90 in su, anche se speravo non per il 90 ma per l’ “in su”.
Ricordo alla prima prova di avere fatto il saggio breve socio-economico, l’argomento mi pare fosse la giustizia o qualcosa del genere. Alla seconda prova ho fatto inglese ad argomento turistico (il testo era sull’organizzazione delle olimpiadi di Pechino che sarebbero state l’anno seguente). Alla terza prova non ricordo con esattezza tutto, ma ricordo che sono andata male come tutta la classe in economia perché la nostra prof aveva sempre insegnato al CEPU ed era ben poco esigente considerandoci tutti dei secchioni, quindi sapevamo troppo poco per gli standard del professore esterno.
All’orale esposi la mia tesina sullo squilibrio tra nord e sud del mondo (non so se si usi ancora al giorno d’oggi questa definizione), che un range di argomenti che andavano dall’epoca coloniale agli investimenti diretti esteri passando per Pascoli (che aveva scritto un discorso sulla colonizzazione della Libia), Kipling (sempre per letteratura a sfondo colonialista, immagino), sui possedimenti d’oltremare francesi e sulla guerra d’Algeria. Ricordo qualcuno degli esterni chiedendomi se mi ricordassi il nome di un trattato sulla colonizzazione spagnola e portoghese. Io non capii la domanda e intervenne non ricordo chi tra gli altri professori esterni, per ricordarmi che era il trattato di Tordesillas. Lo sapevo. Non perché l’avessi scritto nella tesina, ma perché l’avevo scritto, con un errore di ortografia, negli appunti di terza superiore e quel dettaglio mi era rimasto impresso.
Il trattato di Tordesillas fu il turning point del mio esame di maturità, o almeno, il primo. Mi fece capire che, se volevo raggiungere il mio vero obiettivo, non dovevo farmi trollare come era appena successo e questo mi fu utile in quello che restava del mio esame. Quando iniziarono le domande sugli argomenti del programma, il prof di economia mi fece parlare della break even analysis. Ho già detto che era uno stronzo e lo era perché se non rispondevi subito, iniziava a parlare lui e a dire la risposta. Se rispondevi, lo faceva. I miei compagni di classe, per rispetto, stavano zitti per non interromperlo. E non era quello che lui voleva. Dai pettegolezzi che giravano sono stata una delle due persone che gli ha parlato sopra e una delle due persone a cui quel professore non ha assegnato un punteggio insufficiente.
La break even analysis è stata quindi il secondo punto di svolta. A quel punto, non so come, quando la prof d’italiano ha voluto in qualche modo che dicessi che D’Annunzio nella “pioggia nel pineto” aveva voluto ricreare il ritmo della pioggia che cadeva, cosa di cui non avevo la più pallida idea, sono andata a intuito e gliel’ho detto. Poi è finita. Ho coronato il mio sogno, anzi, i miei due sogni, perché tredici anni dopo lo posso ammettere senza problemi. Il mio primo sogno dipendeva totalmente dal mio esame (oltre che dalla fortuna e dai professori) ed era diplomarmi con 100. Il mio secondo sogno, dopo essere stata vista per tanti anni come la “seconda della classe” e un po’ snobbata dall’ipercompetitività altrui era essere l’unica a riuscirci. Io ho avuto 100, l’altra 96.
A tredici anni di distanza mi rendo conto di quanto il mio esame di maturità sia stato una grande soddisfazione dal punto di vista scolastico, ma anche di quanto abbia avuto indirettamente effetti negativi sulla mia vita. Forse se la maturità fosse andata un po’ peggio delle mie aspettative, mi avrebbe scoraggiato per il futuro. Venivo da un istituto commerciale, da cui uscivano più che altro persone che si cercavano un lavoro, invece di andare all’università. Era il 2007, trovare lavoro era relativamente facile (la S. a cui non fregava un bel nulla di Sato, a fine luglio faceva già la commessa alla Coop e a settembre veniva assunta come impiegata da Bartolini con un contratto di un anno).
