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#lewis citazione
princessofmistake · 5 months
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Ogni infelicità è in parte, per così dire, l’ombra o il riflesso di se stessa: non è soltanto il proprio soffrire, ma è anche il dover pensare continuamente al proprio soffrire.
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-Diario di un dolore, C.S.Lewis
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"If everybody minded their own business, the world would go around a great deal faster than it does."
~Charles Lutwidge Dodgson alias Lewis Carroll
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umi-no-onnanoko · 7 months
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lunamarish · 2 years
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Tra me è il mondo c’è una sorta di coltre invisibile. Fatico a capire il senso di quello che mi dicono gli altri. O forse, fatico a trovare la voglia di capire. È così poco interessante. Però voglio avere gente intorno. Ho il terrore dei momenti in cui la casa è vuota.
C. S. Lewis, Diario di un dolore
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 90/100
Incipit 90/100
“Alice cominciava ad essere veramente stufa di star seduta senza far niente accanto alla sorella, sulla riva del fiume. Una o due volte aveva provato a dare un'occhiata al libro che sua sorella stava leggendo, ma non c'erano né figure né filastrocche. "Che me ne faccio di un libro senza figure e senza filastrocche?" pensava Alice. A dire la verità non era possibile pensare molto, perché faceva tanto caldo che Alice si sentiva tutta assonnata e con le idee confuse: adesso si stava domandando se valesse la pena di alzarsi e raccogliere fiori per fare una ghirlanda di margherite, quando ecco che improvvisamente le passò proprio davanti un Coniglio Bianco, con gli occhi rosa.”
(Alice nel paese delle meraviglie, di Lewis Carroll – trad. Tommaso Giglio)
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elettrocardiodramma · 11 months
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"Mi ami?" chiese Alice. "No, non ti amo!" rispose il Bianconiglio. Alice si accigliò e giunse le mani come faceva ogni volta che si sentiva ferita. "Vedi?" rispose il Bianconiglio. "Ora inizierai a chiederti cosa ti rende così imperfetta e cosa hai fatto di sbagliato perché io non possa amarti almeno un po'. Sai, è per questo che non posso amarti. Non sarai sempre amata Alice, ci saranno giorni in cui gli altri saranno stanchi e annoiati dalla vita, avranno la testa tra le nuvole e ti faranno del male. Poiché le persone sono così, in qualche modo finiscono sempre per ferire i sentimenti reciproci, sia per negligenza, incomprensioni o conflitti con se stessi. Se non ti ami, almeno un po', se non ti crei intorno al cuore una corazza di amor proprio e di felicità, i deboli fastidi causati dagli altri diventeranno letali e ti distruggeranno. La prima volta che ti ho visto ho fatto un patto con me stesso: "Eviterò di amarti finché non imparerai ad amarti".
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amacongliocchi · 1 year
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Sto cadendo giù e questa volta ho paura che non ci sia nessuno a salvarmi.
Questo tutto o niente è veramente riuscito a farmi
impazzire.
Ho bisogno di qualcuno da guarire,
qualcuno da conoscere,
qualcuno da avere,
qualcuno da stringere.
È facile a dirsi ma non è mai lo stesso.
Immagino che mi piacesse il modo in cui tu lenissi
tutto il dolore.
Ora il giorno sanguina nel tramonto,
e tu non sei qui per farmi affrontare tutto.
Ho abbassato la guardia e mi hai fatto crollare,
mi stavo abituando ad essere qualcuno che tu amavi.
