Le ragazze italiane sono, quasi tutte e quasi sempre, annoiate.
Non impazzisco per monumenti e robe storiche, ma ammetto che il Colosseo la sua figura la fa sempre. Simbolo imponente, di un’epoca per fortuna passata. Stamattina camminavo al Circo Massimo, e mi sono imbattuto in una rievocazione storica dell’antica Roma. Ovvero centinaia di persone vestite come i combattenti dell’epoca, che marciavano e urlavano in coro. Lo chiamerò cosplay per sminuirne il valore artistico e culturale, e per evidenziarne l’inaccuratezza storica. Ma il punto non è nemmeno questo: perché dovrei glorificare una civiltà che ha messo Gesù Cristo sulla croce? Egli, col Suo sacrificio, ha dimostrato la sconfitta del mondo. E nello specifico, in quel tempo, la crudeltà di quell’impero romano tanto osannato anche ai giorni nostri. Tuttavia, rimanendo indifferente all’atmosfera di giubilo per una Storia che fu, ho deciso comunque di buttare un occhio a quella sorta di sfilata. Non tanto per curiosità in senso stretto, quanto per aver notato delle graziose donzelle (ben vestite e piacevoli da guardare), in quel marasma generale che a tratti sembrava più una rievocazione fascista, che romana (e in effetti dei tratti in comune ci sarebbero pure). Numericamente irrilevanti, ma qualche creatura degna di nota, nella folla l’ho trovata. Mi ha colpito ancora di più, in realtà, un’altra situazione. Ero nel pubblico accanto a un ragazzo, accompagnato dalla sua compagna, una bella biondina. Egli snocciolava date ed eventi, e lei neanche a dirlo palesemente si annoiava. O quantomeno, questo è quello che vedevo io. Guardava altrove, indice del fatto che probabilmente non avrebbe voluto essere lì. E dopo un po’ si è direttamente allontanata per parlare al telefono (probabilmente per chiamare l’amante). Era lì contro la sua volontà? Onestamente non sembrava. Il ragazzo appariva tranquillissimo. Sicuramente ingenuo, non cattivo. Espressioni del viso rilassate, tono di voce basso, non mi sembrava proprio il tipo che avrebbe “costretto” la sua metà a recarsi lì con lui. Secondo me era semplicemente un appassionato di Storia, magari mezzo “secchione”, che invece di godersi la sua bella biondina stava lì a guardare questi soldati molto convinti di ciò che facevano. Un altro aspetto lo devo rilevare, però, perché non vale solo in questo caso: le ragazze italiane le vedo, quasi sempre e quasi tutte, annoiate. Quindi mi chiedo: cosa volete davvero dalla vita? E cosa vi aspettate? Siete così perché siete viziate, e “troppo” libere? Oppure (e probabilmente mi rispondereste così) siete annoiate perché vi annoia chi vi circonda? Be’, in quest’ultimo caso bisogna rinunciare a ciò che non fa stare bene. Perché la vita è una, e va vissuta nel modo giusto solo con chi riteniamo che meriti di stare con noi. E anche qualora l’alternativa fosse la solitudine, ben venga. Ma restare con uno, solo magari per qualche vantaggio materiale, non lo trovo particolarmente edificante. Bisogna prendere coraggio ed agire onestamente. Farsi travolgere autenticamente, senza maschere.
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One Piece [Live Action]
"L'inizio di una grande avventura"
Non mentirò:
Alla notizia di un live action di One Piece di produzione occidentale mi era partito un brivido per tutto il corpo. Lampi di Dragon Ball Evolution e del Dio Kira biondo ossigenato mi sono passati davanti agli occhi ed ho alzato lo sguardo al cielo perplessa e spaventata, domandandomi se c'era davvero bisogno di una serie sull'opera del Maestro Oda.
La paura infatti era sempre la stessa: vedere una serie fatta solo per racimolare i soldi di un nome famoso, di successo, senza metterci anima e passione ma per mero interesse economico.
