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#Fantasia sottomarina
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Fantasia sottomarina (Roberto Rossellini, 1940)
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curiositasmundi · 10 months
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Com’è profondo il mare
La tragedia del Titan ci ricorda che per quanto uno possa essere ricco, non può  possedere gli oceani e sfidare le regole minime di sicurezza
Parlami, o Musa, dell’uomo che si tuffò nelle profondità del mare, ascoltando il richiamo della sirena del denaro. La morte di Stockton Rush, il milionario fondatore e Ceo di OceanGate, Inc. e pilota del Titan che brandisce il controller Xbox, è stata confermata giovedì scorso, dopo che il suo sommergibile personalizzato e fuori categoria è prevedibilmente imploso sotto la pressione di milioni di tonnellate d’acqua, uccidendo all’istante lui e i suoi quattro passeggeri. Accanto a lui è morto Hamish Harding, un miliardario britannico; Shahzada Dawood, milionario pakistano, e suo figlio Suleman; e il miliardario francese Paul-Henri Nargeolet, direttore della ricerca subacquea presso Rms Titanic, Inc., la società che sostiene di essere proprietaria del relitto del Titanic, e che ha dovuto saldare i propri debiti mettendo all’asta le reliquie del sito, una pratica comunemente nota come «scavafosse».
I tentativi di salvataggio da parte della Marina degli Stati uniti e della guardia costiera probabilmente sono costati milioni di dollari, dal momento che OceanGate era del tutto impreparato per qualsiasi tipo di operazione di ricerca e salvataggio nel mare aperto: la nave non aveva un localizzatore a bordo, ed era persino dipinta di bianco, il colore delle onde che si infrangono, rendendo quasi impossibile localizzarlo in superficie. La filosofia di Rush per la sua società di esplorazione sottomarina era: «Penso di poterlo fare in sicurezza e infrangendo le regole».
David Lochridge, ingegnere sottomarino, nel 2018 la pensava diversamente: sottolineò, tra gli altri difetti, che la porta di osservazione principale era valutata per reggere una profondità di immersione di soli 1.300 metri, meno di un terzo della profondità del fondale marino sul quale dorme il relitto del Titanic. Venne subito licenziato. Quindi ora, dopo anni di avvertimenti sulla sicurezza, lettere aperte e procedimenti legali, gli statunitensi finanziano l’inutile ricerca di giorni e giorni di un ago bianco in un pagliaio bianco, anche dopo che la Marina degli Stati uniti ha sentito la nave implodere.
La crociera di piacere a dodicimila piedi di profondità attorno al relitto del Titanic è l’ultima moda tra le acrobazie altamente pericolose e costose eseguite dai super ricchi che sono alla disperata ricerca di emozioni e disposti a spendere le enormi fortune estratte dai loro lavoratori. Il prezzo dell’ingresso in questa trappola mortale era di 250.000 dollari a persona. Cercando di vivere una fantasia alla Jules Verne, i passeggeri del Titan hanno raggiunto le ricche vittime del Titanic, che, quando affondò nel 1912, morirono anch’esse divise per classe: il 62% dei passeggeri di prima classe sopravvisse all’affondamento, rispetto al solo 25% dei passeggeri di terza classe.
La tendenza a lasciare che le classi subalterne anneghino continua ancora oggi. L’esempio più recente è il terribile capovolgimento di una nave che trasportava almeno cinquecento migranti al largo della Grecia, che ha ucciso almeno settantotto persone di cui sono stati ritrovati i corpi. In netto contrasto con lo sforzo multinazionale a tutto campo per salvare il Titan, la guardia costiera greca è stata accusata di mortale inerzia dopo aver scoperto la nave alla deriva e pericolosamente sovraffollata. È solo l’ultimo episodio di una costellazione di tragedie che coinvolgono i migranti nel Mediterraneo: tra il 2015 e il 2023, si stima che oltre ventiquattromila persone siano morte o disperse dopo essere partite per l’Europa, di cui oltre 1.100 solo quest’anno. È più di un Titanic ogni anno, ma non c’è lo stesso tipo di copertura mediatica.
In un mondo in cui abbondano i naufragi, perché siamo così ossessionati dal Titan e dal Titanic? È una combinazione di ricercatezza, prestigio e quel concetto di hybris classicamente greco. Personaggi importanti sono affondati con entrambe le navi: milionari, reali, magnati degli affari. Lo splendore della Grand Staircase del Titanic è stato reso in innumerevoli dipinti, documentari e film. E, naturalmente, c’è l’epiteto che stuzzica le orecchie di Poseidone: «Inaffondabile». È difficile per la persona media immaginare di possedere sia l’arroganza di rivendicare la vittoria totale sul mare, che l’influenza basata sulla propria certezza di lesinare sulle scialuppe di salvataggio.