Non so fino a che punto la mia vita sarebbe stata migliore se non fossi andata all’università, ma alla fine probabilmente mi sarei ritrovata a fare un lavoro simile a quello che faccio ora e sarei arrivata un po’ ovunque in anticipo di cinque anni se non di più (cinque e qualche mese di università, più i dieci mesi di disoccupazione post-laurea dato che mi sono laureata in uno dei momenti di peggiore crisi economica). Non avrei una laurea, però i miei anni di università non sono stati sempre positivi. La triennale non è andata neanche male, ma poi alla magistrale, oltre ad avere dovuto scegliere un po’ un percorso obbligato, le cose sono un po’ precipitate.
Volevo solo laurearmi per non deludere la famiglia dopo tanti sacrifici e poi cercarmi un lavoro possibilimente in un altro settore per chiudere per sempre con quello che stavo studiando. In più, senza università avrei probabilmente messo da parte più soldi e potuto aiutare i miei genitori a comprarsi l’appartamento qualche anno prima. E se mi fosse toccato di guadagnare 500 euro al mese per un anno perché nel mio primo posto di lavoro proprio non volevano farmi un contratto di lavoro ma solo di stage, guadagnare 500 euro al mese a 19 anni sarebbe stato umanamente più accettabile che guadagnare 500 euro al mese a 25.
Con questo, ho fatto un giro dell’oca interminabile per non dire niente di quello che volevo dire, ma scrivere dei papiri interminabili sembra essere il mio punto debole. Voglio solo dire che, se qualcuno dei miei lettori deve fare la maturità quest’anno (di @elenainlovewithf1andparis lo so per certo, non so se ci sia qualcun altro), in un periodo così caotico, con modalità mai viste prima e senza avere potuto avere molto supporto da parte dei professori (per esperienza ricordo che anche quelli più severi, fiscali o stronzi, ormai che stavamo finendo erano decisamente meno severi, fiscali o stronzi e cercavano un po’ di darci una mano), io tifo per voi. *-* In becco al gufo! <3
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come-stellecadenti · 4 years
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oggi mi sono costretta a prendermi un pò di tempo per me. ma non è poi così vero, sono sola nella mia stanzetta perchè non voglio vederti ecco tutto. ma non voglio vederti perchè ho bisogno di pensare, e quando penso poi scrivo quindi sì, si può dire che ho appositamente ritagliato un pò di tempo per me. pensavo al fatto che tutto resta sempre uguale eppure se guardo indietro a due mesi fa, Dio, è tutto così diverso. ora so che anche tu provi per me quello che provo io, MA io sono stanca di tutti questi ma e dei se e dei forse io voglio e ho bisogno di cose semplici, di persone ed emozioni vere che si lasciano travolgere da quello che sentono, che non cercano scuse giustificazioni io ho passato una vita intera a farlo. a “proteggermi”. e per la prima volta che invece mi volevo lanciare nel vuoto, con te, per la prima volta che non avevo paura, ovviamente ce l’hai tu. per me e per te. io mica lo sapevo cosa significasse stare insieme a qualcuno che fosse come te. eppure c’avrei provato comnque, e sul serio. perchè se mi sono innamorata di te significa che ci sono forze più grandi di noi che non possiamo controllare, e queste forze mi portano a pensare ai nostri occhi quando si mescolano e diventano gialli, alle nostre mani che a notte fonda si sfiorano, alle risate che fuoriescono dal cuore. e dico, non mi posso ribellare. non posso. ho capito che proprio non posso rinnegare quello che sento. poi, però leggo il mio oroscopo di oggi e mi avverte che sto idealizzando un pò il tutto sai, che non sei sto gran pezzo da 90 che decanto io. e allora forse penso che forse accade sempre tutto nella