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fotopadova · 1 year
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Walker Evans. Parte terza: grandezza e contraddizioni
di Paolo Felletti Spadazzi
 --- Un nuovo modo di vedere
-- Quando ci narra la storia della fotografia in America, Susan Sontag (Sontag 2004) inizia con una citazione di Walt Whitman (1819-1892), il padre della poesia americana, secondo il quale "ogni oggetto o condizione o combinazione o processo esprime una sua bellezza". Secondo Sontag "la fotografia americana è passata dall'affermazione all'erosione e da questa alla parodia del programma di Withman. Il più edificante personaggio di questa storia è Walker Ewans", la cui poetica."deriva ancora da Whitman, e precisamente dall'abbattimento delle discriminazioni tra bello e brutto, tra importante e banale". Questo modo di vedere ricorda una citazione del Talmud che Guido Guidi ama ripetere: “Ovunque tu guardi c’è qualcosa da vedere”. Walker Evans ci insegna a vedere in modo diverso le cose di ogni giorno, un po' come fece la pop art negli anni '60, usando oggetti quotidiani come le bottiglie di Coca Cola o le lattine di zuppa al pomodoro.
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A sinistra: Walker Evans, Griglia per  camion,  Connecticut (1973). A destra:. Robert Rauschenberg, Auto  con telone (1979)
 Anche il famoso illustratore Saul Steinberg (1914-1999) avrebbe affermato che Evans ha insegnato a vedere a tutta una generazione (Katz 1971).
John Szarkowski, nella sua introduzione alla retrospettiva su Evans esposta al MoMA nel 1971, scrive: "Le immagini di Evans hanno ampliato il nostro senso della tradizione visiva utilizzabile e hanno influenzato il modo in cui ora vediamo non solo altre fotografie, ma anche cartelloni pubblicitari, discariche, cartoline, stazioni di servizio, architettura vernacolare, strade principali e pareti delle stanze."
Nel 1933 il Museum of Modern Art espone "Walker Evans: Photographs of 19th Century Houses", che è la prima mostra fotografica personale allestita da un importante museo negli Stati Uniti.
Nel 1938, in occasione della celebre personale di Evans, American Photographs, sempre al MoMA, Thomas Mabry, direttore del Museo, osservava che Evans era ritenuto dai suoi ammiratori uno dei più grandi fotografi americani viventi.
Tuttavia, un incremento ancora maggiore della popolarità di Evans derivò dalla mostra retrospettiva del 1971 e dalla relativa pubblicazione, entrambe curate per il MoMa da John Szarkowski.
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1971. Copertina della monografia su  Walker Evans curata da John Szarkowski insieme alla omonima esposizione  allestita al MoMA
 A tale proposito Lewis Baltz afferma che “a metà degli anni settanta il prestigio di Evans era così assoluto da far pensare che in America non fosse possibile intraprendere alcuna ambiziosa attività fotografica senza invocarne il nome [...] Per moltissimi fotografi americani Evans è quello che Cartier-Bresson è per i francesi: un artista con un retaggio inesauribile”
Numerosi altri storici e critici collocano Evans fra i fotografi più influenti e famosi del 20° secolo (Hilton Kramer, Bruce Jackson, David Campany, Philippe De Montebello e Maria Morris Hambourg).
In particolare Hilton Kramer (1928-2016), noto critico e saggista statunitense, nella sua introduzione alla biografia di Walker Evans redatta da James Mellow (Mellow 2001), afferma che "è stato riconosciuto da lungo tempo che Walker Evans è stato in America il più grande fotografo della sua generazione. Ciò che viene riconosciuto meno spesso è che è stato anche una delle figure emblematiche nell'arte e nella cultura del suo periodo storico".
Naturalmente una personalità di spicco come quella di Evans non poteva che dividere le opinioni del suo pubblico, in particolare all'inizio della sua carriera. Ad esempio, il fotografo Ansel Adams scrisse che le fotografie di Evans gli avevano fatto venire un'ernia (Rathbone 1995).
Tra i fotografi italiani che riconoscono l'importanza di Evans per la propria formazione ricordiamo Luigi Ghirri (Ghirri 2021), che scrive "Evans è l’autore che ho amato, amo e stimo più di ogni altro e che sento più vicino. Ho visto le fotografie di Evans nel 1975, e ritengo sia stato fondamentale per il mio lavoro, per quello che avevo fatto e stavo facendo e per il suo successivo sviluppo” (Ghirri 2021).
Gabriele Basilico, parlando di Evans, affermò: “penso sia stato il mio vero grande maestro segreto, un riferimento etico e estetico che ha molto influenzato il mio lavoro” (Gasparini 2016).