Le dolorose odissee delle navi migranti non fanno vendere giornali perché, per prima cosa, quei giornali di solito fanno comunella con i regimi draconiani, disumani e vendicativi che consentono che i migranti subiscano questi destini orribili; e perché la miseria colpisce la maggior parte delle persone. Non tutti sono stati rifugiati, ma la maggior parte delle persone nell’era post-Covid sa com’è quando all’improvviso non puoi più permetterti la tua casa e devi trasferirti, o quando il cibo diventa assurdamente costoso, o il tuo lavoro scompare e ti trovi di fronte a scelte difficili e all’incertezza per te e la tua famiglia. Guardando il cambiamento climatico causato dall’uomo, un costo della vita astronomico e una prospettiva economica scadente, la maggior parte delle persone riconosce di essere molto più vicina ai rifugiati disperati di quanto non lo siano i politici, gli speculatori della guerra e i rapaci capitalisti.
La morte di chiunque è una tragedia, ovviamente, ed è terribile che i passeggeri del Titan siano morti in questo modo. Ma la loro morte cade in mezzo a un’ondata molto più ampia di sofferenze evitabili inflitte da gente come quella a bordo del Titan. Forse c’è un pizzico di ironia nel guardare proprio questi miliardari, che comprano relitti e sottomarini privati con i tesori accumulati dalla nostra società, umiliati da un tratto ineludibile della proprietà: lo ius abutendi, il diritto di distruggere, che il mare oscuro mantiene su qualsiasi nave.
 di Nicolas Boni - Jacobin italia
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tvln · 4 years
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fantasia sottomarina (it, rossellini 40)
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rrrauschen · 6 years
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roberto rossellini, {1940} fantasia sottomarina (undresea fantasy)
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der-papero · 3 years
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Andiamo a rubare con Papero - Lezione 5 (parte 3) - Ciulare una WiFi
Oggi si spiega, domani interrogo.
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Daaaaiii, non sarà così brutta, ve lo prometto. Però non posso evitarvela, e ve ne saranno altre, mettetevi l'animo in pace. Tutti i ladri devono conoscere come sono fatte le case, i sistemi di allarme, e tutti i vari meccanismi attorno, e qui non si fa eccezione. Ma vi giuro che farò quanto in mio potere per renderla digeribile. Senza questa spolverata di bit, non capireste di che cazzo sto parlando e cosa sta succedendo.
La mia idea è quella di "spalmare" la teoria quanto più possibile, in modo tale da farvela piacere (spero), e soprattutto non annoiarvi.
Oggi parleremo di un nuovo concetto, il Frame di Data Link. Domani vedremo le funzioni di hash.
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DOVE ANDATE, VENITE QUAAAAAA!
Sono due cose molto interessanti, fidatevi.
Iniziamo con il primo concetto, oggi capirete come fanno le vostre informazioni ad arrivare dall'altro lato del pianeta. Una figata spaziale, che a me lascia sempre a bocca aperta ogni volta che ci penso, e mi meraviglio ogni volta delle capacità umane.
Vi ricordate quando vi feci vedere quella figura, che mostrava un pacchetto di dati, con indirizzo di sorgente e di destinazione, e col messaggio dentro? Ecco, riprendiamolo, leggermente modificato:
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Adesso vi starete chiedendo: ma a che cavolo servono altri indirizzi? Non basta l'indirizzo di Joe per permettere a Lapo di inviargli un messaggio? Purtroppo no, e per spiegarvelo facciamo proprio l'analogia del sistema postale.
Supponiamo che abitiate a Roma e che stiate scrivendo una lettera con carta e calamaio a Sally, che abita nel New Jersey. Una volta deposti i vostri dolci pensieri sul foglio di carta, prendete una busta, piegate il foglio, inserite il foglio nella busta, fate una bella leccata per chiudere la lettera, e scrivete sul fronte mittente e destinatario. Ecco, questa operazione è l'equivalente del pacchetto evidenziato in rosso, ed è quello che abbiamo visto fino ad oggi, ovvero messaggio, mittente e destinatario.
A questo punto, uscite di casa e vi recate all'ufficio postale. L'impiegato/a vi guarda in modo scocciato, appone un francobollo, pagate, stampa due timbri così forte da far saltare il tavolo, ci attacca un adesivo con un numero di serie che non si sa che cazzo sia, e finisce lì. Più tardi, passa un furgone, con un altro/a impiegato/a, per ritirare tutte le lettere. Le mette in un sacco, e le carica sul furgone.