One Piece poi è una pietra miliare. Una mia personale pietra miliare. Piangerò quando finirà. Rappresenta la mia infanzia e adolescenza e tutt'ora mi accompagna come un carissimo amico da più di vent'anni. Seguo la sua storia dai tempi di Alabasta, leggo il manga, mi vedo l'anime e compro action figure a tema One Piece almenouna volta all'anno. Per cui credo che la mia paura fosse giustificabile, viste le premesse disastrose quando si parla di live action di produzione occidentale.
A differenza di molti però, a me il trailer non era dispiaciuto. Avevo letto in giro molti commenti negativi ma dalle prime immagini avevo percepito un tentativo di voler rispettare l'opera, con scene e personaggi che seppur visti brevemente, rispecchiavano lo stile dell'opera di Oda.
Per questo alla sua uscita ho deciso di vederlo - anche con discreto entusiasmo - e per meglio avere un commento più obbiettivo possibile ho coinvolto pure @veronica-nardi, novizia di One Piece e perciò "cavia perfetta", capace di non farsi influenzare come me da facili sentimentalismi e nostalgie e che ringrazio per avermi fatto compagnia in questa avventura. è proprio il caso di dirlo
Per me, il problema più grosso quando si tratta di One Piece - e il lettore del manga lo sa bene - è immaginarsi il mondo inventato da Oda in versione abbastanza realistica da essere credibile per una serie tv senza perdere la fantasiosità dell'opera originaria. Tra personaggi esteticamente bizzarri, luoghi fuori di testa, costumi improbabili, poteri assurdi e chi più ne ha più ne metta, One Piece è un ode alla fantasia, dove tutto più succedere e quello che pensavi impossibile in realtà non lo è.
Ed è possibile traslare ciò in un live action?
Diciamo che questa serie tv fa il meglio che può . E lo fa bene. Certo, non è esente da difetti - e di quello parlerò - ma nel complesso a me è piaciuta e credo che riesca a centrare diversi punti essenziali della storia portandosi a casa la mia approvazione da fan dell'opera.
pur con delle riserve
Per una volta iniziamo dalle cose belle:
IL CAST
Credo che l'incentivo più grande al successo del live action sia stata la scelta del cast, sia dei principali che dei comprimari.
Inaki, Emily, Jacob e gli altri mettono passione nella loro recitazione dandomi quell'impressione che per loro, interpretare Zoro, Nami o Luffy sia un enorme onore. Essendo loro stessi fan dell'opera di Oda - Emily faceva il cosplay di Nami ad esempio - riescono a trasmettere convinzione ai loro personaggi con movenze, sguardi o atteggiamenti che tanto ricordano le loro controparti cartacee.
Sicuramente poi, il cast ha un ottima chimica. Sono amici dentro e fuori dal set e ciò si vede quando recitano assieme.
Tanto più che non sono attori famosi abituati a recitare in grandi produzioni e nonostante questo, tutto mi sono sembrati, meno che novellini. La produzione poteva affidarsi ad attori già conosciuti al pubblico, anche per incentivare i non conoscitori della storia alla visione, ma invece questa scelta coraggiosa è stata ben ripagata.
Oppure poteva prendere attori " più adulti" e fargli interpretare dei ragazzi - come fanno spesso nelle serie soprattutto scolastiche - ma invece così facendo, si nota la differenza d'età con i veri attori adulti e sembra davvero " il nuovo che avanza".
PS: Mackenyu è l'unico che conoscevo avendolo visto in altre serie. E già lì era stato bravissimo. Mi da ancora gli incubi dalla serie Fugitive Boys.
Stesso discorso lo vorrei fare per gli attori secondari: la scena della cena di Garp e Zeff è una meraviglia di recitazione. Convincenti, credibili... anche quando sono vestiti in modo assurdo o senza arti.
IL RISPETTO PER I TEMI TRATTATI
Chi segue One Piece sa che la sua storia non gira unicamente attorno all'avventura di Luffy e Company. Oltre alla macro storia - e non farò spoiler qui - Oda inserisce tematiche importanti come il razzismo, la libertà, il raggiungimento di un sogno, la concezione della giustizia...