Michele Smargiassi, che ha curato una recente monografia su Evans (Smargiassi 2021), lo definisce "il più misterioso, sfuggente, contraddittorio (azzardiamo: anche il più grande) dei fotografi americani".
 B/N o colore?
Secondo Oscar Wilde "La fedeltà è per la vita sentimentale ciò che la coerenza è per la vita intellettuale: semplicemente la confessione di un fallimento". E l'attività di Evans, coronata da indubbio successo, non è stata certo esente da aspetti contraddittori che accenneremo di seguito.
Consideriamo dapprima il rapporto di Evans con la fotografia a colori.
Evans sosteneva che la pellicola a colori può essere usata validamente quando la caratteristica di un soggetto è la sua volgarità e quando il colore proviene dalla mano dell’uomo.
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1958.  Architectural Forum, Color Accidents
 Anche se le fotografie più conosciute di Evans sono in bianco e nero, occorre ricordare che realizzò, tra il 1945 e i 1965, ben nove memorabili portfolio con fotografie a colori per la rivista Fortune e la serie "Color Accidents", tutta imperniata sul colore, per la rivista Architectural Forum.
Però, in un'intervista del 1971, quando Paul Cummings gli chiese se era mai stato interessato dalla fotografia a colori, Evans rispose che aveva fatto fotografie a colori in alcune occasioni, ma non lo approvava molto. E soggiunse "Perché credo che il colore non sia ancora veritiero. Inoltre credo che non ce ne sia bisogno. E che non sia nemmeno durevole".
In un'altra occasione disse che uno degli aspetti positivi del colore è la sua deperibilità.
Quando, a partire dal 1973, cominciò ad utilizzare compulsivamente una Polaroid SX-70, ebbe a dire: "Un anno fa avrei detto che la fotografia a colori era volgare. Il paradosso è una mia abitudine. Ora mi dedicherò con grande cura al mio lavoro a colori" (Mora 2004).
 Niente politica
Altri aspetti contraddittori possono essere osservati nel rapporto di Evans con la politica e, in particolare, con l'establishment americano dell'epoca, di cui si è fatto cenno anche nella seconda parte.
Evans espresse più volte le sue riserve nei confronti della fotografia che pretende di cambiare il mondo.
Tuttavia, nel 1933, all'inizio della sua carriera, Evans accetta un lavoro con rilevanti aspetti politici. L'editore J. B. Lippincott chiede a Evans di realizzare le fotografie per un libro del giornalista radicale Carleton Beals (The Crime of Cuba) che costituisce una violenta accusa agli interessi del capitalismo nordamericano, che proteggevano la brutale dittatura del presidente cubano Gerardo Machado. Alcune delle 31 fotografie che vengono scelte da Evans per la pubblicazione, tra le centinaia di scatti eseguiti, sembrano riflettere l'impegno politico del libro.
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1933 L'ultima fotografia di The  Crime of Cuba. Compaiono le scritte Abbasso la guerra Imperialista e Appoggiamo  lo sciopero dei lavoratori di sigari
 Due anni dopo Evans viene reclutato dalla Resettlement Administration, divenuta in seguito Farm Security Administration (FSA). La principale finalità della sezione Storica della FSA, dove viene arruolato Evans, è di documentare, ai politici e a tutti i cittadini americani, la povertà rurale seguita alla grande depressione del '29, anche per giustificare i conseguenti interventi governativi di sostegno. Una nota redatta a mano da Evans in tale occasione, nella quale elenca le richieste da fare al suo nuovo datore di lavoro, si conclude con la frase "NO POLITICS whatever" (Niente politica, in nessun modo).
Infine, nel 1938, in una nota introduttiva (non pubblicata) al proprio libro fotografico American Photograph, ritiene necessario precisare che le fotografie "sono presentate senza sponsorizzazioni o collegamenti con le direttive, estetiche o politiche, di nessuna tra istituzioni, pubblicazioni o agenzie governative per le quali è stato svolto parte del lavoro".
