Avrei potuto registrare tutto di nuovo una volta tornata a casa visto che c'era vento questa mattina alle 6 quando ho registrato questi 3 minuti mentre camminavo in spiaggia. Ma poi mi sono detta che proprio il vento e i rumori che disturbano l'ascolto fanno parte della parte 'grezza' dei miei tre minuti che quando li registro a casa, nonostante non ci aggiunga niente (niente editing niente ripuliture) risultano sempre troppo puliti. Ecco allora tre minuti sporchi e grezzi, mentre cammino la mattina presto in spiaggia. E c'è sempre la trascrizione, nel caso fosse difficile capire le parole.
TRASCRIZIONE [ENG translation below]
Stamattina per la prima volta, dopo un bel po' di tempo, sono tornata a camminare la mattina molto presto al Poetto. Non è prestissimo però, per essere qui alle 6 significa uscire di casa e svegliarsi così, presto.
Siamo in piena estate, quindi le notti sono molto calde e si dorme in modo un po' disordinato.
Quando veniamo a camminare la mattina presto, la mia routine è quella di buttarmi un po' d'acqua sul viso e lavarmi i denti, non faccio mai colazione e praticamente mi vesto con gli occhi chiusi perché non sono una persona molto loquace la mattina, non mi piace parlare appena alzata.
La mia giornata inizia di solito dopo la prima tazzona di caffè e come già detto, quando cammino la mattina preferisco venire senza bere il caffè perché altrimenti poi il tazzone mi si sciaborda nello stomaco mentre cammino.
Si sta facendo molto caldo, per cui diventa problematico fare attività fisica dopo una certa ora, perch´ sirischia il collasso.
La popolazione della mattina è meravigliosa. La spiaggia la mattina è fantastica. Quando poi si viene giorno dopo giorno ci sono tutti i personaggi che si incontrano, adesso ho appena incrociato la gattara coi suoi piattini che dà da mangiare le crocchette ai gattini, adesso mi sta venendo incontro un gruppo di tre signori panciuti e anziani che chiacchierano e disquisisce sulle cose della vita, probabilmente lavoro, tasse e quelle signore che incontravo un tempo quando venivamo qui "Buon giorno!" Ecco, mi hanno riconosciuto nonostante tutto il tempo passato.
A volte si incrociano anche dei ragazzi e delle ragazze che sono ancora qua dopo aver fatto le ore piccole la notte precedente. E' bello, come sentite c'è vento, quindi è una giornata ventosa. Ho appena incrociato delle ragazze che evidentemente hanno trascorso la notte sulla spiaggia perché avevano la faccia di persone che hanno fatto la notte e venivano dalla spiaggia.
TRANSLATION
This morning, for the first time in a while, I went back to walking along the Poetto beach early in the morning. It's not super early, but being here at 6 means leaving the house and waking up so early. We're in the middle of summer, so the nights are very hot and sleeping is a bit disordered.
When we come to walk in the morning early, my routine is to splash some water on my face and brush my teeth. I never have breakfast and basically, I get dressed with my eyes closed because I'm not a very talkative person in the morning. I don't like to talk right after waking up. My day usually starts after my first big cup of coffee and as I mentioned before, when I walk in the morning I prefer to come without drinking coffee because otherwise, I'll be too jittery in my stomach while walking. It's getting very hot, so it becomes problematic to do physical activity after a certain hour because you risk collapsing.
The morning crowd is wonderful. The beach in the morning is fantastic. Then, as days go by, all the characters start to show up. Just now, I crossed paths with the lady who feeds the kittens with her little bowls of kibble. Now she's coming toward me. There's a group of three elderly bellied gentlemen chatting and discussing life matters, probably work, taxes, and those ladies I used to meet when we came here. "Good morning!" There you go, they recognized me despite all this time that has passed. Sometimes, you also come across boys and girls who are still here after staying up late the previous night. It's nice, as you can feel, it's windy, so it's a windy day. I just crossed paths with some girls who clearly spent the night on the beach because they had the look of people who stayed up all night and came from the beach.