Mi ha fatto quindi enormemente piacere notare come anche nel live action tali temi siano stati affrontati - la citazione a Jimbe è un tocco di classe - e resi centrali per alcuni personaggi come Koby o Arlong.
Avrebbero potuto solo accennarli o soprassedere su alcuni di loro. Ed invece... si vede insomma, che l'influenza di Oda nella realizzazione della serie è stata sempre presente.
L'AMORE PER I FAN
La produzione sapeva bene di avere tra le mani o un inestimabile tesoro o una bomba devastante. L'opera di Oda è famosissima ed i suoi fan - me compresa - super protettivi. Bastava poco per farci salire a tutti sulle barricate armati di machete urlando al sacrilegio.
Motivo per il quale mi hanno letteralmente comprato, inserendo più riferimenti possibili al manga. Tavole, oggetti di scena, vestiti... persino una Jaya e un Nolan buttato qua e là. E' stato quindi super divertente per me, giocare a "trova le similitudini" e vedere con quanta attenzione cercavano di rispettare l'opera il più possibile inserendo tutte queste cose che magari sono dettagli per altri ma che scaldano il cuoricino dei fan.
Questo è anche uno dei motivi per cui voglio fare i complimenti alla produzione: fare una serie che andasse bene sia per chi non ha mai aperto manco un volume di One Piece e chi ne è un fan sfegatato non è cosa facile. Anche l'uso appunto di questi riferimenti al manga ha sicuramente aiutato a convincere i fan.
I CAMBIAMENTI
Nessuno pretende - men che meno io - di vedere una copia carbone di One Piece. Prima di tutto perché sarebbe impossibile. Ma poi i lettori già conoscono a menadito tutta la storia, battute comprese.
Ecco allora che la serie presenta delle modifiche che - tranne una - ho apprezzato: Koby e Garp ad esempio. Se nel manga incontriamo il nonno di Luffy molto più in là e scopriamo che Koby ne è diventato l'allievo, averli invece inseriti subito e seguire le loro vicende è sicuramente più interessante. Si viene così a creare un percorso parallelo tra Koby e Luffy incentivando ancora di più il legame del rispettivo viaggio tra i due. E si costruisce il rapporto tra Garp, Koby ed Hermeppo.
O ancora Garp e la sua ricerca del nipote perduto. Per tutte le puntate mi sono chiesta perché avessero caratterizzato il vice ammiraglio così cagacazzi e determinato nel fermare il nipote. Nel manga sappiamo bene quanto cazzone sia Garp! Perché questa ossessione?
E poi con l'ultima puntata si ritorna sui giusti binari ed ho quindi apprezzato questa modifica che ha reso più "frizzantella" questa prima stagione.
NOTA: l'unico cambiamento che mi ha fatto storcere il naso è Garp che chiama Occhi di Falco per dare la caccia al nipote. Prima di tutto Garp ci sarebbe andato da solo, sia che facesse per finta sia che fosse sincero. Ma poi che Occhi di Falco obbedisca agli ordini del nonno di Luffy è utopia. Forse è quello dei Sette che se ne sbatterebbe di più. Ma prenderò per buono che abbia obbedito perché incuriosito da Luffy piuttosto che per ordini dall'alto.
Bellissime anche tutte le scenografie - ho amato il Baratie - o la claustrofobica casa di Kaya, così come ho apprezzato gran parte dei combattimenti anche se su questo per me ci si potrebbe lavorare un po' sopra.
Villain migliore per cattiveria rimane Arlong mentre Baggy ha una presenza di scena che meriterebbe uno spinoff tutto suo. <3
Ed ora, passiamo ai meh, ossia alle cose che mi sono piaciute un po' meno e che alcune di loro spero vengano "aggiustate " nella seconda stagione.
Coerenza narrativa
Con la "scusa" degli otto episodi la serie corre come un treno. Condensare 70 e passa capitoli e 100 episodi di un anime in sole 8 ore è un impresa degna di nota che però certe volte cade nella frettolosità e nella mancanza di coerenza narrativa.
