«Voglio che qualcuno che mi dica cosa indossare ogni mattina. Voglio qualcuno che mi dica cosa mangiare, cosa amare, cosa odiare, per cosa arrabbiarmi, cosa ascoltare, quale band seguire, quali biglietti comprare, su cosa scherzare, su cosa non scherzare. Voglio che qualcuno mi dica in cosa credere, per chi votare, chi amare e come dirglielo. Io voglio che qualcuno mi dica come devo vivere la mia vita, padre, perché finora penso di aver sbagliato tutto e so che è per questo che molti cercano persone come te nella loro vita, perché tu dici loro come vivere. Dici loro cosa fare e cosa otterranno alla fine. E anche se non credo alle tue stronzate, e so che scientificamente niente di ciò che farò, farà la differenza, ho paura lo stesso! Perché ho paura lo stesso? Quindi dimmi cosa fare. Dimmi cosa cazzo fare, padre!».
두려움에 떠는 인생은 진짜 인생이 아니다 하지만 겁쟁이였던 나는 항상 두려움에 떠는 인생을 살았다 세상이 알아주지 않을까 두려워 뒤쳐질까 두려워 거절 받을까 두려워
Non stai vivendo veramente... se vivi sempre nella paura. ma siccome ero un codardo, vivevo nella paura costante. preoccupato che il mondo non riconoscesse il mio valore, che sarei rimasto indietro, e che sarei stato respinto.
È da tutta la mia vita che rincorro la perfezione...e ho fallito. Ho fallito non so quante volte. E l'aver fallito così tanto, mi ha portato a dubitare di me stesso. Perfino a disprezzarmi, senza mai dirlo a nessuno.
La mattina dopo la morte di Muck e Penkala ho visto un soldato scavare una buca con le mani. Aveva le unghie spezzate ma continuava. L’ho allontanato. Non per lui, ma per noi. La paura è veleno in guerra. La sentono tutti ma non la mostrano. Non si può. È distruttiva e contagiosa.
È difficile trovare una persona capace di rispettare questo silenzio. Rispettarlo. Ma anche riempirlo. Non lasciarlo alle ombre. Perché il silenzio è l'acqua in cui nuotano. Mi sa che con gli anni accumuliamo facce, angolazioni, caratteri. Con la vita diventiamo poligoni. Il dolore crea buchi nella trasmissione della memoria. Poi ognuno li riempie come può.
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