0 notes
Il segreto di Maria
La giornata era bellissima, nonostante fosse novembre Maria prendeva il sole sdraiata nella spiaggia del Poetto, aveva appena fatto il bagno e ora si godeva i raggi del sole caldo che le scaldavano la pelle.
Si sentiva molto fortunata ad essere nata in quest’isola, ma come tutti i grandi amori certe volte sentiva il bisogno di fuggire lontano. Era stata a Milano per 1 anno e poi il lockdown l’aveva costretta a tornare.
Era felice di essere di nuovo in Sardegna, ma questa terra, bella e dannata, le faceva tornare in mente il passato, un passato che non voleva più ricordare, quel maledetto segreto che non la faceva respirare la notte, il motivo per cui era partita a Milano; per cambiare vita e non pensarci più.
Ora avrebbe dovuto nuovamente fare i conti con i fantasmi della sua vita, o forse finalmente la vita l'avrebbe lasciata libera.
Prese dalla borsa la sacca con i bottoni, li collezionava fin da quando era adolescente e portava con se sempre un sacchetto con i suoi pezzi preferiti, non sapeva perché ma questo sacchetto la metteva in pace col mondo.
Le sembrava quasi che quel sacchetto, pieno di bottoni colorati e lucenti, fosse un suo portafortuna, non si muoveva di casa senza, non si fidava, si sentiva come nuda.
Quel giorno maledetto lei lo aveva scordato a casa, altrimenti non sarebbe successo; si rimproverava sempre per questo. Da quel giorno aveva giurato a se stessa che non se ne sarebbe più separata.
Per quei pochi momenti in cui non poteva portarselo appresso (sotto la doccia o quando faceva il bagno al mare) aveva trovato un rimedio: aveva scelto i due bottoni più belli e si era fatta realizzare un girocollo, questo non lo toglieva mai.
Era stata così stupida quella volta ad uscire senza; ricorda ancora che stava per metterli in borsa ma poi era stata distratta dalla voce di Enrico e, insomma, si era dimenticata.
Enrico, il suo fidanzato. Quanto era innamorata di quel ragazzo! Per lui aveva e avrebbe fatto di tutto; certo lui era un po' particolare tanto che alla mamma non piaceva per niente. Spesso sentiva i genitori che parlavano sottovoce, allora si nascondeva e tendeva le orecchie per ascoltare; la mamma sosteneva che Enrico non le piaceva perché pensava fosse una persona ambigua. Allora papà rispondeva sempre con le stesse parole “anche a me non piace, ma se lei è felice lasciamole vivere la sua vita” e la discussione si fermava qui.
Quando soffriva per questo! Almeno il padre capiva, ma lei perché continuava a stargli addosso? Perché questo odio verso quel ragazzo, cosa le aveva fatto?
Enrico si era accorto di questo astio tanto è che aveva iniziato a non voler più andare a casa, diceva che sua madre lo metteva in soggezione, passava a prenderla ma aspettava fuori di casa. Quel giorno infatti dimenticò i bottoni perché lui era in anticipo e non voleva farlo aspettare troppo e così usci di corsa senza i suoi gioielli, tra l'altro all'epoca non aveva ancora neanche il girocollo.
Lui era fuori che aspettava. Era ubriaco fradicio e forse si era fatto pure qualche altra cosa. Parlava strascicando le parole e non si capiva cosa dicesse. Riuscì a portarlo via prima che i genitori lo vedessero in quelle condizioni, e cercò di farlo calmare e di capire cosa fosse successo.
Lui disse che dovevamo andare a casa sua, poi aggiunse, ridendo, che l’aspettava una sorpresa. Non capiva più nulla! Non entrava a casa sua da un pezzo, ogni volta trovava delle scuse per non farla entrare e Maria aveva desunto che si vergognava di quella casa popolare, piccola e mal tenuta, nel quartiere di Sant’Elia.