Ecco, a questa persona, del fatto che la vostra lettera stia partendo da Roma e stia andando negli Stati Uniti, non gliene può fregar di meno. Lei sa solo che deve partire dall'Ufficio Postale che sta sulla Salaria e andare al primo deposito di smistamento che sta a Centocelle (sparo zone a caso). Il corriere ha un suo indirizzo sorgente e un suo indirizzo di destinazione, che non hanno nulla a che fare con la vostra lettera. Una volta arrivato a Centocelle, il sacco viene aperto, e un dipendente (= router) legge che la lettera è diretta verso gli States.
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La consegna ad un altro dipendente, che va verso Fiumicino. Anche a questa persona non gliene cala proprio, sa solo che deve partire da Centocelle e andare a Fiumicino, amen.
Una volta in aeroporto, un altro addetto (= router) assegna le varie lettere ai diversi aerei in partenza. Mette la lettera per il New Jersey in uno scatolone, ci attacca un sacco di adesivi sopra che non si capisce una fava, e lo manda al tizio che carica le stive degli aerei. Adesso cambia proprio il sistema di "trasmissione", stavolta è in aria e non è su gomma. Al pilota del Boeing non gliene frega uno straaccidenti delle lettere, lui sa che deve volare da Roma Fiumicino all'aeroporto di New York, i suoi indirizzi sono FCO => JFK, la vostra lettera è stipata nella stiva.
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Arrivati negli USA, avviene il sistema al contrario, con indirizzi, tra un nodo e l'altro, sempre nuovi, perché negli States avranno sistemi postali completamente diversi dai nostri. Ogni volta che la vostra lettera arriva in un nodo, viene tolta dal sacco, ispezionata la destinazione, rimessa in un altro sacco ed affidato ad un ennesimo corriere, che avrà il suo indirizzo di partenza e di arrivo. Questo fino al postino finale, che consegnerà finalmente la vostra lettera a Sally.
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Bene. Internet funziona esattamente allo stesso modo, se guardiamo la cosa senza fare attenzione ai dettagli. Ancora una volta, sto ipersemplificando eh, ho saltato diverse parti, ma a me preme farvi capire come gira la ruota.
Ogni volta che il vostro pacchetto rosso esce da un nodo e parte verso un altro, viene infilato in un pacchetto blu, chiamato Data-Link Frame, che ha indirizzi sorgente e destinazione che hanno senso solo dal nodo A al nodo B. Una volta arrivato a B, viene "tolto dal sacco", quindi presa solo la parte rossa, il router valuta la destinazione, e lo infila in un altro pacchetto blu, con altri indirizzi di sorgente e destinazione, e inviato verso il nodo C. E così via, fino al punto finale di arrivo. Durante il viaggio, così come è capitato con la lettera, il pacchetto può viaggiare in migliaia di modi: ad esempio, parte dal vostro PC via WiFi, arriva al router e parte da lì su cavo telefonico, poi parte dal provider e tramite una fibra arriva ad un nodo geografico, da lì prende una tratta sottomarina e arriva ad un nodo "continentale", da lì viene sparato sul satellite che lo trasporta dall'altro lato del pianeta, e così via. Ad ogni "salto" (che in gergo tecnico e con molta fantasia si chiama "hop"), il pacchetto blu (che sarebbe il sacco del corriere o la stiva dell'aereo) viene distrutto e ricreato ogni volta, in formati sempre diversi, mentre quello rosso, ovvero la vostra lettera, rimane così come è, così come il suo formato.
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Questo è un esempio di come un pacchetto parte da casa mia e arriva fino al sito umt.edu negli USA, e quali sono i nodi intermedi che ha attraversato:
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Adesso credo inizi ad esservi chiaro perché serve il pacchetto blu: se il sistema postale fosse stato composto da postini che, a piedi, partono da casa vostra e vanno fino a casa di Sally, senza mai cambiare "mezzo", allora sì, sarebbe bastato il solo pacchetto rosso, al postino bastava sapere solo l'indirizzo di Sally. Ma la nostra realtà è un tantinello più complessa di così.
Internet, se volete, ha fatto proprio questo: ha "connesso" le reti, ovvero sistemi che si parlavano fino a ieri solo col pacchetto blu e che, essendo sistemi tutti diversi l'uno dall'altro (come quello postale americano rispetto a quello italiano), erano sistemi chiusi, ovvero se la cantavano e se la suonavano da soli. Non a caso qualcuno la chiama la “rete delle reti”.