Si registra quindi un continuo tentativo da parte di Evans di dimostrare di aver effettuato le riprese in modo totalmente indipendente dalle finalità del proprio committente, anche se in certi casi come quello di Cuba, il risultato finale è stato evidentemente utilizzato anche con fini politici.
Nonostante questa asserita disaffezione per la politica, nel 1971, quando fu intervistato da Leslie Katz, Evans affermò: "All'epoca ero davvero antiamericano. (al ritorno da Parigi 1927-1930) L'America era un grande business e volevo scappare. Mi ha nauseato. La mia fotografia è stata una reazione semiconscia contro il retto pensiero e l'ottimismo; era un attacco all'establishment" (Katz 1971).
A quanto pare, quello che Lewis Baltz definisce "il più americano dei fotografi" (Baltz 2014), potrebbe forse essere stato, allo stesso tempo, il più antiamericano di essi.
Bibliografia
Baltz, Lewis (2014). Il più americano dei fotografi, in Scritti, Monza: Johan & Levi (ed. or. 2013)
Beals, Carleton (1933). The Crime of Cuba. Philadelphia: J. B. Lippincott,.
Cummings, Paul (1971), Oral history interview with Walker Evans, Oct. 13-Dec. 23, Archives of American Art, Smithsonian Institution https://www.aaa.si.edu/download_pdf_transcript/ajax?record_id=edanmdm-AAADCD_oh_212650
Evans, Walker (2012). American Photographs, New York: Museum of Modern Art (ed.or. 1938)
Gasparini, Laura (a cura di) (2016). Walker Evans. Italia, Milano: Silvana Editoriale
Ghirri, Luigi (2021). Niente di antico sotto il sole, (scritti e interviste a cura di Francesco Zanot), Macerata: Quodlibet.
Katz, Leslie (1971) in Bertrand, Anne ed. (2017). Walker Evans. Le Secret del la Photographie. Entretien avec Leslie Katz, Parigi, Centre Pompidou parzialmente riportata in: https://americansuburbx.com/2011/10/interview-an-interview-with-walker-evans-pt-1-1971.html
Mellow, James R. (2001). Walker Evans, New York, Basic Books
Mora, Gilles; Hill, John T. (2004), Walker Evans: The Hungry Eye, LondonThames & Hudson (prima ed. 1993)
Rathbone, Belinda (1995). Walker Evans: A Biography, Boston: Houghton Mifflin Harcourt
Smargiassi, Michele (ed.) (2021). Walker Evans, Roma: Roberto Koch Editore
Sontag, Susan (2004). Sulla fotografia, Torino: Einaudi, (ed. or. 1973)
Szarkowski, John (1971). Walker Evans, New York: MoMA 
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buscandoelparaiso · 1 year
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happy friday y’all, too much new music to have it in tags so,
- lewis capaldi’s new album makes me wanna throw myself off a cliff so 9/10 he’s a lyrical genius, even better than ed sheeran imo  - let me scream in italian now, LA CANZONE NUOVA DI CARL BRAVE RAGAAAAAAAAAAAAA, go listen to ‘Lieto Fine’ !!!!!!!!!! - gazzelle’s new album also makes me wanna d** so 9/10 for him too, the song called ‘E pure..’ makes me wanna put my head in a turned on oven so i consider this a win (don’t even make me start on Roma because I might cry) - Anne Marie’s new song with Shania Twain it’s identical to another very famous song but i can’t tell which one and i’m going crazy - PINGUINI TATTICI NUCLEARI DID IT AGAIN!!!!!!!!!!!!!!!!! la citazione di pastello bianco mi ha fatto volare non vedo l’ORA del concerto di san siro sono gia pronta ad implodere,,, boppone estivo secco comunque (go listen to REGALAMI LA NOTTE)  - The italian OST for The Little Mermaid contains songs from italian treasure Mahmood and THEY.ARE.SO.GOOOD. the movie looks quite bad but nobody beats disney songs in italian, sorry - voglio sapere con chi ce l’ha rhove nella canzone nuova che ha fatto uscire, chi e’ che si droga prima dei concerti senza dirlo ai fan??????????????? 
i believe that’s all..enjoy&have a great weekend!!!!! 