mia testa, che sono io che sento troppo che sento troppo tutto  non riesco ad essere più leggera non riesco ad essere brezza cazzo, sono sempre tempesta, uragano, forza primordiale che distrugge sempre tutto però poi mi fermo di nuovo e ripenso al fatto che, per la prima volta in vita mia, ho anche detto con cuore in mano tutto ciò che sentivo, ho lasciato che qualcuno all’infuori di me vedesse le mie fragilità, il mio essere anche indifesa, a volta ed è stato bellissimo ma più che bellissimo, è stato liberatorio ecco mi ha guarita da quelle ferite che non riuscivano a rimarginarsi da anni ed anni, su cui neanche la luce del sole faceva effetto. certo, ho anche capito che parlare non serve niente, rispetto a te, a noi. ma non importa insomma dai, io non posso permettermi più di distruggermi di farmi del male come tu non puoi più permetterti di soffrire. e allora si. vado contro me stessa e smetto di mollare, mollo. un’altra cosa che non ho mai fatto, la faccio con te. non posso e non voglio continuare a stare dietro ad una persona che dice di provare sentimenti per me -senza entrare nello specifico mai restiamo sul vago- ma per cui io non sono la priorità. nella mia testa e nel mio cuore l’amore vince SEMPRE su tutto. è una forza promotrice di cose sconosciute e violente, a cui io non riesco a non sottostare.  ed io mi fido di te ma mi fido molto più di me stessa, di quello che sento. siamo qualcosa di bellissimo noi e di raro, soprattutto. e questo mi fa incazzare e soffrire parecchio ma ho appena realizzato, adesso adesso eh, che anche io in quanto IO sono qualcosa di bellissimo e di raro, che a volte si perde e va a male perchè ha poca fiducia nelle proprie capacità, ma in ogni caso una luce flebile resta, non si spegne mai. e dunque. basta riaccenderla un pò, e ritorno a brilllare.  io ritorno a brillare. posso dunque trovare qualcun altro con cui correre, e guardare le stelle la notte mentre si parla di tutto e di niente e si ride a crepapelle e si fumano sigarette infinite come noi, e posso trovare altre mani che sanno toccarmi e farmi venire così bene come sai fare tu, e soprattutto, posso trovare qualcuno che mi ami DAVVERO, con tutto se stesso, senza problemi lavorativi, con cose passate, con la mamma, con prospettive future. che mi ami con semplicità e in modo puro e dissoluto. come facevo io, non tu. come ho sempre fatto io. e quindi sì, basta. ma non scappo. non scappo via, non torno a casa, che la mia casa qual è? la mia casa sono io, la mia pelle, i miei ricordi le mie radici, i miei sogni che fanno ancora viaggiare la mia testa fra le nuvole che la mia rinascita, quella vera, abbia inizio. partendo da me, da tutto quello che è stato certo ma soprattutto da quello che è rimasto. luce luce luce come un girasole voglio sentire solo e tutto il calore su ogni cm di pelle ce la farò come ho sempre fatto.  non sono più ossessionata da te e dal nostro futuro insieme che io ancora manco lo so dove sarò fra un mese, come sarò, che faccia nome pelle avrò tu dici tanto di conoscermi, di capirmi, ma io non sono facilmente identificabile e mai lo sarò tu non hai visto ancora niente ero bruco e ti sei innamorato di me ma io farfalla ci divento quando divento libera, e libera così non lo sono stata mai e dunque il momento è giunto per rinascere, rifiorire, spiegare le ali e volare via, nella luce.
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taalk-to-mee · 4 years
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Sono una persona semplicemente, banale, scontata.
Sono una persona che nessuno nota per strada, una di quelle persone che se non c'è non si sente la sua mancanza; eppure ho dei sentimenti, ben scanditi da un pianto o migliaia e da poche risate.