I pacchetti blu possono avere le forme più assurde e complicate, a seconda di come è fatta fisicamente una rete. Nel caso delle Ethernet, WiFi e Bluetooth, diventano una roba che assomiglia a quella che vi ho disegnato, e gli indirizzi assumono la forma di sei gruppi esadecimali. Cosa questo significhi non ci interessa, vedetela come un numero di telefono composto da lettere e numeri, un identificativo unico, esattamente come l'indirizzo IP.
Durante il nostro hacking WiFi, di cui vedete un esempio fatto da chi - non si sa,
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quello che leggerete saranno indirizzi MAC ovunque, ecco il perché di questo spiegone.
Nel caso delle reti WiFi, oltre alla sorgente e alla destinazione, c'è un terzo indirizzo, chiamato BSS, che, per non farvela troppo complicata, è l'indirizzo del vostro Access Point, e che identifica tutta la rete WiFi. Tutti i terminali connessi alla stessa WiFi avranno ognuno il proprio indirizzo sorgente, un indirizzo di destinazione, e un BSS uguale, ovvero quello della rete alla quale appartengono. Ricordate questo punto, perché lo useremo per far cadere una intera rete WiFi (il motivo lo vedremo dopo).
Tutto bello, vero? ....
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miguelmarias · 2 years
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Rossellini/70: una mirada humana
No intentaré presentar a Roberto Rossellini, nombre de sobra conocido, sino más bien despejar numerosos equívocos que en torno a su obra y a su postura frente al cine circulan —últimamente con renovada fuerza— entre nosotros.
Todo el mundo ha oído hablar de Rossellini o ha leído parte de la abundante literatura que sobre él se ha escrito, entre la cual recomendaría la Lettre sur Rossellini, de Jacques Rivette (1), y la Défense de Rossellini, de André Bazin (2), que me parecen los acercamientos críticos más válidos a aquella parte de su obra que va de Roma, ciudad abierta a Te querré siempre. Sin embargo, pocas personas en España conocen verdaderamente a Rossellini, bien a través de su obra —ya que sólo se han estrenado, además de las dos citadas, Stromboli, Europa ‘51, El general de la Rovere y Fugitivos en la noche, casi siempre en malas condiciones, con retraso y en desorden—, bien personalmente.
Ei cine de Rossellini es un arte de la verdad. Su método consiste, por tanto, en evitar todo aquello que pueda alejarle de la verdad, todo lo que pueda interponerse entre él y la realidad del hombre. De ahí que Rossellini no busque la eficacia narrativa, ni intente lograr la perfección, ni considere la belleza como una meta, ni recurra a cualquier tipo de efectos para despertar en nosotros la emoción. Esto le ha llevado, desde el principio (desde Fantasia sottomarina, desde La nave blanca, desde Roma, città aperta), a rehuir cualquier tipo de artificio, a buscar un estilo lo más sencillo y directo posible. Humanista en el más noble y verdadero sentido de la palabra, Rossellini ha elegido al hombre como protagonista, y ha dedicado todos sus esfuerzos a seguirlo con atención y afecto a través de todas sus vicisitudes, intentando en todo momento comprender su comportamiento, en lugar de limitarse a juzgarlo.
La postura de Rossellini es, pues, de apertura, de atención, de curiosidad indiscriminada: todos los hombres son interesantes en tanto que son hombres. Rossellini lo es también, y por tanto está comprometido con ellos, está con ellos y no por encima. Esta negativa a adoptar una posición de superioridad, de omnisciencia, impide que su mirada sea despectiva, condenatoria o despiadada; sí, a veces, impúdica, en cuanto que se niega a embellecer sus personajes y nunca se ciega ante sus defectos.
Su cámara-microscopio intenta penetrar lo más posible en el fondo de sus personajes, intenta descubrir lo que ocultan, aunque siempre respetándolos, nunca violando su forma de ser.
Esta actitud profunda es la que ha llevado a Rossellini a convertirse en un cineasta revolucionario: negándose a aceptar las convenciones deformadoras, las tradiciones cinematográficas falsificadoras, y buscando, en cambio, un estilo límpido, claro y comprensible a través del cual contemplar sin prejuicios al hombre, ha tenido que crear una nueva forma de acercarse mediante el cine a la realidad que, si ha tenido predecesores (Lumière, Chaplin, Griffith, Stroheim, Renoir) y continuadores (Godard sobre todo, en cierto sentido), nunca ha llegado a un grado tan puro de realismo como en Rossellini.