Da Luffy che prende la testa di Baggy dagli uomini pesce non si sa come, ai personaggi che entrano a far parte della ciurma del nostro in quattro secondi netti. Dovrei rileggermi la saga del Baratie ma sono sicura che Luffy ci abbia messo un bel po' a convincere Sanji ad unirsi a lui, insistendo non poco.
Nella serie invece, per mancanza di tempo presumo, Usopp e lo chef dei nostri cuori, salgono a bordo appena Luffy glielo chiede o insiste due secondi.
C'è Usopp che dice che gli piacerebbe andare per mare ma non può per via di Kaya - in una frase praticamente - e che poi nel finale di puntata sale a bordo con gli altri come se fosse una cosa naturale.
Per arrivare a Zoro che commenta la galanteria di Sanji durante il combattimento contro gli uomini pesce come se lo conoscesse da una vita e non che si sia unito a loro due giorni prima. Tanto più che Zoro, nelle scene con Sanji al Baratie, era pure svenuto. E' giusta la reazione dello spadaccino perché davanti a Sanji non insulti una donna... ma questo Zoro non lo può sapere.
Ora, probabilmente questa fretta era dovuta al non sapere se la serie avrebbe avuto successo meritandosi un sequel e quindi gli autori non abbiano voluto osare perché non sapevano se il gioco valesse la candela. Visto però il successo della serie e la probabile seconda stagione, si spera che si prendano del tempo per "dare tempo" e costruire le varie vicessitudini e relazioni.
La CGI, le parrucche e le inquadrature
Sarò strana io ma difficilmente ho visto così tanti primi piani. Seriamente, primi piani ovunque. E se all'inizio non ci facevo manco caso, intorno al 6 episodio ho incominciato a rendermene conto e a chiedermi perché non allargavano un po' più il campo?
Discorso dubbioso anche per la CGI che non mi ha fatto impazzire onestamente. Certe scene dei combattimenti di Luffy presentavano a parer mio una realizzazione un po' troppo finta, segno che ci si può lavorare ancora sopra.
La cosa peggiore comunque risultavano certe parrucche - come quella della sorella di Nami - così finte che te le avrebbero tirate dietro anche al Lucca Comics. Ok, One Piece presenta gente strana e bizzarra, con capelli di tutte le forme e tutti i colori. Ma sono piuttosto sicura che si potrebbero trovare parrucche colorate meno scrause...no?
La risata
Nel manga di Oda si ride spesso. Persino nelle battaglie più epiche e dense di tensione c'è sempre il momento gag che ti fa spisciare sotto dalle risate: penso ai combattimenti di Luffy contro Crocodile o Ener ad esempio.
Nel live action invece la risata da farti mancare il fiato non c'è e al limite si sorride divertiti, come nella scena di Sanji che flirta con Nami al Baratie cpn le prese in giro degli altri.
Ora, su questo ci sarebbe da riflettere. Perché se è vero che la risata è un concetto cardine dell'opera di Oda è anche vero che nella serie si è cercato di essere più realistici possibile per rendere credibile la storia, eliminando certe gag che forse avrebbero aggiunto troppo cringe. Ci sono battute e piccole gag ma siamo ben lontani dalla follia ridanciana tipica del manga.
E' una cosa giusta? La serie dovrebbe far più ridere? e se fosse poi troppo cringe appunto?
Su questo punto voglio aspettare la seconda stagione per avere le idee più chiare.
Detto tutto questo, io promuovo la serie.
E' riuscita a piacere a chi One Piece non l'ha mai visto ed a convincere i fan - che più chi meno - rispettando il cuore dell'opera e le volontà del suo autore, grazie anche ad uno splendido cast che ha trasmesso la loro passione ai personaggi, rendondoli convincenti e credibili.
Certo, ci sono a mio parere ancora dei miglioramenti da fare ma come primo step non è andata affatto male.
VOTO: 8.1
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