Ho avuto una relazione che mi sono resa conto avermi rovinato la vita, sono una persona diversa da prima, prima avevo tanti amici che mi volevano bene ma che ho dovuto mettere da parte per non sentirmi dire ''no tu non puoi andarci se non ci sono anch'io " e per non dovermi giustificare ogni volta inventando innumerevoli scuse per non uscire quando in realtà l'unica verità era che non ero autorizzata a farlo, come non ero autorizzata a fare migliaia di altre cose come mettere dei vestiti che mi valorizzassero, andare a feste con amiche o anche andare ad una banalissima cena di classe senza sentirmi dire che era scontato che avrei tradito la persona con cui stavo. Questa persona mi ha fatto male, mi ha proibito tante cose, quando a 15 anni le stronzate sono all'ordine del giorno, e mi ha buttata a terra in ogni modo, "non mettere storie su Instagram sembri una bambinetta", "non riuscirai mai a fare quello che desideri", "sei solo una bambina infantile" ed era vero ero solo una bambina che aveva voglia di esser grande e per dimostrarlo aveva scelto di innamorarsi della persona più sbagliata nel mondo, ma io non lo vedevo, vedevo una persona che aveva bisogno di me, una persona che aveva un passato difficile e per questo tutto ciò che mi diceva per me andava bene; "è colpa del suo passato, ha sofferto tanto" mi dicevo, quando in realtà stavo soffrendo io. Allora ho perso anche le mie amiche che cercavano solo di farmi notare quanto tutto questo fosse sbagliato,  quanto fosse sbagliato amare una persona che ama solo il potere che ha sulla tua mente, ma che qualcuno lo notasse a lui non andava per niente bene per questo decise che non avrei più dovuto vederle, e così ho fatto, perché lui aveva ragione ed io ero solo una piccola ragazzina ingenua che non vedeva quanto in realtà tutto questo le facesse male. E tutto questo ha un prezzo: l'insicurezza. Cosa ti rimane quando hai tolto tutto dalla tua vita per rendere felice una persona che non riuscirà mai ad esserlo? Non ti rimane niente. Ed è esattamente quello che ho io: niente. Non ho amici, non ho fiducia in me stessa, non riesco a dormire, non riesco a parlare, non riesco neanche più a trattenere la rabbia, incredibile visto che sono sempre stata la persona più calma del pianeta. Allontanare questa persona è stata la cosa migliore che io potessi mai fare, ora vado da una psicologa una volta a settimana, mi dice che devo ritrovare me stessa, che non ho bisogno di lui per sentirmi bene ma è strano perché anche se so che questa è stata la cosa più giusta sembra allo stesso tempo quella più sbagliata, come si fa ad amare così tanto una persona che ti ha fatto così tanto male?  Ma io ritornerò a capire che non c'è amore se non c'è rispetto e che non c'è rispetto se non c'è amore, e io l'amore lo voglio, lo voglio immenso, immenso e felice che mi debba togliere le parole di bocca e la tristezza dal cuore, perché me lo merito, perché io non sono sbagliata come per tanto tempo mi ha fatto credere una persona che non riusciva ad ammettere il proprio essere sbagliato, io non sono come mi descriveva, io non sono stupida e infantile ma posso essere molto di più. Posso essere me stessa ritrovandomi e pian piano riuscirò a scavalcare quel muro così alto fatto di insicurezze che ho costruito in questi due anni. Perché io non ho niente in meno di altri e merito di essere felice.
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devilwithdevilseyes · 4 years
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ti incontrai un giorno di dicembre, avevo le mani ghiacciate e il naso arrossato, eri seduto su quelle scale ascoltando musica da deviato insieme ai tuoi amici.
la prima cosa che notai di te furono gli occhi, un po' azzurri, un po' verdi, un po' gialli, quegli occhi grandi che mi fecero girare la testa.
passarono i giorni, parlavamo sempre di più e io iniziai ad affezzionarmi moltissimo,
adoravo il tuo modo di fare, il tuo prendere la vita con ironia e scherzare su ogni cosa, la tua risata, i tuoi versi strani e il tuo sorriso.
ad oggi continuo a guardarti come la cosa più bella che esista, come se tutto ciò che ce di bello sia sempre un gradino in meno rispetto a te.
probabilmente ora starai pensando “questa è pazza”,lo sono,sono pazza,di te. Non c'é un motivo preciso per cui ti sto scrivendo, semplicemente voglio provare a dirti tutto quello che forse,non avrei mai il coraggio di dire.
Parliamo di noi. Tu cosi perfetto…cosi te stesso,ti ho amato dalla prima volta che ci siamo scritti. Sai pensavo e penso tutt'ora “perchè mai uno come lui ha scelto una come me?” dio…io ho cosi tanti difetti che non basterbbe una vita per raccontarli…però tu sei andato oltre quelli, sei riuscito a guardarmi dentro, li dove nessuno mai ha avuto il coraggio,e forse neanche l'interesse, di arrivare.
Probabilmente questa “lettera” non avrà una risposta e forse neppure la leggerai tutta, perchè sarà lunga, mi conosci, sai che non so essere breve. Ti ricordi? ti ho parlato della mia gelosia estrema e della mia folle paura di perderti, tu mi hai detto di star tranquilla, che non ti perderò, ma sai non è cosi facile.