Cuando en 1965, tras quince años de teoría de la «puesta en escena» —desarrollada principalmente por Cahiers du Cinéma, y hoy aceptada, tal vez inconscientemente, hasta por sus enemigos—, Godard dijo que la puesta en escena no existe, cundió el desconcierto entre los críticos, desconcierto que vino a sumarse al ya producido por la forma de hacer cine que estaban desarrollando las nuevas oleadas de cineastas. Sin embargo, Rossellini no había hecho nunca un «cine de puesta en escena»; es decir, que jamás se había limitado a reproducir de forma más o menos naturalista los movimientos de unos actores en un espacio dado y a comunicar, a través de sus evoluciones, de sus gestos y de sus palabras, un significado predeterminado en un guión. Por el contrario, Rossellini investigaba en el hombre y en la realidad que le rodea y que le influye, durante el rodaje —que ha sido siempre, junto a la exploración preparatoria de la situación general del momento, la etapa primordial de su creación—, procurando dejar en libertad a sus personajes, sin prejuzgar ni predeterminar su comportamiento. Por todo ello, Rossellini empieza por abandonar el plató y lanzarse a la calle con la cámara en la mano, sumiéndose en la realidad y procurando que el aparato industrial del cine no se interfiera entre su mirada y aquello que mira. Por eso no hace guiones e improvisa, por eso procura no utilizar actores profesionales —al menos para los papeles secundarios— o emplear tan sólo a aquellos a los que conoce bien personalmente. Además, Rossellini tiende a una captación global de la realidad, a darnos todos los elementos que la constituyen simultánea y conjuntamente tal como se nos presentan en la vida—, sin disociarlos, sin ocultar unos y potenciar otros, sin subrayar los que se suelen considerar más importantes, sin privilegiar ciertos momentos de la vida (los llamados «tiempos fuertes»). Para él, todo es importante en cuanto concierne al hombre, y por tanto todos los instantes de la vida deben interesarnos: no sólo aquellos en que el hombre actúa o padece, sino también aquellos en los que piensa, o no hace nada, en los que se limita a sentir, a vivir. En todo momento el hombre es hombre, y puede ser descubierto. Este es el motivo por el que sus películas no se configuran de acuerdo con las habituales estructuras narrativas, por el que su selección de escenas —ya que todo no puede filmarse— es diferente a la de cualquier otro director.
Esta confianza en el hombre le lleva a respetarlo, y con él a la realidad, que en ningún momento es distorsionada para que resulte más expresiva. Rossellini se coloca frente a las cosas y las personas y deja que, por sí solas, comuniquen su significado, a la vez que permite que el espectador, por su cuenta, intente descubrirlo. Por eso, el cine de Rossellini se basa en la mirada, en el emplazamiento justo de la cámara: a cierta distancia —para no eliminar ciertos factores relevantes—, pero no demasiado lejos; con cierta proximidad, pero no demasiado cerca. Surge así un constante y difícil equilibrio entre lo general y lo particular, una frágil, pero inquebrantable armonía entre lo interior y lo exterior. Es lógico, por tanto, que el estilo de Rossellini se haya hecho cada vez menos intervencionista, cada vez más imperceptible y por tanto más económico, que el montaje haya perdido importancia en favor del plano-secuencia, hasta desembocar en el invento de un travelling óptico que le permite, dentro de un mismo plano —es decir, en una unidad espacio-temporal continua— explorar los diversos niveles y aspectos de la realidad, situando todo suceso dentro de su contexto y todo personaje dentro de su ambiente, estableciendo de forma casi imperceptible las relaciones que existen entre los diversos elementos de cada escena.
El cine de Rossellini nace durante la guerra y toma forma en los años inmediatamente posteriores. Dado el carácter crítico de la situación, el derrumbamiento económico y moral que había sufrido el mundo y los intentos de reconstrucción que empezaban a ponerse en marcha, la tarea más urgente del cine era, para Rossellini, estudiar la realidad, ver en qué estado se encontraban sus respectivos países —u otros: Germania, anno zero— e intentar comprender cómo se había llegado hasta allí, intentando ver una salida. Por esto, Rossellini se dedica a explorar los últimos momentos de la guerra (Roma, città aperta, Paisà) y los problemas que se le plantean al hombre —en general, una mujer, o una pareja— en la incierta etapa de la postguerra, dominada por el desconcierto y por la solución individual y social (L'amore, Stromboli, terra di Dio, Europa ‘51, Dov'è la libertà…?, Viaggio in Italia, Angst).
En medio de este proceso, buscando actitudes válidas de enfrentarse a la situación y de actuar, Rossellini se interesa por el franciscanismo (Francesco, giullare di Dio), postura a la que se siente muy cercano y que tiene gran influencia en todas las películas que realizó durante aquellos años. Por otra parte, realiza varios experimentos, que le sirven para ampliar sus conocimientos y profundizar su dominio de la técnica cinematográfica (La macchina ammazzacattivi, Giovanna d'Arco al rogo).