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princessofmistake · 5 months
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E il dolore assomiglia sempre alla paura. Forse, più esattamente, alla tensione. O all’attesa: andare su e giù in attesa che succeda qualcosa. Dà alla vita una sensazione di perenne provvisorietà. A che scopo cominciare qualcosa? Non ne vale la pena. Mi è impossibile star fermo. Sbadiglio, cincischio, fumo troppo. Prima avevo sempre troppo poco tempo. Adesso non c’è altro che tempo. Tempo quasi allo stato puro, vuota sequenzialità. Una carne sola. O, se si preferisce, una nave. Il motore di dritta è andato. Io, il motore di sinistra, devo tirare avanti in qualche modo fino al porto. O meglio, fino alla fine del viaggio. Come posso essere sicuro che esista un porto? È molto più probabile una costa sottovento, una notte nera, una burrasca assordante, frangenti di prua – e se da terra brillano luci, saranno certo lanterne agitate da chi mi vuole fare naufragare sugli scogli.
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sandrapenelope · 5 months
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Focaccia salata glassata al miele
Perdonare è come liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero eri tu Lewis B. Smedes Christian Loffler, Haul Io ho scoperto una decina di anni fa che questa citazione è VERA.Tutto il tempo che si spreca nella vita a portare rancore, a odiare e a non perdonare è tempo buttato via.E il tempo, in questa vita, è la nostra unica ricchezza.Il TEMPO per capire, per fare, per…
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tiseguiro · 1 year
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Breviario Laico, UN MANTO DI SANGUE
24 Gennaio 2023/in Riflessioni con Card. Ravasi
La guerra è il prodotto di una corruzione precedente e, al tempo stesso, produce nuova corruzione. / Il sangue è il ricco manto del dio delle armi.
LEWIS MUMFORD / CHRISTOPHER MARLOWE
Siamo sempre immersi nelle tensioni, nelle paure, nella violenza. Le guerre clamorose del passato hanno lasciato spazio a conflitti infiniti e striscianti ed è perciò sempre attuale meditare sul sangue versato da Caino, un sangue che cola nei secoli striando tutte le terre del nostro pianeta, «aiuola che ci fa tanto feroci», come diceva Dante (Paradiso XXII, 151). Abbiamo scelto oggi due frasi emblematiche. La prima è di un sociologo statunitense, Lewis Mumford (1895-1990), che aveva esaltato la necessità per uomini e donne dì ritrovarsi «comunità», così da ricomporre in unità un’umanità frantumata. Egli ci ammonisce sull’illusione di usare la guerra come strumento di giustizia. Essa non solo non sana squilibri e illegalità preesistenti, ma ne aggiunge altri, in una catena di corruzione e perversione.
Questo vale anche per la vita privata: con la violenza e l’odio non si sana mai nulla, né si placa un contenzioso; anzi, lo si accende ulteriormente. Il coraggio di spezzare la catena del male è nella scelta della non violenza, del perdono, della generosità. Ma sullo sfondo rimane la grande tentazione: tanti sono, infatti, gli adepti che si prostrano davanti al dio delle armi, il cui manto è rosso di sangue, come il drago dell’Apocalisse (c. 12) che tenta di sbranare la donna e il bambino. È il drammaturgo cinquecentesco inglese Christopher Marlowe a ricordarcelo nella seconda citazione, un verso di grande efficacia. Esso risuona come un monito, quando siamo tentati anche noi di offrire il nostro granello di odio in sacrificio a questo dio delle armi.
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori
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umi-no-onnanoko · 1 year
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raevynfly · 3 years
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magismagisque · 3 years
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Il segreto, cara Alice, è circondarsi di persone che ti facciano sorridere il cuore. È allora, solo allora, che troverai il Paese delle Meraviglie.
Lewis Carrol
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