Quando vivi in un mondo come questo è impossibile non aver la paura di perdere quello che di più caro hai, viviamo in un mondo di ladri…anche tu lo sei, hai rubato il mio cuore,un cuore graffiato, rotto da altre persone a cui tempo prima, l’avevo affidato e che non sono state capaci di trattarlo con cura..amici…
parenti…amori…nessuno l'ha trattato bene. Invece tu non solo lo stai trattando con amore ma stai anche mettendo insieme i pezzi rotti e facendo cicatrizzare le ferite,che esso porta con se. Quindi amore mio non chiedermi di essere tranquilla perchè non posso…tu sei una cosa rara e in molte ti vogliono…ma ti giuro che andando oltre la paura non permetterò a nessuno di portarti via da me. Se ci sarà da combattere per te, lo farò, darei la mia vita per te. Non voglio perderti…ne morirei.
Te l'ho detto cosi tante volte che sarai stufo ormai. Ma sono fatta cosi…sono insicura,vulnerabile,dolce,gentile,dalla bassa autostima ma se è necessario so tirar fuori le unghie anch'io e quando lo faccio, fidati,vinco. Ti amo.
ti amo perché nonostante i miei sbalzi d'umore, la mia estrema dolcezza, il mio non essere troppo normale, il mio bisogno di attenzioni tu sei rimasto e ti sembrerà esagerato ma voglio crescere con te, ridere con te, piangere con te, litigare con te, finché ciò che provo per te non si spegnerà.
e fidati non succederà molto presto.
con affetto tua g.
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weirdesplinder · 4 years
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The Witcher serie tv: approfondimento della trama, cosa non vi hanno detto?
Dopo le mie impressioni dei primi due episodi della serie tv The Witcher e il post dedicato alla serie di libri e ai videogiochi da cui è tratta, ecco un post dedicato ad approfondire alcuni punti che la serie tv accenna senza però mai dedicarcisi davvero.
Al momento ho visto fno al quinto episodio e il telefilm mi piace, non posso dire che non mi piaccia, rigidezza di Henry Cavill a parte, anche le trame dei racconti pur con molti tagli sono state abbastanza rispettate, ma è nelle scene non prese letteralmente dai libri che per ora dà il meglio di sè devo ammettere.
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E credo che, come ho detto in precedenza, ciò che è stato tralasciato è il lato fiabesco dei libri e dell’ambientazione e altre cosucce che voglio illustrarvi oggi, giusto per darvi un quadro più completo del complesso universo di The witcher che è un mx di tante cose.
Iniziamo con lo spiegare come è nato il mondo di Geralt di Rivia, mi sembra la cosa principale non credete? Nel telefilm viene accennato da diversi personaggi molto velocemente che se hanno problemi con elfi e mostri è colpa della CONVERGENZA DELLE SFERE. Ma per ora, arrivati al quinto episodio nessuno ha spiegato esattamente cosa accadde, sì a Yennfer hanno spiegato velocemente alcune cose, ma sarà meglio approfondire il discorso un attimo.
Circa mille anni e mezzo prima degli eventi narrati nei libri e nei videogiochi e nella serie tv, Il Continente, così viene chiamato il mondo di Geralt, fu vittima di un avvenimento mistico chiamato appunto la Convergenza delle sfere, dove un mucchio di dimensioni parallele si scontrarono tra di loro e si allentarono per sempre i muri infradimensionali che fino ad allora li avevano tenuti separati. Si aprirono portali che permisero ai primi demoni e bestie di arrivare sul Continente, che fino ad allora era stato popolato solo da Elfi e altri Faeries , e poi arrivarono anche gli umani, che quindi non sono originari di quel mondo nonostante ora secoli dopo all’epoca in cui ambientato il telefilm parlano come se fossero loro quelli invasi dalle altre specie, ma non è così.furono loro a conquistare il Continente togliendolo ai nativi elfi e faeries e relegandoli ai confini del mondo o costringendoli addirittura a rifugiarsi in altre dimensioni. Non essendo nativi del Continente non possono incanalare il caos o la magia come la vogliate chiamare naturalmente, ma devono usare i metodi che avete visto nella serie tv e che in parte gli sono stati insegnati dagli elfi, prima che decidessero che non volevano convivere con loro e iniziassero a massacrarli.