Mientras tanto, la consideración crítica de Rossellini ha ido descendiendo en Italia, pues el tardío reconocimiento de la importancia de Roma, città aperta y Paisà se vio pronto sustituido por los más violentos ataques, desde todas las posiciones: II miracolo (segundo episodio de L'amore) es acusado de católico por la izquierda y de blasfemo por los cristianos; Europa '51 es condenada por todas las tendencias políticas y Aristarco lanza sobre su obra el anatema de la «involución». Tan sólo en Francia se dan cuenta de la importancia de su evolución y del ensanchamiento de perspectiva que significan films como Viaggio in Italia. Por otra parte, la escasa rentabilidad de sus películas, las campañas de la prensa sensacionalista, el carácter anticonvencional de sus métodos y su negativa a someterse a los imperativos de la producción cinematográfica hacen cada vez más difícil que Rossellini haga cine. Acabada en 1954 su última película con Ingrid Bergman, Angst (o La paura), Rossellini se encuentra sin trabajo y, tras tres años de inactividad forzosa, parte a la India para hacer un reportaje televisivo y una película (India), dando así un nuevo giro en su trayectoria creadora, tal vez aquella que, junto a la de Renoir y la de Godard, y dentro de una gran coherencia interna, ha cambiado con más frecuencia de dirección, en un intento de explorar nuevas zonas del cine y de la realidad y de no repetirse o estancarse.
De regreso en Europa, la necesidad le lleva a dirigir películas que no le interesaban demasiado (II generale Della Rovere) para poder poner en práctica sus ya bastante precisas ideas sobre el cine didáctico e histórico (Era notte a Roma, Viva l'Italia), casi siempre con grandes dificultades por parte de los productores (especialmente en Vanina Vanini). Finalmente, en 1962 y tras verse obligado a filmar una pieza teatral de Patroni Griffi (Anima nera) que no le interesaba en absoluto, decide romper con el cine y lanza un manifiesto en el que declara que aquél no cumple la importante función que tiene encomendada, y que se hace necesario llevar a cabo una labor didáctica que permita al hombre comprender el mundo que le ha tocado vivir.
De aquí surgen innumerables malentendidos. Cuando Rossellini rechaza el cine, no se refiere a éste como forma de expresión, sino al sistema de producción, distribución y explotación, que no permite que el cine cumpla su misión, imponiendo una serie de temas y de formas de tratarlos (estrellas, etc.) con el fin de obtener los máximos beneficios posibles, en vez de llevar a cabo una labor informativa y cultural que Rossellini juzga de gran importancia. Por tanto, Rossellini piensa, por un lado, que el cine industrial no hace lo que debía hacer y, por otra parte, se da cuenta de que los proyectos que ahora le interesan no pueden ser realizados en el marco de dicha estructura industrial. Opta, por tanto, por la TV., en teoría más interesada por programas de tipo cultural, y que le permite simultáneamente lograr una mayor difusión, una audiencia más vasta, y tratar con la amplitud y extensión necesaria los temas que le parecen importantes: un programa televisivo puede durar treinta minutos o estar constituido por doce episodios de una hora.
Aparte de esto, Rossellini no ha cambiado: sigue haciendo cine —pues no cree que haya una «especificidad televisiva» diferenciable de la cinematográfica—, pero producido y exhibido por la TV. Su estilo sigue siendo el mismo: si acaso, se ha simplificado, se ha depurado todavía más. Ha perfeccionado sus técnicas de forma que puede captar mejor y más totalmente la realidad, con mayor fluidez y con mayor economía. Su forma de mirar es también la que ya conocemos, la de Paisà o Viaggio in Italia. Si se quiere, ha cambiado lo que mira: su visión se ha hecho más amplia, más clara y más serena, y abarca más terreno, que se extiende ahora en todas direcciones, en el tiempo y en el espacio. Pero, en el fondo, su interés primordial es el mismo, el hombre, y su objetivo permanece invariable, aunque el camino elegido para alcanzarlo sea un poco diferente: comprender al hombre y colaborar a que el hombre se entienda a sí mismo.