Quindi doveva essere veramente una bella sorpresa se dopo anni la portava da lui. Arrivati davanti all’ingresso lui le chiese di chiudere gli occhi, cosa che fece, lui apri il portoncino e la guidò verso la taverna, lo sentì che armeggiava con le chiavi e aprì. “Sorpresa!” esclamò! “ora puoi aprire gli occhi”.
La nonna era li, seduta in una poltrona al centro della stanza. Si avvicinò per salutarla ma lei non rispose, aveva gli occhi aperti ma sicuramente era sedata, cazzo era prigioniera in casa sua.
Non poteva credere ai suoi occhi! Si sentiva come dentro un film dal quale voleva uscire al più presto. Non capiva più nulla e iniziò a tremare. Guardò Enrico che sghignazzando le disse:
“Così ora la pensione è tutta mia e lei non potrà più rompermi le scatole”
Prese il cellulare per chiamare la polizia o qualcuno ma lui fu così veloce che le fece volare il cellulare. “ma che fai? Non sei contenta? L’ho fatto per te, per noi e tu sei così stupida da voler rovinare tutto”.
Lei lo guardò senza riconoscerlo, chi era questo pazzo con il quale stava da ormai qualche anno? Gli disse che dovevano chiamare qualcuno, che non potevano lasciarla li. Lo sguardo di Enrico la gelò e si precipitò verso l’uscita ormai in preda al panico.
Lui l’afferrò con violenza, la prese per i capelli e le puntò un coltello che aveva estratto dalla tasca senza che lei si accorgesse.
“Sei un’ingrata, come tutte le altre! Se vuoi andare vai pure non so che farmene di una come te! Ricordati però che se vuoi che il tuo povero fratellino diventi maggiorenne non dovrai parlare di quanto hai visto con nessuno”.
Le fece un taglio sulla guancia e aggiunse “questo ti servirà per ricordarlo ogni giorno quando ti guarderai allo specchio ” e la spinse con violenza fuori dalla porta.
Si toccò lo sfregio sul viso, erano passati 3 anni da quel tragico giorno, e esattamente due giorni dopo, il 25 febbraio, era partita per Milano.
Era riuscita a cambiare vita ma il pensiero di quella donna rinchiusa non l’aveva mai abbandonata. Avrebbe voluto fare qualcosa ma quella ferita le ricordava che se avesse salvato la donna avrebbe sacrificato suo fratellino.
Iniziò a sfogliare distrattamente l’Unione Sarda un po’ emozionata al pensiero che il giorno dopo avrebbe iniziato a lavorare nella redazione come giornalista: perlomeno uno dei suoi sogni si stava avverando.
La sua attenzione venne rapita da uno strano articolo:
“donna di 84 anni trovata morta in casa dopo 3 anni
Incredibile storia di Giovanna, la donna di 84 anni che è stata trovata morta da ormai 3 anni nel congelatore di casa sua dove la donna viveva con il nipote.
Alcuni operai dell’ENEL recatisi nell’abitazione per la verifica di un guasto hanno fatto una macabra scoperta, il corpo di una donna di 84 anni, completamente congelato.
Il medico legale effettuata l’autopsia ha stabilito che il decesso è avvenuto 3 anni fa, esattamente il 27 febbraio 2019 per una ferita inferta nell’addome dell’anziana donna.
Latitante il nipote che viveva con la donna e che ha fatto perdere le tracce da diversi giorni”
Consuelo
9 notes
·
View notes
Cacciato da un locale torna indietro con un machete di 52 centimetri
Cacciato da un locale torna indietro con un machete di 52 centimetri
Il ragazzo avrebbe anche minacciato gli agenti e danneggiato l’auto di servizio. I fatti sul lungomare Poetto, in Sardegna
Allontanato da un locale perché molesto torna indietro con un machete. É accaduto il 14 agosto scorso sul lungomare Poetto, la spiaggia che si sviluppa tra i territori di Cagliari e Quartu Sant’Elena. Protagonista…
Read MoreCittà, CronacaToday
View On WordPress
0 notes