All’epoca di Geralt, quella del telefim appunto, ormai il conflitto tra umani e elfi, è sempre più inevitabile e anche fra umani contro umani, poichè anche gli umani sono divisi riguardo l’altro popolo....e al centro di tutto c’è il potere magico poichè sarà il potere a decidere chi vincerà la battaglia finale, non le armi. Poichè come potete immaginare, chi ricorda bene come fosse il Continente prima della convergenza vorrebbe tornare a quell’epoca....ma per farlo forse sarà necessario un altro cataclisma e chi ci assicura che qualcuno sopravviva, e poi è possibile? Quale potere potrebbe riuscirci?
Nota a parte da lettrice urban fantasy: Forse i fan di Ilona Andrews e della sua serie Kate Daniel diranno, ma anche qui le dimensioni si sono scontrate e unite incasinando tutto il mondo? Sì, anche qui.
E ora passiamo a spiegarvi meglio cosa è un Witcher. Sì, lo so, l’avete capito, nella serie tv viene mostrato bene, vero, ma voglio sotolineare un particolare che viene mostrato e non spiegato: l’alchimia.
I witcher non sono frutto solo della magia degli stregoni...sono frutto dell’alchimia. Una forma di scienza magica molto affascinante che forse non avete colto come presente in quel mondo. Ma è presente.
I Witcher sono  cacciatori di mostri geneticamente mutati creati per uccidere le bestie e i mostri del Continente arrivati da altre dimensioni. Sono nati come normali esseri umani e sono stati accolti in giovane età e più o meno costretti a sottoporsi a anni di intenso allenamento mentale e fisico prima di subire un misterioso rituale noto come La prova delle erbe. Durante la prova delle erbe, i potenziali Witcher assorbono un misterioso intruglio alchemico che muta i loro geni e li rende più pericolosi e più difficili da uccidere rispetto agli uomini comuni.
La prova uccide la maggior parte di coloro che la tentano: sei o sette candidati su dieci muoiono nel processo. Inoltre, solo gli uomini umani possono sottoporsi alla Prova, per ... uh, ragioni, immagino. Coloro che sopravvivono alla Prova vengono cambiati in modo permanente. I loro occhi diventano gialli e simili a quelli di un gatto (un modo semplice per identificare un Witcher), acquisiscono sensi, forza e riflessi intensi e diventano in grado di guarire molto rapidamente. Diventano immuni a quasi tutte le forme di malattia e resistenti alla tossicità e al veleno e hanno una longevità innaturale . La prova delle erbe rende sterili gli uomini, il che significa che nessun Witcher può mai essere genitore biologico di un bambino.
 Esistono diverse scuole Witcher sparse in tutto il continente e ognuna forma i suoi discepoli in modo leggermente diverso. Tutti i Witcher indossano un medaglione Witcher che indica dove si sono formati; Geralt si è formato nella scuola del lupo e quindi indossa un elegante medaglione di lupo d'argento. Altre scuole includono Griffon, Bear, Cat e così via. I Witcher usano i loro medaglioni per focalizzare anche i loro sensi, e il medaglione di Witcher è una sorta di estensione del suo io interiore.
Visto che i Witcher, le streghe e gli stregoni non procreano perchè come abbiamo visto per motivi diversi diventano sterili, devono reclutare nuovi discepoil in vari modi accolgono orfani, storpi, comprano banbini...oppure utilizzano La legge della sorpresa per decidere il compenso dei loro servigi.
Ed eccoci a una cosa nominata nella serie, e anche usata, ma non nel modo proprio esatto. La legge della sorpresa in soldoni impone che la persona che è stata salvata o ha avuto un certo servizo reso debba dare al suo salvatore qualcosa di sconosciuto a lui, con una descrizione criptica come "Ciò che non sapevi ancora di avere" o "La prima cosa che viene ad accoglierti al tuo ritorno a casa". Strano È un po 'strano. La Legge della Sorpresa è una specie di jolly, poiché nessuna delle due persone nella transazione sa esattamente cosa significherà. A volte finisce per essere un cavallo, un animale domestico o qualsiasi altra cosa. Ma molte volte finisce per significare che la persona salvata deve dare al suo salvatore un figlio. ....