Por esto he dicho que Rossellini es uno de los grandes humanistas de la Historia, y no en su acepción peyorativa —aplicable tan sólo a aquellos que utilizan al hombre como escudo, como excusa para desentenderse de todo aquello que le rodea—, sino en la más auténtica que cabe: la de un hombre que mira fraternalmente a los demás, intentando comprender igualmente sus defectos y sus virtudes, porque sabe que unos y otras forman parte de la naturaleza humana, y que él es semejante a ellos, y no mejor. Esta mirada humana sobre el hombre es la que hace la grandeza de Viaggio in Italia, Stromboli, terra di Dio, Europa '51 o La Prise de pouvoir par Louis XIV, grandeza que no debe nada a la belleza estética ni a la perfección técnica, y todo a la postura moral de Rossellini, a su mirada justa y objetiva, a su seriedad intelectual, a su honestidad artística y a su amor a la verdad: por eso los actores de Rossellini no actúan, palpitan; no interpretan, viven; no fingen, son, y en sus películas el estilo se limita a permitir que mire y que miremos, porque Rossellini no demuestra, muestra simplemente, y nos deja la libertad de pensar por nuestra cuenta, en lugar de imponernos su opinión.
(1) Cahiers du Cinéma, número 46, mayo 1955. Versión castellana: Carta sobre Rossellini, en Temas de Cine número 30, p. 48.
(2) Cinema nuovo, 25-8-55. Versión castellana: Defensa de Rossellini, en ¿Qué es el cine?, Ed. Rialp, p. 577.
Miguel Marías
Nuestro cine, nº 95 (marzo de 1970)
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corsatoemanuele · 4 years
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Gli orizzonti infiniti appartengono a coloro che hanno una fantasia infinita!❤️ ... .. . #goodmorning #bestoftheday #picoftheday #memories #emotions #postquarantena #amazing #crazy #sea #summer #sun #relax #italy #liberty #freedom #gayitaly #gayboysitalia #loveislove #cute #life #me #instamoment #gay #lgbtq🌈 (presso In Diga Sottomarina) https://www.instagram.com/p/CBFyg9ZqZ6y/?igshid=1vs1kz40s4oem
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freedomtripitaly · 4 years
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Il 28 maggio aprirà i battenti Legoland Water Park Gardaland, il primo parco tematico dedicato ai famosi mattoncini Lego atteso da tutti. Finalmente sono state annunciate anche le attrazioni che troveremo all’interno del parco. Dopo aver varcato la grande onda di mattoncini colorati del portale d’ingresso, gli ospiti si imbatteranno nel Lego River Adventure, un corso d’acqua che attraverserà gran parte dell’area del parco acquatico e che si potrà percorrere a bordo di gommoni personalizzabili. Si potrà scatenare la propria fantasia utilizzando grandi e morbidi mattoncini galleggianti per rendere unica la propria imbarcazione e poi rilassarsi mentre si viene trasportati dalla corrente del fiume. Il percorso attraverserà una suggestiva grotta dall’ambientazione sottomarina e costeggerà Miniland, l’area che ospita un centinaio tra i monumenti italiani più famosi, tutti realizzati con mattoncini Lego, dal Duomo di Milano al Colosseo, passando per la Torre di Pisa e la Basilica di San Marco. I “Models“, costruzioni esclusive realizzate con veri e propri mattoncini che ricreano soggetti e temi diversi, arricchiranno le varie zone: ne sono già state realizzate 240 utilizzando ben tre milioni di pezzetti colorati. L’area di Miniland @123rf Poi ci sarà l’area Beach Party, con zone gioco su più livelli e scivoli coloratiì. Tra queste, i cannoni che sparano acqua da ogni angolo e il grande secchio posizionato sulla torre. L’area Lego Creation Island sarà dedicata al momento del gioco attraverso la creatività e la scoperta. Dedicato specialmente ai bimbi più piccoli, si appassioneranno all’originale costruzione di barche personalizzate con i mattoncini per poi posizionarle nell’acqua facendole galleggiare per tutto il percorso. I bambini potranno anche realizzare creazioni con i mattoncini Duplo, decorare un grande castello di sabbia con i Lego e utilizzare grandi blocchi morbidi per costruire muri giganti. La mappa delle attrazioni @Ufficio stampa Un’altra attrazione sarà Duplo Splash pensata per piccoli avventurieri che vengono incoraggiati a imparare attraverso il gioco e ad approcciarsi ai primi scivoli: in questa zona i bambini e le loro famiglie potranno divertirsi a scoprire tutti gli animali acquatici che popolano i diversi luoghi del pianeta, dalla giungla alle regioni polari. Il divertimento è assicurato anche sugli scivoli di Jungle Adventures con discese adatte a tutti: a corpo libero, con il gommone, a cielo aperto o al buio, ognuno troverà lo scivolo perfetto su cui avventurarsi. L’attrazione Pirate Bay, con la