Non vi ricorda molto le fiabe tutto questo? Cosa chiede la strega ai genitori di Raperonzolo in cambio delle erbe del suo orto? Cosa chiede Tremotino? Cosa chiede la Bestia al padre di Belle? Le legge della sorpresa implica la forza del destino in atto, ma che la serie tv non mi forzi questo concetto per favore, sì il destino c’è e coinvolge tutti, ma la legge della sopresa non è semplicemente il fato ok!  è un chiaro topos ripreso dalle fiabe punto. Fiabe che ricorrono chiaramente più e più volte nei libri della serie. Il mondo di Geralt ha moltissime cose in comune col mondo di Once upon a time. Renfri era Biancaneve,  chiaramente, nel racconto, è chiaro questo, la storia di Renfri ricalcava in modo molto dark Biancaneve, le principesse rinchiuse nelle torri, gli specchi delle mie brame, gi uomini maledetti tramutati in bestie e salvati dal vero amore...tutti temi fiabeschi presenti volutamente nei racconti ma che la serie tv sembra restia. a mostrare. Sì le principesse le nomina...ma glissa sui sette nani, sullo specchio fatato, non vuole rendere visibile questo particolare e non so perchè. Voglio dire è chiaro che Pavetta e Duny i genitori di Ciri, hanno dei parallelismi con la bella e la bestia ma viene un poco glissato e soprattutto nella serie tv si è cambiato il finale di quella scena. Geralt che esige come pagamento dei suoi servigi la legge della sopresa sapendo che Pavetta è incinta e che Duny non lo sa e dice alla regina più o meno: Mi hai chiesto perchè i Witcher sono sempre di meno....come pagamento voglio una nuova recluta....E prima era stato anche detto da Sacco di topo che Geralt era stato reclutato allo stesso modo per diventare Witcher grazie alla legge della sorpresa. Perchè si usa così.
Non so perchè questo sia stato modificato...per far sembrare Geralt più umano, per sminuire la legge della sopresa? Boh. Mistero.
Poi forse sarà meglio dire cosa è il dimerituium anche se era già piuttosto chiaro nella serie tv. E’ un metallo particolare con la capacità di impedire il trasferimento di energia magica. Se usato contro un mago quindi (sottoforma di polvere, o in caso di cattura anche di catene o manette) lo rende del tutto inoffensivo.
Altra cosa per ora non vista nella serie, ma che certamente apparirà se non in questa nella prossima stagione: la religione del Continente.
Ci sono degli dei e ci sono delle sarcerdotesse e dei santuari...alcuni retaggio del mondo prima della convergenza delle sfere...e mi limito a questo perchè non vorrei dire troppo e rovinarvi delle sorprese.
Poi ci sono anche degli ordini di cavalieri legati a dei culti di divinità vedi Ordine della rosa bianca (presente nei libri della serie) e l’ordine della rosa fiammeggiante (presente nel videogioco e nato dalle ceneri della rosa bianca). In teoria questi cavalieri dovrebbero sopperire al sempre minor numero di Witcher e proteggere la popolazione dai mostri in realtà servono il loro priore o un nobile o un regno.
Per concludere un’ultimissima precisazione riguardo la serie tv, essa non è tratta solo dai racconti e dai libri della saga di Geralt di Rivia, ma anche dai videogiochi. Lo si è visto grazie al fatto che nelle prime puntate compare la strega Triss che nei libri è solo un personaggio estremamente secondario che compare poco, mentre nei videogiochi è estremamente presente ed è sia amica che rivale in amore di Yennefer. Nel videogiocho e nei libri è descritta come una donna dalla pelle chiarissima, capelli rossi e occhi azzurri credo, nella serie tv hanno preferito colori simili a quelli di Yenefer invece di mantenere il contrasto visivo tra le due.
Potrei dirvi anche cos’è o meglio chi è la Fiamma bianca che è stata nominata più volte da Fringilla ma...non voglio rovinarvi la sopresa e sinceramente non so se nella serie tv  manterraneo lo stesso significato che ha nei libri...che in realtà non è questo grande mistero è una cosa banale...qui invece ne stanno facendo un così grande mistero al momento, che non vorrei le avessero dato altri significati nella serie, quindi su questo non dico nulla.
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