sua grande piscina, sarà infine il luogo ideale per tutta la famiglia per nuotare, rinfrescarsi o semplicemente rilassarsi. L’ingresso alla vasca graduale permetterà ai bambini di avventurarsi in acqua e divertirsi giocando con i personaggi Lego fino a conquistare la fortezza dei pirati. Nell’area non mancherà il Legoland Shop – dove tutti gli amanti dei mattoncini Lego potranno fare acquisti – e un punto ristoro a tema, l’Harbour Restaurant, per una pausa veloce tra uno scivolo e un tuffo. Il parco a tema Legoland Water Park @123rf https://ift.tt/2NKs6PC Legoland, come sarà fatto il primo parco Lego d’Italia Il 28 maggio aprirà i battenti Legoland Water Park Gardaland, il primo parco tematico dedicato ai famosi mattoncini Lego atteso da tutti. Finalmente sono state annunciate anche le attrazioni che troveremo all’interno del parco. Dopo aver varcato la grande onda di mattoncini colorati del portale d’ingresso, gli ospiti si imbatteranno nel Lego River Adventure, un corso d’acqua che attraverserà gran parte dell’area del parco acquatico e che si potrà percorrere a bordo di gommoni personalizzabili. Si potrà scatenare la propria fantasia utilizzando grandi e morbidi mattoncini galleggianti per rendere unica la propria imbarcazione e poi rilassarsi mentre si viene trasportati dalla corrente del fiume. Il percorso attraverserà una suggestiva grotta dall’ambientazione sottomarina e costeggerà Miniland, l’area che ospita un centinaio tra i monumenti italiani più famosi, tutti realizzati con mattoncini Lego, dal Duomo di Milano al Colosseo, passando per la Torre di Pisa e la Basilica di San Marco. I “Models“, costruzioni esclusive realizzate con veri e propri mattoncini che ricreano soggetti e temi diversi, arricchiranno le varie zone: ne sono già state realizzate 240 utilizzando ben tre milioni di pezzetti colorati. L’area di Miniland @123rf Poi ci sarà l’area Beach Party, con zone gioco su più livelli e scivoli coloratiì. Tra queste, i cannoni che sparano acqua da ogni angolo e il grande secchio posizionato sulla torre. L’area Lego Creation Island sarà dedicata al momento del gioco attraverso la creatività e la scoperta. Dedicato specialmente ai bimbi più piccoli, si appassioneranno all’originale costruzione di barche personalizzate con i mattoncini per poi posizionarle nell’acqua facendole galleggiare per tutto il percorso. I bambini potranno anche realizzare creazioni con i mattoncini Duplo, decorare un grande castello di sabbia con i Lego e utilizzare grandi blocchi morbidi per costruire muri giganti. La mappa delle attrazioni @Ufficio stampa Un’altra attrazione sarà Duplo Splash pensata per piccoli avventurieri che vengono incoraggiati a imparare attraverso il gioco e ad approcciarsi ai primi scivoli: in questa zona i bambini e le loro famiglie potranno divertirsi a scoprire tutti gli animali acquatici che popolano i diversi luoghi del pianeta, dalla giungla alle regioni polari. Il divertimento è assicurato anche sugli scivoli di Jungle Adventures con discese adatte a tutti: a corpo libero, con il gommone, a cielo aperto o al buio, ognuno troverà lo scivolo perfetto su cui avventurarsi. L’attrazione Pirate Bay, con la sua grande piscina, sarà infine il luogo ideale per tutta la famiglia per nuotare, rinfrescarsi o semplicemente rilassarsi. L’ingresso alla vasca graduale permetterà ai bambini di avventurarsi in acqua e divertirsi giocando con i personaggi Lego fino a conquistare la fortezza dei pirati. Nell’area non mancherà il Legoland Shop – dove tutti gli amanti dei mattoncini Lego potranno fare acquisti – e un punto ristoro a tema, l’Harbour Restaurant, per una pausa veloce tra uno scivolo e un tuffo. Il parco a tema Legoland Water Park @123rf Sono state annunciate anche le attrazioni che troveremo all’interno del nuovo parco a tema di Gardaland.
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rickyguariento · 4 years
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Strani Incontri... #sottomarina #balena #whale #flyingwhale #balenavolante #straniincontri #strangerthings #fantasia #fantasy #giocareconlafantasia https://www.instagram.com/p/CEwCw-0I_0H/?igshid=17pxfh0vymfdv
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Fantasia sottomarina (Roberto Rossellini, 1940)
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metacsi · 9 years
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Ambientato nell'acquario del regista, si narra la vicenda di un sarago alle prese di svariate avventure.
Fantasia Sottomarina - Roberto Rossellini (1940)  
5 anni prima di “Roma Città Aperta”, Rossellini girò in pratica un corto di animazione in real life :D  
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